Tagliatemi la gamba!

Il racconto (da non perdere) della prima salita della Cresta Sud Est di Monte Muru Mannu (Domusnovas) Sardegna, effettuata a giugno da Marco Marrosu e Lino Cianciotto. Di Marco Marrosu.
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Lino Cianciotto durante l'avvicinamento alla Cresta Sud Est di Monte Muru Mannu, Sardegna
Marco Marrosu

"Gliel’avevo detto ai dottori, da subito, di tagliarmi la gamba!" Lino Cianciotto, seduto sul letto d’ospedale, si teneva tra le mani quello che rimaneva della gamba. Stringeva il quadricipite e dal ginocchio in giù il resto dell’arto e il piede sparivano. Sorrideva e nel frattempo chiacchieravamo concitati, meravigliandosi lui e meravigliandomi io, del fatto che, in assenza del peso della restante parte, il ginocchio non voleva abbassarsi e rimaneva flesso verso l’alto. "Ogni tanto mi viene un profondo prurito al piede mancante"… fuori di testa!

Lino è guida escursionistica, fotografo e autore di molte guide del Sulcis-Iglesiente (Sardegna), titolare della sua ditta "Naturalmente Sardegna". Durante un escursione un enorme blocco si sposta inaspettatamente e schiaccia completamente una parte della sua gamba. Portato in salvo dal CNSAS, appena entrato nell’ospedale, Lino, guardando la gamba e guardando dei dottori perplessi, chiedeva serenamente di tagliare tutto. Martellare i medici con la medesima frase tutti i giorni non aiutò i propositi di Lino e i dottori continuarono a pensare che fosse ancora in uno, seppur stranamente lungo, "stato di shock".

Quando infine fu deciso che tagliare tutto era la soluzione migliore, la frase "e cosa vi avevo detto io" chiuse ogni tipo di discussione.

La passione per l’avventura ed esplorare vogliono dire per me "andare oltre", avere una mente aperta a nuove soluzioni e nuove esperienze, spesso mai messe in atto da nessuno. Lino penso appoggi, pienamente, questa mia filosofia e in poco tempo ha pianificato il raggiungimento del suo nuovo obiettivo: ricominciare a fare le stesse attività di prima. Eccolo quindi con una protesi che accompagna tra i suoi monti sbalorditi clienti, o sott’acqua con le bombole, o pedalando per chilometri sulla bici. La "nuova gamba" diventa quasi un gioco per verificare "sino a dove potrò spingermi?"

Nel frattempo io, nei giorni seguenti, avevo individuato una lunga ed esposta cresta rocciosa osservando una foto su un libro. La zona era chiaramente quella di cui Lino ha una grande conoscenza e dopo una breve telefonata mi spiegò come arrivarci. La cresta non era mai stata scalata da nessuno e mi sembrò un bel regalo per entrambi provare a salirla insieme.

Una via di arrampicata nuova, in stile trad e con una disabilità simile… come ce la saremo cavata? In questi casi non c’è che una soluzione: pianificare, per limitare al massimo gli imprevisti, e semplicemente provare, perché anche dagli sbagli si cresce e si aprono nuove porte.

Eccoci quindi sotto la parete. Lino si sistema l’arto artificiale. La mia prima domanda è: terrà di più il friend o l’aderenza della protesi?

Ci inoltriamo nel nostro "terreno nuovo" e la "cavalcata" della cresta diventa sempre più entusiasmante! All’inizio il filo è discontinuo e con roccia instabile ma poi la cresta diventa solida e più affilata. Tiro dopo tiro i comandi e l’arrampicata diventano più fluidi. Lino recupera il materiale che inserisco, segue la regola dei tre punti d’appoggio e infine arriviamo in vetta. Il panorama è stupendo, ma non è stupendo solo questo, sono felice perché oggi è una giornata speciale. Sulla cima mi accorgo che poggiamo i nostri 3 piedi e che anche oggi qualcosa di nuovo e ancora di più è stato fatto. Le barriere mentali sono le più difficili da abbattere ma quando questo avviene si apre un mondo nuovo.

Vedo Lino scivolare durante il rientro a piedi, in discesa, e due secondi dopo finisco a terra anche io… non mi viene che da ridere.

di Marco Marrosu

SCHEDA: Cresta Sud Est di Monte Muru Mannu




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