Allenare i giovani all'arrampicata sportiva. Di Fabio Palma

E' uscito Allenare i giovani all'arrampicata sportiva, preparazione fisica e pianificazione del lavoro di Fabio Palma (Versante Sud). L'autore stesso presenta il nuovo manuale, frutto di anni di lavoro sul campo con i giovani climber, ma 'applicabile a qualunque età fino ad almeno 70.'
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La copertina di Allenare i giovani all'arrampicata sportiva di Fabio Palma, Versante Sud 2019
archivio Fabio Palma

Così come in outdoor sono state le scarpette (e in alpinismo i Friends) a rivoluzionare gesti e difficoltà, così nell'arrampicata indoor è stata la tecnologia a stravolgere le evoluzioni, prima nel Boulder e poi sempre di più anche nella Lead, la più ortodossa delle tre specialità.

L'avvento di volumi e prese sempre più grandi, svasi e dalle forme geometriche variegate ha relegato la “microtacca” di 5mm ad un ruolo accessorio e secondario. E se fra i grandi questo ha comportato la fine del dominio russo, per gli amatori e per i giovani e giovanissimi questo ha involontariamente salvato da artrosi sicure intere generazioni.

Il dott. Schöffl, medico della nazionale giovanile tedesca, pubblicò uno studio frutto di anni di analisi, con un risultato sconvolgente: il 28% dei componenti di tale nazionale, età fra i 13 e i 18 anni, aveva un'artrosi alle dita avanzata! D'altronde, se volevi vincere dovevi per forza allenarti su piccole liste, al trave o al Pan Güllich.

Proprio in quel periodo le aziende cominciarono a sfornare le nuove prese e volumi, e tracciatori di grandissimo repertorio gestuale come Jacky Godoffe ne fecero immediatamente uso sapiente. Si cominciò a parlare di Boulder Parkour, di inquinamento dell'arrampicata, e così via. Stavano nascendo palestre di dimensioni enormi, neppure lontanamente comparabili a quelle di soltanto due anni prima.

Personalmente pensai subito a Stone Monkey, di Johnny Dawes, pluripremiato cortometraggio di arrampicata del fuoriclasse inglese che scalava in discesa le placche di 7c, saltava come un gatto da un masso all'altro, e aveva una lista di boulder irripetuti (nella terra di Ben Moon e Jerry Moffat, non propriamente gli ultimi arrivati) che non finiva più. Dawes aveva salito questi boulder (ma anche vie su quell'arenaria inglese con protezioni eternamente lontane e di fatto inutili), con corse, salti, dinamici, evoluzioni che qualunque altro scalatore anni '80 e '90 aveva giudicato impossibili.

Oggi gli allenamenti dei giovani e giovanissimi devono prevedere la coordinazione fra gli ingredienti principali, e la preparazione fisica è completamente diversa, in questo molto aiutata anche dalla Speed, specialità che ha nella Forza Esplosiva e quindi nella Potenza il sacro Graal della prestazione.

L'attinenza con la realtà è ben superiore a quella criticata dagli ortodossi: i Boulder di questo stile sono pressochè infiniti in natura, solo che provarli esige un autocontrollo alla Dawes: un Jump and Stop o un Run and Stop o un lancio triplo in natura comporta, nei tentativi, una sapienza nell'atterraggio che Dawes aveva e che è veramente di pochissimi, pena fratture da football americano (lo sport con più infortuni al mondo, prossimo al 100% di infortunio previsto per un agonista durante una singola stagione...e sono infortuni da 4 settimane minimo...).

E' stato un arricchimento o una violazione alla storia dell'arrampicata? A mio parere, un arricchimento enorme. L'arrampicata di oggi è infinitamente più tecnica e completa di quella di soli 10 anni fa. Trovo che gli allenamenti di coordinazione siano eccezionali da ogni punto di vista. E nella preparazione fisica è indispensabile allenare quelli che in altri sport sono considerati Muscoli Principali, ovvero Gluteo, Pettorali, Dorsali, Quadricipite, Addominali.

Fra l'altro, la preparazione fisica dal 2010 in poi ha avuto in tutti gli sport all'avanguardia dei contributi scientifici positivi anche per la salute, oltre che per le Performances, con una generale riduzione dei carichi di Lavoro e dei Volumi, e con l'avvento di protocolli e metodologie molto meno usuranti rispetto al passato.

Fuoriclasse di ogni sport che li hanno adottati (Lebron James, Ronaldo, Federer) hanno addirittura migliorato la loro Forza e Potenza in età oltre i 30 anni! Giovani come Peaty e Dressel stanno scavando un abisso con il resto del mondo, e le loro foto e video su Instagram sono rivelatrici: lavori di Forza Esplosiva, Potenza, Forza Massimale, con Volume nettamente inferiore al passato.

Nel manuale, il cui contenuto è stato da me sperimentato sotto i 18 anni ma che ovviamente è applicabile a qualunque età fino ad almeno 70, si spiega come impostare i nuovi allenamenti, che protocolli seguire, come inserirli nella routine quotidiana, e che preparazione fisica seguire.

Non c'è nulla sul Pan Güllich e il Trave perchè, semplicemente, non li faccio toccare fino ai 13 anni e rappresentano meno del 10% dell'allenamento dai 13 ai 18 anni, e non per tutti. Invero, i miei giovanissimi che si sono cimentati in falesia hanno comunque raggiunto l'8a in poche uscite, su tiri di calcare di dita. Questo perchè quando hai una struttura muscolare ben equilibrata ciò che demandi ai flessori delle dita è molto meno.

In più, non utilizzo sovracarichi giganteschi ma quando utilizzati sono molto modesti, l'utilizzo dei pesi per muscoli accessori e correzione posture è un Plus, e quindi quasi tutto è piuttosto rivoluzionario per un arrampicatore storico. Anche il peso non è più un tabù (fortunatamente), e la Coordinazione, la Velocità, la Consapevolezza, il ruolo della Fatica Centrale e Periferica sono voci portanti.

Ho avuto l'onore di avere la prefazione di Massimo Bassoli e di Moreno Martinelli: quest'ultimo, Professore alla Statale, ha lavorato o assistito a Team di molti Campioni mondiali ed Olimpici, e con mio stupore ha detto che il manuale è il manuale più interessante degli ultimi anni a livello sportivo, in Italia, semplicemente perchè pubblicare un articolo necessita di un certo tempo ma un manuale esige mesi di lavoro per essere rigorosi. E in effetti l'idea è partita a settembre 2018 e ci ho lavorato dieci mesi...ci sono alcuni capitoli il cui capitolo non è neppure sfiorato dai corsi universitari e sono stati scritti dopo molti studi di articoli scientifici pubblicati dal 2015 in poi, spesso dirompenti e che hanno ribaltato, proprio come i campioni citati, molte convinzioni.

Credo che l'arrampicata abbia fatto non un passo ma un SALTO in avanti negli ultimi anni, sia dal punto di vista della salute che della tecnica, gestualità e preparazione fisica.

di Fabio Palma




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