Ueli Steck, a un anno dalla scomparsa

Ricordando Ueli Steck il grande alpinista svizzero scomparso un anno fa su Nuptse (Himalaya, Nepal).
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Ueli Steck durante la serata di Passione Verticale il 17 agosto 2016 a Courmayeur
Lanzeni

E' già passato un anno da quel 30 aprile 2017. Allora non volevamo crederci, nessuno voleva crederci. Eppure Ueli Steck se n'era andato davvero per sempre. E' successo sul Nuptse, grande e difficile montagna al cospetto dei giganti Everest e Lhotse. Ueli si stava acclimatando da solo per un'incredibile progetto: la traversata Everest – Lhotse passando per il Couloir Hornbein fino in cima all'Everest, per poi scendere al Colle Sud e da qui salire dritto fino in cima al Lhotse. Ovviamente – nel suo caso è una precisazione inutile – senza ossigeno. Una cosa da marziani. Insomma, una cosa da Ueli Steck, sicuramente uno dei più grandi alpinisti moderni. Lo prova il suo percorso. Il suo modo di fare alpinismo a “tutta velocità” e a “tutta difficoltà”, non necessariamente per prendere l'ennesimo record (vedi Eiger, Cervino e Grandes Jorasses) ma soprattutto perché quella era la sua natura, il suo ritmo. Il suo modo di fare alpinismo e di esprimersi in montagna. Basta lasciar scorrere il video della sua salita del Couloir Nord dei Drus per capirlo (e anche per essere rapiti da tanta naturalezza e bravura).

Se n'è andato a 40 anni Ueli. Nella storia dell'alpinismo verranno ricordate le sue salite solitarie (sempre velocissime) in Himalaya e sulle Alpi. I suoi due Piolet d'Or. Il primo nel 2008 per la nuova via aperta con Simon Anthamatten sull'inviolata parete Nord del Tengkangpoche (6487m). Il secondo per la straordinaria solitaria sulla parete Sud dell'Annapurna nel 2013. La sua è stata sicuramente una vita vissuta intensamente. Facendo quello che voleva fare più di ogni altra cosa. Era un grande campione dell'alpinismo. Ma noi oggi vogliamo ricordare anche e soprattutto l'uomo. Quel ragazzo che tanti anni fa ci aveva detto che il suo sogno era “una parete di 4000 metri, su un Ottomila… Una parete dove c'è tutto: roccia, misto, ghiaccio, e sogno di salirla all'infinito, arrampicando e muovendomi in maniera perfetta, con piacere. E' bellissimo…”. Ci manca quell'uomo che ci salutò prima per partire per la sua ultima spedizione. E ci manca quel suo sorriso e quella sua disponibilità sincera. Sì, ci manca molto uno come Ueli!

Annapurna - Piolet d'or 2014 Winner from Planetmountain.com on Vimeo.




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