Al Courmaon in Valle dell'Orco Andrea Migliano e Lisa Seffusatti trovano il loro Chiodo Fisso
Proprio sopra casa, più precisamente dalla finestra della mia stanza, vedo sempre sbucare lo spigolo Est di questa montagna che segna l'apice meridionale della catena del Gran Paradiso.
Il Courmaon non vanta di grande fama eppure se ha visto la frequentazione ed il passaggio di personaggi come Gervasutti, Gian Carlo Grassi, Alberto Re, Ugo Manera e Gian Piero Motti, una ragione valida c'è. Lo sconforto nel leggere le descrizioni dell'avvicinamento probabilmente tiene lontano la maggior parte degli alpinisti, la verità è che non è tanto diverso dagli approcci alle grandi pareti o alle più famose salite alpinistiche, semplicemente non è segnalato da una traccia, da bolli di vernice e tanto meno da ometti.
Era da un anno che io e Liz sognavamo un'avventura per scoprire il selvaggio versante N-E del Courmaon. Le informazioni erano poche e le possibilità di trovare roccia decente ancora più basse. Per me le salite così sono le più saporite, per l'incertezza che scaturisce prima di partire sulla buona riuscita di un'ascensione e su quello che si potrà incontrare lungo il percorso. Sapersi orientare tra il districato susseguirsi di diedri e fessure per scegliere i passaggi più logici e allo stesso tempo più estetici è un gioco bellissimo.
Siamo partiti il 4 luglio con uno zaino leggero per essere veloci e abbiamo approfittato del buon innevamento alla base della parete per evitare di passare dallo zoccolo, salendo quindi da un evidente canale che ci ha subito permesso di iniziare ad arrampicare su roccia di qualità.
Le possibilità di proteggersi erano sempre molte grazie alla quantità di fessure presenti sul mare di gneiss, anche nel tratto più complicato caratterizzato dalla roccia giallo fluorescente che ricopriva la superficie, senza infastidire l'arrampicata. Nel primo pomeriggio abbiamo raggiunto l'anticima e con un breve tratto di facile cresta abbiamo passato la vetta per scendere sullo scenografico versante opposto che si affaccia sul lago Lillet. La discesa è veloce e intuitiva, motivo in più per avventurarsi su questa montagna per intenditori del genere!
Ringrazio gli sponsor La Sportiva e Wild Country, e Lisa che mi spinge sempre in alto, supportandomi sopportandomi!