Tomas Franchini nella Cordillera Blanca in Perù

Il report di Tomas Franchini, attualmente nella Cordillera Blanca in Perù, dove ha salito il Nevado Ulta e il Nevado Huandoy Norte.
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Cordillera Blanca, Perù
Tomas Franchini

La Cordillera Blanca… che dire? È già il terzo anno che decido di viaggiare verso queste montagne. Porto a loro grande rispetto e ogni volta che scalo qua, mi rendo conto della loro complessità e delle difficoltà di salirle, che sia dalla via normale o da una via nuova. Qui c'è sempre gran filo da torcere, bisogna fare i conti con il meteo, le condizioni e i complicati avvicinamenti che ormai sono mutati parecchio rispetto gli anni passati con il radicale cambiamento climatico che c'è stato.

Dopo questi due anni di chiusure dei confini la mia voglia di viaggiare è aumentata a dismisura. Poi durante questi anni ho avuto anche un po’ di magagne fisiche da risolvere, e non vedevo l’ora di riapprocciarmi alle grandi montagne. Qui è il posto perfetto per un ritorno al wild e all’alta quota. Facendo base a Huaraz, si ha la possibilità di fare uscite in montagna "rapide" di massimo 5-6 giorni per poi rientrare alla base, e questo consente di rifocillarsi e prepararsi per l’uscita successiva.

Sono partito dall’Italia da solo con l’idea di raggiungere i compagni di scalata dall’altra parte dell’oceano. Alessandro Fracchetti, che ringrazio di cuore per il suo aiuto e sostegno, è Trentino come me, ma innamoratosi di questo posto e della sua sposa argentina Lola si è trasferito proprio a Huaraz da un po di anni. Qui lavora e tiene una bella famiglia con la piccola Cassia di appena 1 anno. Ale mi ha fatto conoscere vari compagni tra cui un ragazzo cileno, Renato Rodriguez, che si è rivelato un ottimo compagno di scalata: motivato e voglioso di iniziare una vita di alpinismo e montagne vergini come piace a me.

Dopo un po' di acclimatamento da solo sulle montagne di 5000 metri, mi sono riunito con i compagni e abbiamo deciso di tentare una nuova via sul Nevado Ulta 5875m. In lontananza, la parete pareva quasi banale, ma una volta iniziato a scalarla abbiamo subito capito la complessità della stessa. Condizioni e orientamento difficili, meteo non dei migliori. Quasi arrivati in cima Ale non si è sentito di proseguire, un blocco di ghiaccio sulla testa e il pensiero della famiglia… siamo tornati giù ugualmente soddisfatti del tentativo e della grande esperienza.

Poi, con il motivato Renato abbiamo voluto approfittare di una buona finestra di bel tempo. La mente è stata come sempre Ale, e ci ha dato l’idea di aprire una via sul vergine sperone del Huandoy Norte. Lui però, purtroppo, ha deciso di aspettarci casa.

In 4 giorni totali di uscita esploriamo l’avvicinamento, l’accesso dal complicatissimo ghiacciaio che ci dà gran filo da torcere e saliamo la parete. Non rimaniamo sul filo roccioso per il motivo che: 1. cadono blocchi di roccia 2. la salita sarebbe “lenta”, e non abbiamo giorni a sufficienza. Per passare gli strapiombi dobbiamo scalare in artificiale ma la stagione non ce lo consente. Quindi concateniamo una serie di vie in posto appena a destra dello sperone roccioso, salendo così una via diretta ed elegante ma in stile veloce, ed estremamente alpino!

Qui mi sembra che gli scalatori abbiano ancora una mentalità molto "lenta e pesante” nell'affrontare le pareti. Io invece ci tengo ad essere il più leggero possibile e salire le montagne con lunghi round trip non-stop, a costo di essere appunto più leggeri e veloci. E anche sicuri. Non mi interessa se non si dorme e non si mangia, dormiremo e mangeremo al ritorno! Ho fatto uscite su montagne sopra i 5500 metri in giornata con stile super leggero e sono convinto che anche tra le Ande della Cordillera Blanca il futuro sia lo stile alpino. I miei compagni hanno condiviso al pieno l’idea e porteranno avanti lo stile alpino tra le loro montagne!

Ringrazio ancora Alessandro, Lola e Renato, gli altri scalatori locali Jilmer, Micher, Edwin, Miquel, l’amico Victor e tutto lo staff del Caroline Lodge (ostello di Huaraz) dove oramai sono di casa.

Starò qui ancora circa 15 giorni per poi rientrare in Europa nella mia stagione preferita, l’autunno. Anche questo viaggio mi sta insegnando molto, e la mia malattia di montagna sta aumentato ancora!

Saluti e buona montagna a tutti!

di Tomas Franchini

Link: FB Tomas Franchiniwww.tomasfranchini.com

Tomas ringrazia i suoi sponsor: Ferrino, Salomon, Level, Bliz Eyewear, Casimiro, La Casara Veg, Spireat, Rohener, MT sport and trading




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