Nanga Parbat, Manaslu ed Everest in inverno
Stanno per entrare nel vivo i tentativi invernali su alcune delle montagne più alte del mondo.
Nanga Parbat
L’inverno è iniziato ufficialmente da qualche giorno e con un colpo a sorpresa arriva la notizia che il Nanga Parbat in Pakistan verrà tentato in inverno da Hervé Barmasse, David Göttler, in spedizione insieme a Mike Arnold e Qudrat Ali. E se non bastasse l’obiettivo - annunciato finora soltanto via twitter sull’account dell’agenzia che segue la spedizione e ancora in attesa di conferma - sarebbe di raggiunge la cima di 8125 metri attraverso l’enorme parete sud, ovvero la temibile parete Rupal. Una delle parete più grandi, difficili e mitiche in assoluto.
Barmasse e Göttler hanno già fatto cordata insieme diverse volte in passato, in particolare nel 2017 quando hanno salito la parete sud dello Shisha Pangma, tornando indietro dopo uno blitz di 13 ore a soli 3 metri dalla cima a causa dell’alto rischio di valanghe. Per il 43enne tedesco si tratta del secondo tentativo invernale al Nanga dopo quello del 2014, sempre sulla parete Rupal e lungo la via Schell, insieme a Simone Moro con l'affiancamento di Emilio Previtali, quando la montagna non era ancora mai stata salita in inverno. Ricordiamo che la storica prima invernale è stata effettuata nel 2016 lungo la via Kinshofer sul versante Diamir e porta le firme di Moro, Ali Sadpara e Alex Txikon, mentre Tamara Lunger si era fermata poco sotto la vetta.
Manaslu
A proposito di Moro e Txikon. Dopo il tentativo dell’anno scorso, i due alpinisti sono ritornati al campo base del Manaslu per tentare nuovamente il colosso nepalese nella stagione più fredda, questa volta insieme a Pasang Rinzee Sherpa. Per Moro si tratta del quarto tentativo al Manaslu in inverno, per Txikon il secondo. Mentre il basco ha già allestito il campo base, finora Moro si è acclimatato salendo con Pasang Rinzee Sherpa il Lobuche East (6119m) e l’Ama Dablam (6812m). Ricordiamo che il 54enne alpinista bergamasco detiene l’imbattibile record del maggior numero di ascensioni in prima invernale sugli ottomila, grazie alle prime invernali allo Shisha Pangma (2005), al Makalu (2009) al Gasherbrum II (2011) e al Nanga Parbat (2016).
Everest
Se le sopraccitate spedizioni sono accompagnate da un grande punto interrogativo, quella del Jost Kobusch è di una dimensione impossibile da quantificare. Il tedesco ha annunciato di voler tentare non soltanto la montagna più alta della terra in inverno, ma anche senza ossigeno supplementare ed in solitaria. E non per la via normale, ma lungo la Cresta Ovest poi, sulla parete nord, l' Hornbein Couloir finora mai salito in inverno. Kobusch aveva posto questa altissima asticella già due anni fa e nel 2020 era arrivato, completamente da solo, a quota 7366 metri. Secondo il 29enne alpinista, già arrivare alla base del Couloir a circa 8000 metri, sarebbe un successo. Indubbiamente.
Pakistani Quadrat Ali,
— Tour De Rakaposhi (@TRakaposhi) December 21, 2021
German Göttler, American Arnold and Italian Barmasse to attempt to climb Rupal Face of #NangaParbat (8,126m) this winter. #winterexpedition #tourderakaposhi @ETroguet @CarlosGarranzo @sajid_sadpara @ali_sadpara @AlexTxikon @KrisAnnapurna @GBPolice1422 pic.twitter.com/k7rCM4014p