Laura Pineau ripete Greenspit in Valle dell'Orco
Queste ultime quattro settimane sono state segnate di pazienza, perseveranza e duro lavoro. Quando ho iniziato ad approcciarmi all'arrampicata trad due anni fa, stavo cercando informazioni sulle fessure più belle del mondo che avrei voluto scalare in futuro. Vedere Babsi Zangerl su Greenspit mi ha fatto sognare di diventare sufficientemente forte da riuscirci anch'io un giorno.
Salire Butterfly Circus nel Canton Ticino all'inizio di quest'estate ha risvegliato in me una scintilla che mi ha spinto a scalare altre dure fessure qui in europa. Ho subito puntato su Greenspit e ci ho provato un paio di volte all'inizio di luglio. Le condizioni però erano terribili, con un'umidità al massimo a causa della costante pioggia. L'idea era di tornare a metà settembre, quando il meteo sarebbe stato dalla mia parte.
Le mie prime sessioni sono state dedicate a capire nuovamente tutti i movimenti e a comprendere dove posizionare i friends. Dopo alcuni giorni, riuscivo a fare l'inizio facilmente, ma ho dovuto affrontare un ostacolo imprevisto: le tacche! Riuscivo a tenerle abbastanza facilmente come singolo, ma non appena le raggiungevo in continuità, la mia mano destra non riusciva a tenerle abbastanza a lungo. Ci sono volute quattro sessioni per trovare una nuova sequenza e realizzare che potevo effettivamente chiudere la via. Dopo aver sbloccato questa sezione, salivo sempre più in alto ad ogni tentativo. Mi sentivo più motivata che mai.
Sabato 5 ottobre io, Marco Sappa e Giacomo Meliffi ci siamo diretti a Greenspit. Il vento soffiava, le condizioni sembravano buone, quindi sapevo che era il momento di dare il massimo. Ho vissuto un momento di flow perfetto, il mio corpo conosceva intimamente ogni movimento e dopo sette minuti rapidi mi sono ritrovata a moschettonare la catena. Non solo è stato un momento speciale per me, ma è diventato magico per tutti noi quando Marco ha chiuso La Pura Pura (8c) e anche Giacomo ha ripetuto Greenspit!
di Laura Pineau
GREENSPIT
Greenspit in Valle dell'Orco è una delle vie in fessura più famose al mondo. La via è stata spittata a metà degli anni ottanta da Roberto Perucca con spit verdi, da cui il nome, e nel 2003 Didier Berthod ha tolto gli spit e ha salito la via con le protezioni già piazzate. Dopo questa "pinkpoint", lo svizzero è tornato nel 2005 e ha ripetuto la via piazzando le protezioni durante la salita. Nel corso degli anni il tetto praticamente orizzontale di 12 metri è diventato un simbolo ed un ambito banco di prova per alcune dei migliori “fessuristi" del mondo.