1° Corso di arrampicata trad Valle di Susa. Le riflessioni di Filippo Ghilardini
Il 22 aprile di quest’anno si è svolto il primo corso Trad della Val di Susa, ad un mese di distanza vorrei fare un punto su questa attività, raccontare la nostra esperienza ed esprimere alcune riflessioni.
La Scuola Nazionale di Alpinismo Giusto Gervasutti, di cui faccio parte, organizza ormai dal 2017 un corso monotematico di arrampicata TRAD, nell’ambito del raduno Val Grande in Verticale. Insieme alla Scuola di Biella è probabilmente tra le prime in Italia ad insegnare questa disciplina.
Il nuovo corso rappresenta però una novità sotto vari aspetti, in primis il luogo, la Val Susa tempio dell’arrampicata sportiva, sia per i modi. Il classico corso autunnale in Val Grande di Lanzo è un corso specialistico che si rivolge a ragazzi già esperti e volti in qualche modo all’alpinismo, in grado di muoversi in ambiente e su vie di più tiri. L’obiettivo di questo nuovo corso è stato invece quello di presentare la disciplina ad allievi che hanno iniziato da poco ad arrampicare, e non avrebbero avuto i requisiti per partecipare ad un corso avanzato.
La giornata è stata quindi inizialmente proposta in esclusiva, come conclusiva, agli allievi del corso di arrampicata libera di quest’anno, tutti alle prime armi, provenienti dalle palestre o del tutto novizi, ma con il nostro corso alle spalle e grandi progressi ottenuti. I posti sono andati esauriti immediatamente e non è quindi stato possibile, purtroppo, allargare l’offerta. Questo corso è stato anche l’occasione di dimostrare il contrario a chi ancora sostiene che il TRAD non esiste. È vero che è un’attività assimilabile all’alpinismo, ma la differenza la fanno il luogo, ed il modo!
Le attività si sono svolte in due falesie nuove, la Merenderos Trad appena attrezzata da Andrea Giorda, ed il Piccolo Teschio, una parete preparata ad-hoc proprio per questo corso. Una decina di tiri tutti clean, non molto lunghi, in modo da poter sempre avere sott’occhio chi scala, e dove è quasi sempre possibile proteggersi da posizione comode, a volte facilmente a volte meno. Sempre su difficoltà abbordabili e ottima roccia.
Entrambe sono entrate a pieno titolo nel circuito del CIT District, la serie di piccole falesie in bassa Val Susa valorizzate negli ultimi anni in chiave arrampicata trad che continua a crescere grazie all’instancabile contributo dell’associazione Tritoni Verticali e di Manuel Bissaca suo fondatore. Senza dimenticare che in valle c’è gran fermento ed altri gruppi come le "Spazzole Erranti" tirano sempre fuori qualche nuovo blocco o belle fessura da scalare clean.
Proprio Manuel, insieme ad Andrea Giorda, ha regalato agli allievi una bellissima serata all’insegna del Trad, una scorribanda tra le esperienze di Andrea in Galles ed il racconto dei lavori in Valsusa dei Tritoni. Sono stati presentati bellissimi video di lavori e scalate in falesie come l’Alta Tensione, diamante di "granito" sopra San Valeriano ormai dimenticato ma che sta riprendendo vita proprio grazie alla rivisitazione e apertura di nuovi e vecchi itinerari in chiave trad.
Ad essere un istruttore del CAI, o amichevolmente un "caiano" non si ha sempre vita facile, ma si ha accesso ad eccezionali possibilità. Come poter organizzare un corso del genere, a prezzi contenuti, e l’avere a disposizione per gli incontri la meravigliosa Sala degli Stemmi al Monte dei Cappuccini. Sono passati 10 anni da quando varcai per la prima volta queste porte, ed ora, dopo tanti corsi e qualche sudata patacca, ho ottenuto il titolo necessario per poter dirigere un corso così particolare.
In questo modo tutto si è potuto svolgere in sicurezza e con i giusti crismi, grazie al supporto di tanti istruttori titolati ed esperti che hanno permesso di avere un rapporto 1:1 con anche qualche extra. È stato necessario infatti avere istruttori in più per poter far scalare gli allievi da primi di cordata, ma con una corda molle di sicurezza dall’alto.
Vorrei ringraziare per l’ottima riuscita di questo primo corso oltre a Manuel che ha aiutato nei lavori e prodotto un super reportage fotografico, tutti i colleghi istruttori e gli entusiasti allievi (cit. mi fai vedere il trad?! – indicandomi un friend), i quali hanno avuto la possibilità di provare con mano che in falesia ci si può andare e divertirsi anche con i friend, non cambia nulla, il gioco della libera è sempre lo stesso. Sono felice di aver potuto dare una prospettiva un po’ diversa, offerto un’esperienza più che un corso ultra tecnico, aver mostrato un approccio che altrove nel mondo è del tutto normale, da noi ancora no. Grazie anche all’azienda Wild Country che supporta gli istruttori della Scuola con i suoi Friend e Nut
In conclusione, è proprio vero, come recita laconico il 118esimo e ultimo commento alla relazione del corso autunnale 2022 su un popolare blog: - ogni scarrafone è bello a mamma sua -. Il nostro scarrafone però vuole essere anche pulito, divertente, sicuro e rispettoso, per quanto ci è possibile. Chissà che un giorno non sia più desiderabile raggiungere l’obiettivo del "Leave no trace" rispetto al grado più difficile? Buone scalate pulite a tutti.
Filippo Ghilardini (INA – Scuola Gervasutti)