Al Dente del Gigante la grande nuova via ‘Géant dans l’âme'

Il récit d'ascension di Arthur Poindefert della prima salita di 'Géant dans l’âme' sulla parete nord del Dent du Géant, nel massiccio del Monte Bianco, aperta l'11 aprile 2025 insieme a Mathis Garayt e Kilian Moni. La via di misto di 500 metri è stata gradata M8+ ED.
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Il tracciato di 'Géant dans l’âme' sulla parete nord del Dente del Gigante, massiccio del Monte Bianco, aperta da Mathis Garayt, Kilian Moni, Arthur Poindefert il 11/04/2025
Arthur Poindefert

Tutto ha avuto inizio con un libro, sfogliando le splendide foto della guida Mont Blanc Lines nel 2023. Quell’anno, io, Mathis Garayt e Kilian Moni avevamo realizzato la prima ripetizione di Cœur de Géant, una magnifica via aperta otto anni prima da Christopher Baud, Brice Bouillane e Jonathan Charlet.

Appena rientrati da quella che era l’unica via esistente sulla parete nord della montagna, stavamo già pianificando una nuova linea sulla sua muraglia di 500 metri. Il potenziale era enorme!

Per questo, nell’aprile 2025, quasi due anni dopo la nostra prima avventura, siamo partiti per un tentativo in giornata, proprio come aveva fatto la cordata di Cœur de Géant nel 2015. Ci aspettava una sfida impegnativa: il vento Föhn previsto per il giorno dopo, portatore di maltempo, ci lasciava una finestra meteo di un solo giorno. Inoltre, la Skyway seguiva ancora l’orario invernale, e la prima funivia ci avrebbe permesso di iniziare l’avvicinamento alle 9:00, raggiungendo l’attacco della via alle 11:30!

Con l’aiuto dei fotografi Mathieu Garcia e Florent Irion, siamo partiti per immortalare i momenti della mia apertura nel massiccio.  L’essenza di questa salita era individuare linee di debolezza evidenti e avventurarci sul terreno ripido e tecnico mantenendo la traiettoria più diretta verso la cima. Grazie alle foto del 2023, avevamo un’idea approssimativa delle sezioni più ripide o facili, ma non sapevamo se il piano avrebbe funzionato.

Alla fine, tutto ciò che avevo immaginato si è realizzato! Ho salito da capocordata la prima metà della via, fra tratti di misto e rampe di neve. Le vere difficoltà sono iniziate al quarto tiro, con un passaggio verticale su roccia solida che terminava alla base di quello che si è poi rivelato il tiro chiave.

Lì, sotto un bastione roccioso strapiombante, Kilian ha salito da capocordata i due tiri prima dei pendii sommitali. Dopo una salita impeccabile, gli è uscita la piccozza: è caduto, si è slogato la caviglia e la sua giornata è finita lì… L'ho raggiunto velocemente in sosta, salendo il tiro in libera con la corda dall'alto (conto di tornarci per scalare il passaggio in libera).

Poiché Mathis non voleva salire da primo e Kilian era infortunato, è toccato a me andare nuovamente da capocordata. Il tiro successivo era incredibile: una fessura sostenuta, mai estrema, da salire con le picche e con buone protezioni. Il granito era quasi perfetto, come nelle migliori zone del Monte Bianco.

Il terreno poi è diventato più facile, su placche, con appoggi buoni ma con meno protezioni. Fortunatamente, la roccia è rimasta solida, permettendoci di salire veloci senza mai spaventarci, nonostante qualche run-out anche di 10-15 metri.

Alle 20:00 circa, sono sbucato in cresta sotto la vetta e ho seguito gli ultimi 20 metri della via normale per raggiungere la statua della Madonna e assicurare i compagni di cordata.

Géant dans l’âme si distingue per la varietà di stili: in "soli" 500 metri offre quasi tutto, incluso un tratto centrale tecnico e fisico. Serve saper scalare in scarpette d'arrampicata e senza guanti nella parte alta, ma richiede anche l’uso di ramponi e picche nella parte bassa. Dopo aver affrontato il crux con i ramponi, consiglio vivamente di usare scarpette ramponabili!

Un ringraziamento enorme a Mathieu e al povero Florent, colpito da un sasso alla mano e al gomito durante la discesa verso il Ghiacciaio del Géant. Dopo l’intervento per la frattura complessa al gomito, il percorso per la guarigione sarà lungo: gli auguriamo una pronta e completa ripresa!

di Arthur Poindefert

Materiale: la via non ha richiesto chiodi. Due set di friend (0.2-3) sono sufficienti, un #4 opzionale ma consigliato.




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