Pilone Centrale del Frêney in inverno per Richard Tiraboschi e Giuseppe Vidoni
Tutta la prossima settimana le previsioni mettono bel tempo con rialzo termico, cosa si può fare? Qualche idea nel cassetto c'è, bisogna solo aspettare e trovare le condizioni giuste. Non nevica da un po', il vento ha lavorato molto la neve rendendola compatta, direi che è il momento giusto per provarci. Ormai con Richard, fin da quando ci conosciamo, siamo una cordata affiatata che si intende al volo. L'idea è quella del Pilone Centrale del Frêney per la via Bonington, una salita leggendaria.
Domenica mattina raggiungiamo la Val Veny grazie a un passaggio in motoslitta da Alex, gestore del Rifugio Monte Bianco, da lì imbocchiamo la ferrata verso il Rifugio Monzino. La neve a tratti porta e a tratti si sfonda facendoci faticare parecchio, questo anche dovuto agli zaini pesanti calcolati per star fuori tre giorni con tutto il materiale necessario per bivaccare se fosse stato necessario. In 5 ore riusciamo comunque a raggiungere gli Eccles, ci rifocilliamo e riposiamo sapendo che il giorno dopo sarà una giornata impegnativa.
Alle 4 del mattino suona la sveglia: tempo di fare colazione, riempire i thermos con del tè caldo, sistemare gli zaini e partiamo. Sono le 5 e ci dirigiamo verso il colle Eccles per poi scendere al ghiacciaio superiore del Frêney. É ancora buio ma riusciamo a trovare l'attacco del Pilone grazie anche a un punto gps che mi ero impostato sulla cartina del telefono.
Con le primi luci dell'alba attacchiamo, da subito l'alternarsi di neve e roccia ci costringe a scalare con i ramponi fin sotto alla Chandelle; riusciamo lo stesso a procedere veloci, anche se rallentati dagli zainoni. Seguendo la linea logica e senza intoppi raggiungiamo la base della Chandelle e ci prendiamo una pausa un po' più lunga per mangiare e bere.
A mezzogiorno e mezzo indossiamo le scarpette in quanto la Chandelle, la parte più ripida e piu difficile del Pilone, è pulita. Si inizia a scalare e l'alta pressione con temperature che sono in rialzo rispetto alla norma ci permettono di progredire bene. Comunque è inverno e a 4500m l'aria è bella frizzante.
I chiodi presenti ci danno una grossa mano e in circa tre ore siamo in cima al Pilone. Da lì dopo la doppia procediamo in conseva su terreno facile ma faticoso dovendo battere traccia e raggiungiamo la cresta del Brouillard.
Come al solito in inverno la neve fredda a 4700m viene spazzata via dal vento lasciando posto al ghiaccio vivo, e dal Monte Bianco di Courmayeur alla cima del Bianco essendo stanchi e dovendo stare attenti a come progredire impieghiamo più tempo del previsto. Alle 18 e con il tramonto raggiungiamo la cima del Monte Bianco, sempre bello essere quassù! Soprattutto se da soli!
Il tempo di qualche foto e ci incamminiamo verso la Capanna Vallot dove dormiamo e il giorno successivo scendiamo dalla via normale Francese. Ora dal fondo valle lo guarderemo con occhi diversi, ricordando queste belle giornate di alpinismo.
di Giuseppe Vidoni