Selvaggia Sorte, Cima Tosa e la prima salita di Tomas Franchini e Alessandro Lucchi del 2013

Tomas Franchini ricorda la prima salita di Selvaggia Sorte sulla Cima Tosa, 3133 m in Dolomiti di Brenta aperta, dopo un primo tentativo in solitaria, insieme a Alessandro Lucchi nel 2013.
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Tomas Franchini durante l'apertura di Selvaggia Sorte sulla Cima Tosa, Dolomiti di Brenta, insieme a Alessandro Lucchi il 12/03/2013
Alessandro Lucchi

L’altro giorno abbiamo dato notizia della prima ripetizione di Selvaggia sorte da parte degli alpinisti Ines Papert e Luka Lindič che il primo dell’anno hanno salito, con alcune varianti, questa via di 500 metri sulla parete ovest di Cima Tosa nelle Dolomiti di Brenta. La linea porta la firma di Tomas Franchini e Alessandro Lucchi che il 12 marzo 2013 l'avevano salita fino alla fine delle difficoltà per poi scendere a causa dell’arrivo del buio invece di continuare fino in cima.  Da notare che pochi giorni prima Franchini aveva tentato di aprire la via in solitaria, e che era sceso dopo il settimo tiro. Incuriositi, abbiamo chiesto alla guida di Campiglio di raccontaci qualcosa di quella avventura di 5 anni fa.

SELVAGGIA SORTE di Tomas Franchini

Anche la Cima Tosa, nel 2013, ha fatto nascere una nuova via di salita invernale regalando una linea unica su una parete selvaggia e severa in un ambiente indescrivibile. Da lontano l'avevo intravista ma non avevo l'assoluta certezza che ci fosse stato qualcosa, anche perché le condizioni stavano un po' cambiando e magari non c'era più niente...ma parto lo stesso, è più la voglia di andare a farmi un giro che la speranza che ci sia una linea invernale. Se c'è bene e se non c'è è lo stesso.

Arrivo sotto la ovest di Cima Tosa, e alle ore 8 del 4 marzo attacco un'evidentissima linea a circa 100 metri a destra del grande pilastro e 200 metri a sinistra del grande distacco recente di quest'autunno. E' una linea nera che porta ad una bellissima goulotte d'uscita prima del plateau sommitale caratteristico della Tosa. Sono da solo. Un compagno è difficile trovarlo, difficilissimo, ma mi piace molto essere l'unico in mezzo a tutte queste montagne e di fronte a questa parete che non sembra per niente facile. Mi autoassicuro su tutte le lunghezze e procedo veramente lento anche perché ho poco materiale, quindi faccio tiri piuttosto corti ma pian piano continuo a salire. La giornata è fantastica e nelle pause mi guardo attorno e ascolto il silenzio di questo magico ambiente. Alle 17 e 30 dopo essere stato avvolto da una luce rossa intensa decido di scendere perché il buio mi raggiungerebbe sicuramente prima di uscire anche se non sono lontano dalla fine della parete. Alla base lascio il materiale e torno al bivacco a dormire, il giorno dopo scendo guardando la fantastica linea promettendo che ritornerò ma con una forte rabbia per aver perso la macchina fotografica, cosa che non mi permette di fotografare niente!

Ritornare a concludere la via da solo mi piacerebbe ma i giorni a disposizione sono pochi e in solitaria si è più lenti… così cerco un buon compagno che mi possa aiutare a finire di aprire questa linea facendoli apprezzare anche a lui l'incanto di quell'ambiente. Con mia grande felicità mi accompagna Alessandro Lucchi, valoroso alpinista di grande esperienza e voglia di vivere! Il 12 marzo attacchiamo insieme. Voglio che Ale faccia i tiri fin dove sono arrivato in solitaria per poterli apprezzare e giudicare; anche a lui piacciono molto confermando che stiamo scalando qualcosa di unico. Dopo 7 tiri quindi ci scambiamo e parto di nuovo io per la parte "nuova" da affrontare; è subito impegnativo, più del previsto ma finalmente siamo alla base della goulotte che ci porta all'uscita, questo tiro è fantastico, il ghiaccio è poco ma quel che basta, la roccia non offre punti per buone protezioni, passo faticosamente il primo strapiombo, poi il pezzo verticale, candela esile finale su ghiaccio da cascata ed esco! Che bello! Ci sono ancora due salti di neve inconsistente da superare per arrivare alla pala finale; viste le condizioni meteo e l'ora non andiamo sulla Cima ma scendiamo su consiglio esperto di Ale per non rischiare di essere soffocati dalla nebbia al buio.

La discesa ci fa dannare costretti a manovre da circo e a tagliare la corda ma al buio arriviamo alla base e, dopo aver caricato gli zaini, ci addentriamo nello scuro profondo della Val Brenta arrivando tra la civiltà! Selvaggia Sorte mi sembra un nome che si addice alla linea, alla parete e alla particolare salita e avventura che questa via ci ha regalato.

di Tomas Franchini

SCHEDA: Selvaggia Sorte, Cima Tosa, Dolomiti di Brenta

Link: FB Tomas Franchiniwww.tomasfranchini.com

Tomas ringrazia i suoi sponsor: La SportivaFerrino, Primus, Blue Ice, Beal, Level, Calze GM, Blizeyewear, CampoBase Travel, Casimiro, Sempreverde Biogermogli




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