La Falesia dei Ciclopi al Monte Cimo. Di Rolando Larcher

Rolando Larcher presenta la bellissima Falesia dei Ciclopi situata sulla parete Scoglio dei Ciclopi del Monte Cimo (Val d'Adige). 50 vie d'arrampicata sportiva dal 6b+ all’ 8b+.
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Falesia dei Ciclopi: Alessandro Larcher sale Empatia 8b
Giampaolo Calzà 'Trota'

Lo "Scoglio dei Ciclopi" ha sempre destato la mia curiosità, distraendomi pericolosamente dalla guida percorrendo l'autostrada del Brennero. Più di un decennio fa andai ad osservarlo da vicino, alla ricerca di nuove linee d'alpinismo-sportivo. Rimasi colpito da quanto strapiombava e dalla qualità della roccia, ma all'epoca lo scartai perché ero alla ricerca di pareti con maggior sviluppo.

Casualmente ripassai sotto allo Scoglio due anni fa, compiendo la prima ripetizione della splendida via Testa o Croce, dei due Nic nazionali: Nicola Sartori e Nicola Tondini. Da quel momento, il ripido sentiero d'accesso è diventato una consuetudine quasi settimanale...

Negli anni le cose, le situazioni cambiano ed ogni volta ne rimango stupito. Spesso il mutamento non è nella loro fisicità, ma è dentro di noi; improvvisamente vediamo con occhi nuovi e l'insignificante diventa un progetto, un obiettivo degno d'essere vissuto e raggiunto.

Inizialmente ha prevalso l'occhio dell'alpinista-sportivo, ammaliato dall'enorme anfiteatro strapiombante. Tentare una linea dal basso nel centro era una sfida irrinunciabile! Così aiutato da Marco Curti, in arte Zio Tibia, in due giorni di splendide fatiche, riuscii a risolvere la scommessa. Avevo aperto solo il primo tiro della via, ma l'entusiasmo era quello della cima, intuendo che il più era già fatto. Per concludere l'itinerario chiamai in aiuto il "DS", Gippo Luca Giupponi, compagno di molte avventure-aperture; assieme arrivammo realmente in cima, creando Horror Vacui.

Sono particolarmente orgoglioso di questo nuovo itinerario, perchè nella prima lunghezza, ho realizzato un piccolo record personale: aprire e liberare il tiro più duro della mia carriera, un 8b+ alla tenera età di 50 anni.

Quando siamo arrivati, l'anfiteatro era praticamente vergine, solamente alle due estremità c'erano alcune vie artificiali e dei tentativi. Con solo un 8b+ in partenza, c'era urgente necessità di un riscaldamento, così Zio Tibia iniziò ad attrezzare qualcosa di adeguato, rivisitando le vie esistenti in chiave falesistica e chiodandone di nuove. Le linee ottimizzate sono principalmente di Luigi Pinamonte e di Sergio Coltri, che ringraziamo ancora per le piccole modifiche concesse alle loro creazioni (nella maggior parte dei casi la modifica è consistita nel posizionare nuove soste, nella logica dei monotiri e dello scorrimento delle corde).

Conclusasi la fase iniziale di Horror Vacui, aprimmo ulteriormente gli occhi, capendo che lo Scoglio dei Ciclopi aveva il potenziale per una magnifica falesia. Inoltre, nonostante il faticoso accesso, Marco ed io c'eravamo già innamorati della sua quiete e del panorama.

Questa era un'occasione unica, un privilegio da cogliere al volo, perchè al giorno d'oggi trovare una simile concentrazione di qualità ed estetica ad una distanza ragionevole da casa è merce rara. Pertanto entusiasti aprimmo subito il cantiere, Zio Tibia impegnato nel lato sinistro ed io al centro dell'anfiteatro, supportati per il materiale da Vertical Sport. Abbiamo alternato momenti di polvere, fatica e mal di schiena, ad altri di scoperta, scalata e rotpunkt. Chiodare, provare, liberare e nuovamente chiodare, sempre in un'atmosfera gioiosa ed di amicizia.

SCHEDA: la falesia Ciclopi

Successivamente nel cantiere si è aggiunta un'altra squadra di "operai veronesi", guidata da Andrea Simonini, che assieme a Nicola Zorzi, Tiziana Najjar e Tommaso Marchesini, si sono proposti per attrezzare il settore destro. Un aiuto inaspettato, accettato con piacere, che ci ha alleviato non poche fatiche, aggiungendo un tocco "local" all'operato e l'opportunità per nuove simpatiche amicizie.

I lavori sono così proseguiti con armonia e collaborazione, arrivando praticamente al loro termine in primavera 2017. Il risultato di tanta passione e metri di dislivello, sono 50 vie. Itinerari che vanno dal muro verticale a quello super strapiombante, con uno stile predominante di continuità e con un ventaglio di gradi medio-alti.

Una qualità di calcare solido e molto lavorato, che ha regalato molte vie lunghe e spettacolari. Partenze originalissime su grosse canne, da scalare talvolta con tecnica di camino ed opposizione, proseguendo in strapiombo con buchi, tacche e pinzate, per arrivare alla sosta dopo un tratto di placca tecnica. Dei viaggi che sfiorano i 50m di sviluppo per 20m di strapiombo. Il tutto in un emozionante vuoto pazzesco, amplificato ancor più dalla grande esposizione della parete, tale da sentirsi distanti, sospesi, altissimi da terra, al pari di una multipitch in Dolomiti.

Una falesia dalla grande estetica, che va guadagnata con un avvicinamento ripido e faticoso. Un particolare da molti considerato in modo negativo, che personalmente ritengo un pregio ed un valore aggiunto. Questo è ciò che ha mantenuto vergine la falesia fino al nostro arrivo e sarà l'efficace antidoto per fastidiosi affollamenti.

Nell'arco di questi due anni, molti amici sono venuti a conoscere la pietra dei Ciclopi e tutti ne sono rimasti entusiasti. Dei tanti ospiti ne cito solo uno, il numero 1, Adam Ondra. Una bella giornata che ricorderemo, per la sua consueta umiltà e disponibilità, ma sopratutto per lo spettacolo della sua grande arte, ammirando le on-sight di Nanuk left e Horror Vacui e la prima veloce rotpunkt di Peyotero.

Per questa bella avventura, non ancora del tutto conclusa, devo ringraziare molti amici: in primis ringrazio Zio Tibia, per la sua grande amicizia , disponibilità ed il supporto. Andrein per il suo gioviale entusiasmo, per l'empatia e l'aiuto nel completare l'opera. Alessandro, mio figlio, per l'aiuto nel liberare parecchi dei tiri impegnativi e per avermi stimolato nel provarli. Trota Gianpaolo Calzà per le sue consuete splendide foto in falesia. Riki Felderer per le foto su Horror Vacui. Tutti gli amici che sono venuti ad assicurarmi e divertirsi: Herman Zanetti, Gippo, Lino Celva (chiodatore anche lui di un tiro), Tiziano Buccella, Geremia Vergoni, Daniele Giacomoni, Francesco Mich, Marco Cordin, Thomas Filippi, Cristian Dorigatti e tanti altri. Assieme a Zio Tibia, ringrazio Vertical Sport per la fornitura del materiale da noi utilizzato. Andrein Simonini ed il suo team, per il materiale ringrazia l'associazione L.A.A.C. (Libera Associazione Alpinisti Chiodatori).

Infine raccomando a tutti coloro che verranno per scoprire questa falesia, una cosa che dovrebbe essere scontata, ma che purtroppo non lo è affatto: lasciate il luogo pulito come lo avete trovato, riportando a valle tutti i propri rifiuti. Aggiungo che per i bisogni è obbligatorio allontanarsi nel bosco, perchè la base della falesia è al coperto dei grandi strapiombi sovrastanti e non viene mai lavata dalla pioggia.

Benvenuti ai Ciclopi e buon divertimento!

Rolando Larcher 

Rolando ringrazia gli sponsor: La Sportiva, Petzl
, Montura, Vertical Sport
Questo articolo è stato pubblicato su Pareti #117

SCHEDA: la falesia Ciclopi

>> DOWNLOAD IL PDF DELLO SCHIZZO DELLA FALESIA





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