Romano Perego, l'alpinista fortissimo e l'uomo gentile
Lecchese di Merate, classe 1934, Ragno di Lecco, Accademico del Cai e membro del GHM francese, Romano Perego è stato uno degli alpinisti più forti della sua generazione, e anche uno dei più "silenziosi". Innumerevoli le sue salite tra cui spiccano il McKinley nel 1961 con la storica spedizione guidata da Cassin, la prima italiana alla Nord dell'Eiger (nel 1962 con Armando Aste, Pierlorenzo Acquistapace, Gildo Airoldi, Andrea Mellano, Franco Solina) e le mitiche vie - come la grande Cavalieri - Mellano - Perego sul Becco di Valsoera nel 1960 - affrontate e aperte in cordata con il suo compagno e amico Andrea Mellano con cui è stato anche il primo italiano a salire tutte e tre le grandi pareti Nord delle Alpi (Cervino, Eiger, Grandes Jorasses).
Ciao Romano Perego. Di Fabio Palma
Appena diventato Presidente dei Ragni mi riproposi doverosamente di andare a parlare con gli anziani del gruppo, e il più misterioso era proprio Romano Perego, del quale conoscevo il nome grazie alle vie Mellano-Perego che erano sempre linee di grande estetica.
Sapevo e avevo letto del curriculum di Romano e quando suonai il campanello della sua abitazione di Calco ero preparato, mentalmente, a incontrare un burbero alpinista di grande storia personale e con qualche aneddoto da raccontare. Molti alpinisti di Lecco anni '60 e '70 avevano un carattere molto difficile, ma non mi facevo problemi, volevo semplicemente incontrarlo.
Mi accolse in un grande giardino un uomo che emanava serenità dagli occhi alla camminata, e che in meno di qualche minuto iniziò a chiedermi dei Ragni, cosa facessi, chi fossi, con una gentilezza da nobile di altri tempi. In breve tirò fuori gli scatoloni delle fotografie, che si rivelarono una vera miniera e che feci immediatamente scansionare, e la moglie, altrettanto gentile, disse bonariamente davanti a lui che le uniche cose ordinate in casa erano quelle che avevano a che fare con la montagna.
Mi ripromisi di portarlo su un palco, di fronte al nostro pubblico, e così feci, in una delle nostre serate. Sul palco davanti a oltre 500 persone disse che la via dell'Eiger non era per niente bella e neppure difficile, solo un po' pericolosa. Molto più belle le vie di granito. Lo disse con una semplicità che ci fece tutti scoppiare a ridere. Praticamente aveva stroncato e non era particolarmente fiero una sua grandissima salita.
Romano, tutti lo dicono, era incapace di parlare male di qualcuno, ma questo lo si può intuire dalla sua Grandezza: i veri Grandi non parlano mai male di altri, d'altronde chi parla dietro le spalle è perchè, appunto, sta dietro, e lui di sicuro era uno che era stato avanti, sempre. Un pezzo pregiato dell'alpinismo dei ragni, dell'Alpinismo italiano, potrei dire del mondo visto la Mc Kinley. Mi fece vedere delle foto dell'Afghanistan che di fatto sono dei veri e propri cimeli storici, visto la situazione che c'è in quel paese.
Andavo a trovarlo uno o due volte all'anno, era corrucciato perché per un incidente domestico aveva cominciato ad avere problemi e non poteva più andare in montagna. Stare fermo lo rendeva nervoso ma attenzione, il nervosismo di Romano Perego era sempre come tutti i suoi atteggiamenti, Gentile, silenzioso, posato, e senza nessun impatto sul prossimo. Le persone vere e positive sorridono sempre e non creano problemi, non alzano la voce, sono serene e trasmettono serenità. A tutto questo, lui aggiungeva anche la storia di essere stato un grande Alpinista.
Ciao Romano, hai lasciato un Grande segno positivo non solo sulle montagne, ma anche nella vita e nelle persone che ti hanno conosciuto.
Fabio Palma