Allo Spallone dei Massodi nelle Dolomiti di Brenta la nuova via Plus Ultra
Impossibile che quel diedro giallo non sia mai stato salito. Con questa frase in testa dopo aver studiato le linee sulla parete e immaginato la nostra il 7 settembre io, Davide e Walter ci avviamo verso lo Spallone dei Massodi.
La parte bassa va via liscia e veloce e la roccia è veramente superba e lavorata. Io e Davide ci alterniamo e riusciamo a salire la linea, proprio come immaginata, fino alla sosta in comune con il diedro nero senza trovare il minimo segno di passaggio. Da lì traverso verso destra e ci troviamo sotto il grande diedro giallo dove purtroppo vedo a 7-8m da terra un vecchissimo chiodo arruginito con anello. Le guide del Brenta sono contrastanti e anche gli schizzi della Buscaini e della guida del Cappellari non combaciano. Decidiamo di provare a salire la placca di sinistra e provare ad entrare nel diedro più in alto evitandone la parte bassa.
Il diedro è super, veramente dolomitico e senza segni di passaggio, ci viene da pensare che quel chiodo più in basso sia un vecchio tentativo (non abbiamo trovato risposte nemmeno informandoci). Dopo 40 metri il diedro è sbarrato da un tetto e con un breve traverso friabile si riesce ad uscire sulla cengia dove entra da destra la via Friedrichsen.
Decidiamo di tenere la nostra linea indipendente e non seguiamo il diedro della Friedrichsen dove si può notare un chiodo più in alto ma usciamo per placca rossa favolosa obliquando verso sinistra e poi verticalmente fino a un tetto che una volta superato ci porta fuori dalle difficoltà. Da qui decidiamo di proseguire con gli ultimi tre tiri della via del diedro nero visto che il terreno è abbattuto e non obbligato.
di Daniele Bolognani