Nuova via sul Mulaz in Dolomiti di Pierangelo Verri e Roberto Calabretto
Quando l'anno scorso, Roberto mi propose di aprire una via nuova sul Mulaz, lo guardai perplesso, sogghignando. Trovai ridicolo pensare che ci fosse ancora spazio per un’ apertura in quel groviglio di linee documentato dalla guida TCI delle Pale, soprattutto con difficoltà accessibili a due vecchietti storti e rotti come noi...
Ma Roberto con determinazione e sfoderando la sua esperienza di quelle zone tornò alla carica dopo qualche giorno, con un'immagine scaricata da internet, dove si vedeva la parete ovest in tutta la sua ampiezza e dove effettivamente, c'era uno spazio vergine fra la riga di Magia Nera e la via Ma Ma.
Immediatamente dalla foto noto un piccolo particolare da non sottovalutare: fra le due vie ci sono due fasce strapiombanti e levigate che non mi fanno presagire niente di buono. Cercando di assecondarlo, e comunque spinto dalla bramosia di riuscire ad aprire una via di fianco al capolavoro di due miti come Gigi e Venturino, attacchiamo la parete verso fine ottobre con un freddo bestiale!
Il primo tiro, con un bel strapiombo, riusciamo a domarlo dopo varie peripezie e resting a "gogò". Le lunghezze successive più addomesticabili ci portano al primo muro repulsivo, costringendoci ad una meticolosa chiodatura e purtroppo a malincuore anche ad altre pause artificiali prima di superare due singoli obbligatori.
Tiriamo fiato con un tratto meno duro che ci conduce alla seconda fascia di strapiombi. Azzardiamo timidi tentativi su righe nere levigate ed improponibili, decidiamo perciò di rimandare all’anno successivo, la stagione è avanzata ed anche il freddo ha la sua parte.
Una sera di luglio 2019 decidiamo di portarci alla base della nostra via e passare la notte all'addiaccio, allietati da un bel tramonto e dal piacere di ritrovarci come ai vecchi tempi sotto alle stelle. Ci risvegliamo il mattino seguente con una brezza calda, un’alba che lascia ben presagire per la giornata. Ripercorriamo infatti tutta la prima parte liberando i tiri dell’anno precedente grazie all'agevolazione dei chiodi lasciati; il primo tiro in particolare è una bomba per gli avambracci.
Quindi decidiamo di evitare l’ennesimo muro a mio avviso improteggibile obliquando verso sinistra in prossimità di "Magia Nera", per ritornare a destra raggiungendo il colatoio terminale che da direttiva alla via. Proseguiamo su roccia fantastica con difficoltà di VI VI + circa, fino a raggiungere un cordino su uno spuntone che, ahimè, ci fa capire che nell'ultimo tratto siamo finiti sulla via di Gigi. In quel tratto infatti Magia Nera si sposta molto a destra rispetto alla riga nera principale. A malincuore ci caliamo, decisi di tornare un'altra volta per cercare una linea indipendente molto più a destra.
Lunedì 19 agosto torniamo alla carica. Raggiunto il margine destro del muro di strapiombi levigati, con un delicato obliquo raggiungiamo una fascia grigia compatta che ci costringe ad appenderci nuovamente come dei "baccalà" non avendo più la capacità di osare la libera pulita in apertura.
Per fortuna entra di tutto, così ci ricaliamo per liberare il tiro che si presenta di una bellezza incomparabile e meno duro del previsto. L'itinerario prosegue con altre due lunghezze di V VI grado, su rocce grigie molto compatte, poco a destra di un stretto colatoio nero.
Stanchi e felici raggiungiamo la cima del Mulaz dove ci attendono le nostre compagne Lia e Caterina, oltre a Sofia la figlia di Roberto a cui dedichiamo la via.
Un grazie di cuore a Roberto per avermi dato l'opportunità di aprire quella che forse è la via più bella della mia carriera.
Risultato: una via bella in un ambiente unico, su roccia ottima, con difficoltà continue ma non esagerate, lasciata con più chiodi di quelli usati... per la gioia di tutti i ripetitori!
di Pierangelo Verri.
SCHEDA: Magic Line per Sofia, Mulaz, Pale di San Martino, Dolomiti