Alla scoperta dell’arrampicata trad nel magico Peak District in Inghilterra
Tanti sono i posti che abbiamo visitato alla ricerca della roccia perfetta. Yosemite Valley, Wadi Rum, Portogallo, Annot, Sardegna, Joshua Tree. E poi ancora Montserrat, Moab, Meteora… Si sa che gli arrampicatori sono sempre alla ricerca del posto ideale, dove roccia, etica e storia dell’arrampicata si possono fondere in un unico elemento, caratterizzato da un unico filo conduttore. E allora? Allora… Peak District!
Siamo nel Regno Unito, tra Manchester e Sheffield. D’accordo che non è la terra del caldo e del sole. D’accordo che non ci sono pareti imponenti e condizioni sempre ideali. Ma se si è appassionati dell’arrampicata trad, questo è il posto perfetto!
Centinai e migliaia di tiri, da facili a estremamente difficili. Tantissime falesie e settori, tutti facilmente raggiungibili - almeno per chi è abituato ad avvicinamenti alpini e trasferte chilometriche - e tutti caratterizzati dal mitico gritstone, una roccia magnifica quanto ostica.
Come sempre, i viaggi cominciano lanciando un’idea. Un pensiero che inizia a farsi strada, ad aprirsi un varco tra le tante mete abituali a cui siamo abituati a pensare. Appurato che non è difficile logisticamente, assimilato il fatto che le condizioni ideali per l’arrampicata possono essere difficili da trovarsi, l’infaticabile Roby si mette al lavoro, e a breve voli, auto e albergo sono prenotati: si parte.
Con una tale moltitudine di pareti è difficile orientarsi e fare una selezione della falesia da scegliere. Per non sbagliare decidiamo di cominciare da Stanage: una barra rocciosa che incide una della tantissime colline che caratterizzano questa stupenda regione. Sette chilometri di placche, fessure, spigoli e diedri! Sicuramente uno dei posti più famosi del Regno Unito. Anche qui occorre scegliere un settore: optiamo per Popular End, vista la quantità dei tiri di tutte le difficoltà che offre e la comodità di accesso: dieci minuti a piedi, e sei alla base!
Salta subito all’occhio una cosa: la totale assenza di spit, sui tiri ed anche alle soste! Viene subito da dire: "Certo che, almeno in cima al tiro, una sosta a fix potevano metterla!" Invece no, ed è giusto così! Posto che vai, usanza che trovi! Fai il tiro, attrezzi la sosta, recuperi il socio, poi scendi dal sentiero. Ogni volta che fai un tiro, ogni volta che guadagni la sommità della falesia. Fai su le corde e scendi da una delle tante scorciatoie che incidono la barra rocciosa.
Dopo un po’, ovviamente, capisci il giochino. Cerchi più vie che sono vicini. Ti abitui a fare moulinette su soste a friends (cosa da noi considerata impensabile), e poi fai un unico giro per smontare le soste e scendere a piedi. Ogni volta, però, è una gran soddisfazione, oltre che un magnifico colpo d’occhio sulla stupenda brughiera inglese!
Capito come muoverci, abbiamo anche qualche soffiata sugli altri posti da non perdere: Froggatt Edge e Millstone, due must assolutamente imperdibili. Hand jam, finger jam, slab, termini che dopo pochi giorni entrano nel nostro vocabolario. L’importante è non dimenticarsi una bella serie di friends e di nuts, prendendo con le pinze la scala inglese, dove il 5b è davvero molto, molto impegnativo.
Christmas Crack, Valkyrie, Covent Garden: tutti tiri famosi che che finalmente hanno anche un volto, tutte linee che hanno lasciato un segno indelebile nella nostra esperienza di arrampicatori alpini. Posti mitici ma anche molto, molto severi, ci hanno dato un'idea di quanto fossero incredibilmente forti gli arrampicatori britannici degli anni '50 e '60. Chapeau!
L’ultimo giorno, a Millstone, siamo premiati dalla conoscenza di Mark "Zippy" Pretty, mitico arrampicatore locale (8a nell’86…), che con una gentilezza ed un entusiasmo davvero incredibile ci indica i tiri da fare…come se fossimo noi quelli forti e non lui, che sugli incastri passeggiava letteralmente dei tiri sui quali, dopo trent’anni di Valle Orco, facevo fatica a partire.
E quando piove? Nessun problema: le sale per arrampicare sono tante e tutte belle: noi abbiamo provato l’Awesome Walls di Sheffield, davvero grande! E poi i pub… esattamente come il Peak District, non possiamo dimenticarli!
Logistica: noi abbiamo preso un volo da Milano-Malpensa a Manchester. Da lì, in un’ora e mezza di auto abbiamo raggiunto la nostra base a Dronefield, una bella cittadina nella contea del Derbyshire. Facendo base lì, o in uno dei tanti – e belli - villaggi vicini, siete a poche miglia dalle falesie.
Arrampicata: il gritstone è una roccia bella ma particolare. È ricca di fessure, spigoli, diedri e camini. Ma, al di fuori delle evidenti spaccature, offre davvero poche prese: non aspettatevi tacche e appoggi netti, almeno per come siamo abituati sul nostro granito. Per quanto riguarda la scala di difficoltà, almeno all’inizio, è difficile fare la conversione con la nostra scala francese. Partite su gradi moderati, e poi salite pian piano.
Materiale necessario: una doppia serie di friends ed una abbondante serie di nut possono essere sufficienti, i tiri non sono lunghissimi. Non dimenticatevi cordini per le soste e piastrina per recuperare il secondo di cordata. Per quanto riguarda le corde: sui tiri facili, lineari e facilmente proteggibili, noi abbiamo usato la corda intera. Le due mezze corde possono essere utili quando le protezioni sono lontane dalla linea di salita.
Dove scalare: le falesie sono davvero tanti! Noi siamo stati contenti della nostra scelta: Stanage, Froggatt Edge, Millstone sono davvero posti emblematici per l’arrampicata nel Peak District. E se al mattino piove, non scoraggiatevi, spesso basta un po’ di sole e diventa tutto scalabile
Bibliografia: le pubblicazioni non mancano. Noi avevamo la guida Peak District Gritstone, di Graham Hoey, che abbiamo trovato molto precisa (anche e soprattutto negli avvicinamenti), disponibile on line.
Per altre info: Guida Alpina Giancarlo Muyo Maritano
muyo74@libero.it
www.x3mmountainguides.com