L'amore per le Dolomiti e una via di Pier Verri
Pierangelo Verri è, secondo il mio pensiero, uno dei più forti e umili arrampicatori che i Monti Pallidi conoscano. Il suo Alpinismo è fatto di solitarie, invernali e linee “non per tutti”. Non per me almeno che gravito sul pianeta terra! Sul Piz de Sagron visibile ed estetico c’è un elegante Spigolo, una linea del Pier che si addice alle mie possibilità, la linea giusta per dire a me stesso “Ho ripetuto una via del Grande Verri!”.
Qualche Zecca si stabilisce sulle mie gambe, mentre con Paolo cammino verso l’attacco, nessun rumore, una montagna deserta e solitaria davanti a noi, la gioia di potere arrampicare liberi nel mezzo di regole non scritte ma volteggianti nell’aria... il rispetto della parete nel rispetto di chi l’ha salita.
È la prima volta che “entro” da questo versante, intorno pareti, paretine, spigoli e placche, una meraviglia della natura. Alla base depositiamo gli zaini per salire il più leggeri possibile, uno sguardo verso l’alto e con la relazione stampata in testa lasciamo che l’istinto ci conduca verso chiodi piantati nel giusto e clessidre cordonate ad indicare il giusto!
La roccia è bella, scalabile e sicura, il silenzio mischiato con una leggera aria e l’ombra della Nord rendono la salita piacevole, una lunghezza dopo l’altra, in alternata, poche parole, soltanto intesa e stupore nel guardarsi attorno. Le Dolomiti sono opere d’arte, ma senza la firma di artisti diventerebbero opere silenziose e destinate al tempo che scorre, senza storia. Amo le Montagne, da tempo vivo in mezzo a loro, ma le Dolomiti sono quel qualcosa di più che va oltre all’amore mentale, sono la mia passione, quella voglia che ingelosisce perfino la mamma dei miei figli.
Una lunghezza stupenda mi viene “rubata” dalla coincidenza, tocca a Paolo che sale una fessura, attraversa in placca e supera un leggero strapiombo, assicurato da rari chiodi piantati dal Pier. Ma la fortuna vuole che anche il tiro successivo sia da “orgasmo” verticale. Sulla cima ci guardiamo increduli, un classico grado a portata di molti, conosciuto da tanti ma salito da pochi.
La discesa è lunga e laboriosa lungo un canale quasi verticale, che ci riporta agli zaini, soddisfatti, soddisfatto per la giornata trascorsa lungo appigli sconosciuti in un luogo fantastico, lontano da mode e in descrizioni. Ritorno in Valle di San Lucano dove i piccoli mi aspettano, vogliono sapere dove sono stato oggi, se mi sono divertito, stancato... rido e racconto, il pensiero va a Pier Verri, poeta della verticale. Grazie Pier!
Buone arrampicate a tutti e... viva le Dolomiti.
Ivo Ferrari
Piz de Sagron - Dolomiti Feltrine
via “Ariano Zanin”
08-07-1990 P. Verri - C. Longo - R. Calabretto e C. Dall’Olmo