Federica Mingolla in Valle dell’Orco libera KTM sulla Parete del Sergent
È da quasi 5 anni che vengo in Valle Orco, mi ci ha portata la prima volta Adriano Trombetta, guida alpina e mio grande amico, ed è stato subito amore. Non so spiegarmelo, ma ogni volta che penso a questa valle mi vengono in mente le parole "casa" e "famiglia". Ho stretto molti legami qui e ho vissuto momenti di assoluta felicità, per questo motivo si è creato un rapporto molto particolare con questa valle.
La sua roccia così simile al granito, ma comunque puro come quello del Monte Bianco, rendono la scalata molto esigente, infatti non sempre presenta quell'aderenza tanto bramata. Bisogna quindi essere attenti ad usare i piedi e a stringere piccolissime croste, spesso simili a lame di rasoio.
Ma non è solo la roccia, e la sua storia con il movimento del Nuovo Mattino, ad attrarmi di questa valle, ma è il posto in sé! È il paradiso! Montagne che fanno da cornice al Lago di Ceresole, coloratissimi alberi e prati che circondano le poche case dei minuscoli paesi, e poi le pareti che bucano il paesaggio innalzandosi gialle o grigie, liscissime come cave di marmo.
E qui arriviamo forse al motivo per cui ho scalato diversi tiri e vie che poche persone avevano salito fino ad oggi, talvolta nessuno come per esempio Occhi Nuovi e KTM alla Parete del Sergent, entrambi monotiri di grande precisione e tecnica, potremmo dire démodé, di cui ho realizzato la prima ascensione in libera. Non credo di essere stata la prima perché sono vie estremamente difficili, infatti sono vie di 8a+ entrambe, quindi ben lontano dal massimo. Credo di essere stata la prima invece perché questo genere di arrampicata non è più così di moda, infatti spesso si preferisce andare a scalare su calcare dove le soddisfazioni non mancano.
C’è anche da dire che siamo nel ventunesimo secolo, e al giorno di oggi si allena sopratutto nelle palestre di arrampicata che insegnano molto bene a muoversi su calcare e meno bene a giocare con gli strani trucchi di equilibrio richiesti dal granito ed in particolare dalla Valle dell’Orco.
Quindi è un'arrampicata diversa, antica, molto mentale e meno fisica generalmente. È quella che più mi piace in assoluto perché è una continua scoperta su come superare passaggi che inizialmente sembrano impossibili, mentre dopo tanti tentativi o in condizioni climatiche diverse improvvisamente si rivelano.
Vie ancora da liberare ce ne sono parecchie, perché in passato ne sono state aperte tante in artificiale. Io quindi continuerò per la mia strada, cercando questi equilibri delicati. E sarò ovviamente molto felice di condividere giudizi con chi vorrà venire a ripeterle, qui su nella magica Valle dell’Orco.
Federica Mingolla
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