Riscoprendo il Corno Stella - 3 vie d’arrampicata sullo gneiss della parete Nord
Meta ambita per il suo impareggiabile panorama, il Corno Stella è una delle cime più famose e frequentate delle Orobie sin dalla fine del 1800. In estate viene preso d'assalto da eserciti di camminatori che ne aggrediscono i pendii soleggiati; arrancando, con diversi gradi di successo, verso la croce di vetta. Veterani del bastoncino si mischiano a sportivi improvvisati, Espadrillas a scarponi d'alta quota, zaini da Sherpa a borsette di marca. Legioni di milizie con un'accozzaglia di accenti marciano compatte fino all'ultima terrazza con servizio panini e birra, poi vacillano sempre di più fino a sgretolarsi lungo il sentiero in un assalto disorganizzato. Unici spettatori di questo assedio quotidiano sono gli stambecchi, ormai così avvezzi a tanto guazzabuglio confuso che a fatica si scansano al passaggio.
Forse l'unica cosa che accomuna i partecipanti a questa processione lenta e sofferta è il tanto agognato panorama, brillantemente descritto nella Guida alla Valtellina, edita a cura del CAI di Sondrio nel 1884: "Anche colui che è avvezzo a considerare dalle vette de' monti il creato nelle sue forme più grandiose, non potrà trattenere, al giungere sulla cima del Corno Stella, un grido di ammirazione. Dall'innumerabile congerie di cime nevose che si elevano sopra mari di ghiaccio alla vasta pianura lombarda, dal profondi burroni di Valcervia ai pittoreschi laghi del Publino e ai ridenti vigneti di Sassella, dalle foreste secolari del Livrio ai pascoli verdeggianti di valle Brembana, dalle città popolose all'umile casupola del montanaro, tutto quanto la natura ha di bello, di maestoso e di selvaggio, di lì puossi abbracciare d'uno sguardo."
Il brulichio di camminatori sui pendii della sponda bergamasca rende ancora più marcato il contrasto con il versante nord. Qui dove il sole si affaccia solo d'estate, il Corno Stella è difeso da muri di gneiss levigati da antichi ghiacciai ormai dimenticati. Un ambiente selvaggio, silenzioso e senza sentieri, dove entriamo in punta di piedi sulle tracce di Galli Valerio, che più di 100 anni fa salì la vedretta ghiacciata, toccando per primo la parete nord del Corno Stella.
Era l'11 Agosto 1910, Valerio scrive:"... All'alpe Cervo, dove arriviamo alle dieci del mattino, i contadini ci guardano meravigliati quando diciamo loro che andiamo a tentare l'ascensione del Corno Stella per la parete davanti a noi. - Non riuscirete mai, dicono, vi ammazzerete. - Alziamo le spalle, perché in simili casi, è inutile discutere. Puntiamo il cannocchiale sulla parete e formulo al mio compagno R. Rossi, il piano d'attacco: Risalire la vedretta e, arrivati all'altezza dello sperone che sporge dalla parete nella vedretta, attaccare la roccia. Viene accettato il mio piano, anche se l'impresa non si presenta facilissima. … Arrivati allo sperone, ci troviamo di colpo in presenza di rocce ripidissime e liscissime, formate da quarzo quasi puro. Non vi sono appigli. Per poter arrampicare, dobbiamo fare aderenza con la pelle delle mani e coi ginocchi. Ci aiutiamo l'un l'altro colle spalle per superare le parti difficili dove non teniamo quasi niente. Sotto di noi, la parete cade a picco sulla vedretta. D'un tratto, arriviamo sotto una piodessa alta e ripidissima: impossibile superarla. Allora ci portiamo un po' sulla nostra sinistra per tentare di scavalcar la cresta formata su un lato della piodessa. Affondo la piccozza in una fenditura della roccia per permettere al mio compagno di appoggiarvi il piede, poi aiutandolo colle spalle, lo spingo in alto. Dopo molti sforzi, il Rossi può con una mano toccare la cresta e avendo trovato un appoggio per l'altro piede, riesce a passare dall'altra parte. Passo anch'io aiutato dalla corda. Davanti a noi abbiamo da scalare solo rocce facili e alle due e venti, tocchiamo la cima. Abbiamo così dimostrato che è possibile scalare il Corno Stella dalla parte della Val Cervia, la sola giudicata inaccessibile. È una "scalata" del più grande interesse, ma la consiglio solo agli alpinisti molto sicuri di sé stessi."
Con un ritardo di più di un secolo, saranno mio padre e mia sorella Giulia tra i primi a seguire le orme di Valerio. Nell'agosto del 2018 entrarono in questo antro sconosciuto del Corno Stella, dove si cammina tra grandi massi di gneiss. Superata la conca glaciale e raggiunto il margine sinistro della parete Nord-Ovest, aprirono la via Cercando Valerio (Luca e Giulia Serafini 15/08/2018), così battezzata per l'impossibilità di ricostruire l'itinerario originale di Valerio. La via risale un evidente diedro che spezza il lato sinistro della parete fino a sbucare sulla cresta Nord e da qui raggiungere la vetta. Il secondo tiro costeggia una grande placconata (la piodessa di cui parla Valerio?) che Luca scruta senza arrischiarsi ad affrontare direttamente.
La foto della piodessa mi incuriosì subito. Convinsi un paio di amici ed eccoci di ritorno, un mese più tardi, per tentare una nuova salita partendo dal centro della parete, dove lo gneiss si allunga fino quasi al fondo della conca glaciale. Granitica Stellare (L. e M. Serafini, D. Brignoli, A. Colleoni 22/09/2018) fu per noi, ad esclusione di mio padre, la prima via seria che aprivamo e si può proprio dire che fu un battesimo di fuoco. Già poco avvezzi a chiodare, scoprimmo a nostre spese che lo gneiss è una delle rocce più difficile da proteggere; dura come il granito, ma con fessure cieche dove i chiodi rimbalzano e ai friend viene l'orticaria. Si procede lentamente, disegnando un percorso tra le poche possibilità di protezione. Il grado mai eccessivo e i passaggi raramente obbligati regalano un'arrampicata di esplorazione dove il tempo si dilata e la mente si rilassa. In parete lasceremo solo una manciata di chiodi, i più solidi, lasciando ad eventuali ripetizioni la stessa sensazione di essere ospiti effimeri sul versante sbagliato del Corno Stella.
Quel giorno segnò per me una svolta: aprire Granitica Stellare mi piacque così tanto che decisi di dedicarmi quasi esclusivamente all'apertura di nuove vie. Nelle due estati successive aprimmo vie sui principali affioramenti di gneiss delle Orobie, sulle placche di Verrucano del Pietra Quadra e sul calcare dell'Alben. La piodessa del Corno Stella restò su una pagina del diario delle idee fino all'estate del 2020. A due anni esatti dall'apertura di Cercando Valerio, torniamo sulla nord del Corno Stella per un'ultima volta, dirigendoci proprio verso la grande piodessa.
All'attacco, in comune con la via Cercando Valerio, non posso non sentire l'ombra di mia sorella Giulia che due estati prima fece sicura a nostro padre proprio come oggi io. Mentre faccio scorrere la corda verso l'alto, i ricordi si intrecciano alle emozioni. Il luogo così familiare e allo stesso tempo così estraneo sembra voler rovistare nella mia memoria. Ricordi della nostra prima via si mischiano a tristezza e malinconia, lasciandomi irrequieto per tutto il primo tiro.
Come sempre, la sensazione di essere appeso prende presto il sopravvento e libera la mente. La via scorre veloce. Sono ormai a mio agio con chiodi e martello, e la sensazione di doversi aprire la strada su terreno vergine è il motivo per cui continuo ad arrampicare. Immagino che Valerio provasse le stesse emozioni cent'anni prima: il bisogno di scoprire dove sbuca quel diedro, cosa c'è dietro quello spigolo, oltre quella cengia, il piacere di scovare un passaggio facile tra rocce difficili, una sosta inaspettatamente comoda o un tiro particolarmente continuo. Ma forse più di tutto, la gioia nel veder crescere un itinerario, dove prima c'erano solo possibilità.
Arriviamo in vetta con 5 tiri bellissimi, sullo gneiss più compatto che il Corno Stella abbia da offrire. Sulla croce lasciamo un fiore e, un po' commossi, dedichiamo la via in ricordo di mia sorella, scomparsa l'estate precedente: Giulia (Luca e Marco Serafini 15/08/2020).
Concludiamo così l'esplorazione dello gneiss del Corno Stella. Cento anni fa Valerio dimostrò che si poteva scalare il versante nord di questa splendida vetta. A noi non resta da dimostrare nulla, tranne forse che si può godere del tanto agognato panorama dopo una bella arrampicata!
Alle fessure di gneiss affideremo qualche chiodo e qualche ricordo, da custodire in questo posto silenzioso e selvaggio dove solo gli stambecchi si avventurano.
di Marco Serafini
SCHEDA: Via Cercando Valerio, Corno Stella, Alpi Orobie
SCHEDA: Via Granitica Stellare, Corno Stella, Alpi Orobie
SCHEDA: Via Giulia, Corno Stella, Alpi Orobie