Jorge Díaz-Rullo e 'Café Colombia', il progetto bello e brutale a Margalef

Il climber spagnolo Jorge Díaz-Rullo, celebre per la sua implacabile determinazione e per le sue ripetizioni e prime salite di vie estremamente difficili, è sul punto di ridefinire i vertici dell’arrampicata sportiva con il suo rivoluzionario progetto a Margalef in Spagna. Situato nel super strapiombante settore Racó de la Finestra, "Café Colombia" promette, una volta completato, di entrare a fare parte delle vie più dure al mondo.
Questa maratona di 30 metri richiede una rara combinazione di potenza, precisione e forza mentale. Dal suo primo tentativo nell’autunno 2021, Díaz-Rullo ha dedicato oltre 200 giorni al progetto. Nel novembre dello stesso anno, ha salito la prima metà della via, deviando poi a sinistra per creare "Café Solo" (9b), ma, nonostante la dedizione quasi ossessiva, l'uscita diretta lo ha finora respinto. Recentemente, si è avvicinato sempre di più ad agguantare la catena; è arrivato il momento di scoprire di più su questo progetto tanto bello quanto brutale.
Jorge, cosa ci puoi raccontare di questa via?
La descriverei come un vero mostro, semplicemente durissima (almeno per me)! È una delle vie più impegnative e intimidatorie che io abbia mai provato. La via è impressionante: 30 metri in linea retta su una parete strapiombante a 45°, con appigli minuscoli e taglienti, senza alcun riposo. Vista dal basso sembra impossibile, ma dopo averla provata in questi anni ho scoperto che ha giusto gli appigli necessari per renderla fattibile.
Da quanto tempo la provi? Ci parli un po' dei tuoi tentativi?
Ho iniziato quasi quattro anni fa. I primi tentativi risalgono all’autunno 2021, ma all’epoca la linea originale era praticamente impossibile per me: mi sono concentrato solo su singole sezioni. Ho iniziato a provare combinazioni più semplici, che sono stati i primi passi verso questo progetto più grande. Quell’anno ho chiuso Café Solo, per la quale propongo il grado 9b. Nel 2022, ho unito la parte superiore con le vie a sinistra, Carlota la colombiana (9a+) e The Journey in Colombia (9b). Nella primavera del 2023, mi sono focalizzato sulla linea completa, avvicinandomi moltissimo alla libera, cadendo più volte sotto la catena, all’ultimo movimento duro.
Domanda forse banale: cosa la rende così dura?
Richiede moltissima forza fisica, molta forza nelle dita e una tensione corporea pazzesca. Allo stesso tempo, è tecnicamente e fisicamente estenuante. Per me tutto è difficile, è come ogni aspetto di questa via fosse al mio limite.
Questo per quanto riguarda il lato fisico...
Sì. A tutto ciò si aggiunge la componente mentale, un fattore totalmente diverso e complesso. Quando provi una via per quasi quattro anni, dando sempre il massimo, è facile cadere nella disperazione o nella frustrazione.
Hai detto di essere caduto più volte molto in alto.
Negli ultimi 15 giorni, ho fatto 4 tentativi in cui sono caduto negli ultimi movimenti, e altri due vicinissimi al riposo finale. In passato, riuscivo a raggiungere quest’ultima parte solo una o due volte in tutta la stagione, ed era chiaro nella mia testa che non potevo permettermi di cadere in questa sezione se volevo chiudere la via. Per superare la prima parte, dovevo essere perfetto, in buone condizioni fisiche e con tutto a mio favore, senza sprecare energie per la parte superiore. Ora, invece, riesco ad arrivarci anche in condizioni non ottimali, persino arrampicando lontano dalla perfezione che mi ero prefissato. Anche se questo mi fa cadere più spesso lassù, sono consapevole del progresso: mi sento un po’ più forte fisicamente, ma soprattutto molto più forte mentalmente.
Hai un’idea della difficoltà? Con cosa la paragoneresti?
Onestamente, non so che livello sia. Preferisco non pensare al grado finché non la chiudo. Per me conta il percorso che mi porterà a rinviare quella catena.
Ma qualche ipotesi?
Non ho molti riferimenti a questi livelli. Ho fatto otto vie di 9b, due di 9b/+ e due di 9b+, ma questo progetto richiede più impegno di qualsiasi altra cosa che io abbia fatto in passato. Ma dopo averci dedicato molto di più a questo rispetto a qualsiasi altro progetto, sono sicuro che sia la via più dura di qualsiasi altra abbia mai provato prima. Però non si sa mai, alla fine sto affrontando tutto da solo, e questo lo rende un progetto molto più difficile, sotto ogni aspetto.
Perché concentrarti così tanto su questa via invece che su ripetizioni, come ad esempio la vicina Perfecto Mundo?
Non mi focalizzo solo su questa: amo alternarla ad altri progetti ed altri stili di scalata. Ma dopo aver investito 200 giorni, questa è ora la cosa che mi motiva di più. È una sfida personale enorme, che continua a dominare i miei pensieri. Sogno un giorno di completarla.
Cosa rende questo progetto così speciale per te?
Direi tutto, dalla sfida personale ai limiti che mi impone per riuscirci. Combatto per questo da così tanto tempo, e più la provo, più aumenta il desiderio e la motivazione di continuare finché non la chiudo. Mi sembra che sia diventata una dipendenza.