L'attraversamento invernale delle Alpi di Alberto Paleari

Un grande viaggio e un’avventura quasi d’altri tempi: L'attraversamento invernale delle Alpi. Dal lago Maggiore al lago dei Quattro Cantoni, l’ultimo libro dello scrittore, guida alpina e alpinista Alberto Paleari per Edizioni Monterosa, ci porta nella dimensione senza fine e senza confini della scoperta che esplora il mondo che c’è attorno e dentro di noi. La recensione di Simonetta Radice.
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Attraversando glia Alpi in inverno: alba sulla Cima Bina in Valgrande
Alberto Paleari

Un’avventura in punta di piedi: verrebbe da definirlo così il viaggio che Alberto Paleari racconta nel suo ultimo libro “L’attraversamento invernale delle Alpi”: una traversata dell’arco alpino da Sud a Nord in pieno inverno, facendo tappa quasi sempre in bivacchi non custoditi o locali invernali, in pressoché piena autosufficienza. Alberto Paleari è partito in compagnia degli amici alpinisti Luigi Ranzani e Alberto Rigo dalle montagne di casa, dalla selvaggia Valgrande, per arrivare fino a Engelberg, in Svizzera, attraverso alcune tra le valli più remote delle Alpi.

“Non ho mai capito né condiviso la moderna smania di viaggiare, di sorvolare oceani per scoprire terre di cui ormai si sa tutto”, afferma l’autore nelle prime pagine del libro e, citando lo storico Matteo Melchiorre ne “La Via di Schener”, continua: “Oggi abbattere l’orizzonte comune non può che significare l’astensione dal movimento a oltranza, scoprire il Borneo non dico dentro di noi ma in quegli infiniti spazi dimenticati che ci stanno accanto e da cui la vita umana, per effetto della storia, si è ritratta come una marea.” Se a tutto questo aggiungiamo la solitudine e i silenzi che solo l’inverno sa regalare, il gioco è quasi fatto e le distanze che separano la Valle Isorno dal Tibet di colpo rimpiccioliscono fin quasi a sparire.

Come sempre, i libri di Alberto Paleari non sono semplici guide. Il racconto dello spazio è anche un viaggio nel tempo a cui si affacciano gli (anti)eroi di oggi e di ieri: dai partigiani rifugiatisi in Valgrande per combattere il fascismo e un modello di eroismo imposto falso e ipocrita, alla figura mitica di Guglielmo Tell raccontata nel dramma di Schiller, una specie di eroe western ante litteram, costretto dalle circostanze più che da vera vocazione. Anche i protagonisti stessi della traversata sono abbastanza lontani dallo stereotipo del cavaliere senza macchia e senza paura: “La nostra non è un’impresa sportiva, nessuno dei partecipanti è un atleta”. Così, nel corso del viaggio, in cui gli unici strumenti di orientamento sono cartina e bussola - si scoprirà che anche le guide alpine cadono, che fare un fuoco non è sempre facilissimo, che se il tempo è troppo brutto ci si può concedere una pausa e – incredibile a dirsi – che le previsioni meteo svizzere non sono sempre all’altezza della loro fama. C’è qualcosa infine che lega tutte queste vicende, di ieri, di oggi e, si spera, anche di domani: la ricerca della libertà, la voglia di non lasciar mai spegnere quel fuoco che cova sotto la cenere delle nostre quotidianità spesso ingrigite e che è il motore ultimo di quanto di nobile e vero rimane di noi, “erranti che per non sbagliare vanno”.

recensione di Simonetta Radice

L'attraversamento invernale delle Alpi
di Alberto Paleari
Monterosa Edizioni




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