Cortina d'Ampezzo climbing paradise. Di Paolo Tassi

Alcune riflessioni di Paolo Tassi, guida alpina, sciatore e Scoiattolo di Cortina, a margine dell'inaugurazione della nuova palestra indoor di arrampicata intitolata a Lino Lacedelli. Un'ultima arrivata che si aggiunge a quel patrimonio naturale davvero unico offerto dalle Dolomiti d'Ampezzo a tutti gli alpinisti e gli arrampicatori.
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La nuova palestra d'arrampicata Lino Lacedelli a Cortina d'Ampezzo, Dolomiti
Cortina360

Lo stereotipo che più mi fa girare le scatole al quale viene associato il mio paese è: "a Cortina si viene per lo struscio in centro...” ecc ecc... Ma c’è struscio e struscio!

Per un arrampicatore strusciare vuol dire infilarsi dentro un camino (spesso umido o bagnato) e con fare spesso goffo e incerto si conquistano metri verticali, ci si muove come dei vermi in barba all’eleganza e all’allenamento. Durante lo struscio verticale sovente s’incrociano cordini ricoperti da uno strato algoso infilati alla "speaindio", cunei di legno che danno fiducia come i tacchi alti in discesa da un ghiaione ed ogni altro reperto archeologico dell’ “assicurazione” veloce degli ultimi 2 secoli di storia della scalata.

Già, a Cortina esiste un altro struscio! È radicato nella storia del Paese, il turismo è nato con l’alpinismo, le Guide sono i primi professionisti della montagna. Il patrimonio verticale è stato valorizzato nel tempo dai numerosi arrampicatori che si sono cimentati sulle pareti; durate la grande guerra le truppe alpine di entrambi gli schiaramenti hanno dato vita ad una serie di percorsi dai quali sono nate le vie ferrate. Un patrimonio enorme.

Lo scorso anno, grazie allo spunto dell’ingegnere Illing, noi Guide di Cortina ci siamo dedicati al censimento dei percorsi. Ogni Guida ha studiato un gruppo montuoso ricercando tra libri, siti, riviste e note le linee salite dagli alpinisti. Sicuramente qualche via è scappata alla ricerca, ci sono sempre stati e sempre ci saranno gli arrampicatori che scalano per se stessi e non lasciano traccia scritta ma solo qualche anonimo chiodo. Ma il risultato è impressionante nei numeri.

Dal 1864 ad oggi sono stati percorsi circa 800 vie classiche e sportive, 700 tiri di arrampicata sportiva e 27 ferrate. Le vie di scalata sviluppano quasi 250.000 metri di roccia toccata con mano e 20.000 metri di ferrate e sentieri attrezzati. Numeri forse ineguagliabili per le altre località alpine. Chiaramente ci sono tutte le difficoltà, dal primo grado all’ 8c+. Ma non è finita qua.

Dal 2 giugno è attiva anche una bellissima palestra d’arrampicata dedicata a Lino Lacedelli. Ci voleva a Cortina d’Ampezzo una struttura indoor degna della tradizione e della storia che ci ha attraversato. Più di 70 tiri si sommano al capitale naturale tracciato sulle pareti dolomitiche, una piccola via ferrata per capire come ci si muove, un panorama che fa voglia di raggiungere le cime circostanti.

Sì, Cortina è un paradiso per la scalata. Venite a trovarci, adesso si può scalare anche quando piove! Ma prendetevi tempo, c’è un sacco di cose da fare...

di Paolino Tassi

Ps. Si ringraziano:
Mauro Devich, Pier Smaltini, Alessandro Fiori, Giovani Zanettin, Carlo Alverà, Andrea Piccoliori, Franco Gaspari, Enrico Maioni, Simone Corte Pause, Le Guide di Cortina coinvolte nella ricerca.
Morena Arnoldo del consorzio www.lagazuoi5torri.dolomiti.org per il lavoro di coordinamento
L’Ingenier Stefano Illing per il costante stimolo ed ispirazione
E tutti quelli scalatori che hanno avuto la fortuna, il coraggio e la caparbietà di toccare la roccia vergine e scoprire nuovi itinerari lasciando un segno indelebile sulle crode d’Ampezzo.

Se volete scalare, fare una ferrata o uno struscio verticale www.guidecortina.com

Per scalare presso la palestra Lino Lacedelli: www.cortina360.it




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