Sulla Palantina, Alpago, il gioco si rinnova. Di Barry Bona
Ricordo ancora bene come dieci anni fa indugiassi a far conoscere le potenzialità delle "montagne di casa", intendendo in tal caso i versanti rivolti verso la conca alpagotta e quindi visibili dalle finestre della mia residenza. Pur riconoscendo il valore delle salite messe a segno durante l’inverno 2011, faticavo a pubblicare le relazioni di Ritorno al Futuro, della Goulotte Zio Ragno, del Cugi’s Corner e di Questo Gioco di Fantasmi. Non potevo immaginare che queste salite invernali dieci anni dopo attirassero così tanti occhi ammirati, tutto dovuto al fascino straordinario che assumono quando la magia del ghiaccio decora gli inespugnabili dirupi rivoli a nord.
Quando pubblicammo le nostre impressioni vissute aprendo la fantastica linea di Questo Gioco di Fantasmi, Peter Moser ed io alludemmo alla magia e all’incantesimo di un attimo unico e difficilmente ripetibile negli annali, di cui noi ne fummo interpreti occasionali e che ci riservò un’intima circostanza. Da allora ho cominciato a guardare la scalata su ghiaccio con occhi nuovi, convincendomi del fatto che la difficoltà tecnica, in questa pratica, sfugge alle leggi nel momento esatto in cui le strutture collassano a terra, azzerando il gioco.
A ridosso del solstizio d’inverno si prospetta l’incubo di un nuovo lockdown, l’emergenza Covid fa scattare ancora gli allarmi, purtroppo. La domenica riesco a salire il Cugi’s Corner con Andrea, incontrando condizioni ancor più eccezionali che in apertura. Lancio un messaggio a due smaniosi amici pronti ad esser sguinzagliati come doberman mentre non c’è più tempo per niente. Anche il meteo sembra ostacolare con rialzi termici e imminenti nevicate copiose.
Il mattino seguente, sbucando dal colonnato di faggi in Val de Piera, scopro ben tre cordate impegnate sulla parete della Palantina: due stanno salendo il Cugi’s Corner, mentre una si sta portando sotto la fascia bianca di Questo Gioco di Fantasmi. Accelero il passo e in breve con gli sci sono sotto a fare il tifo da stadio! Concentro la mia fotocamera principalmente su Santiago Padrós e Diego Toigo, pronti a "giocare con i fantasmi". L’emozione è altissima perché attendo questo momento da dieci anni. Mi auspico che si divertano tutti quanti, anche i quattro amici sul Cugi’s. Riguardo ancora la parete che sembra sorridere in bella compagnie e, salutando tutti, scappo verso i miei doveri a casa.
Trascorro le feste natalizie ossessionato dalla voglia di tornare al più presto lassù, ad ogni uscita sci alpinistica quel nastro di ghiaccio mi perseguita e non dimagrisce di un grammo, anzi spicca evidentissimo già dal paese. Trovo Stefano che, seppure abituato a spicozzare cascate vere e proprie, mi segue entusiasta lungo questi duecentotrenta metri di pura alchimia e ne esce con gli occhi gonfi di stupore. E’ la magia della montagna, gli dico, che dopo dieci anni si è ripresentata con ancor più forza. Il clima sta mutando, con i suoi bruschi cambiamenti, ma in questo caso è indubbiamente a nostro favore! Forse mi sono rimbambito a furia di guardare il dvd di Frozen con mia figlia e credo ancora alla magia e ai suoi incantesimi, ma ritengo di amare ancora tanto questo tipo di alpinismo, fortemente legato agli scherzi effimeri della natura e al dono della fantasia.
di Barry Bona