Rive Gauche d’Argentière (Monte Bianco), Massimo Faletti e Enrico Lovato aprono 'Volevo essere un duro'

Alla Rive Gauche du glacier Argentière (Monte Bianco) Massimo Faletti e Enrico Lovato hanno aperto 'Volevo essere un duro'. Il report di Lovato dell’impegnativa e bellissima via di misto nel settore Highlands, ripetuta lo stesso giorno da Davide Cattani e Claudio Marchetti.
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Enrico Lovato in apertura su L3 di 'Volevo essere un duro', Rive gauche d’Argentière, Monte Bianco
archivio Enrico Lovato

È martedì sera, io, Davide Cattani e Claudio Marchetti siamo in un ostello di Chamonix nel contesto degli esami di alta montagna del corso aspiranti guide col Trentino. Trepidando attendiamo un messaggio da parte del nostro istruttore, Massimo Faletti, per decidere la via del giorno successivo. Reduci da 2 giorni di vie di misto sul Tacul dobbiamo valutare dove scalare visto il cattivo meteo. Si pensa a qualche via di misto o ghiaccio nel bacino dell'Argentiere (Rive gauche du glacier) che dovrebbe essere abbastanza protetto dalla bufera di neve. Finalmente arriva il messaggio, Max ci propone Bringing home the bacon, una via di misto moderno tutta trad, bella impegnativa di Pete Benson e Nick Bullock del 2010. All'inizio siamo un po' titubanti, non è mai facile accettare una via impegnativa in ambito di esame, tutto diventa più complicato, ma ci proviamo!

La mattina abbiamo tutto il materiale necessario in pesanti zaini, compresi chiodi e martello, dobbiamo considerare che la via ha pochissime ripetizioni; quindi, potrebbe essere necessario attrezzare soste o sistemare qualche protezione. L'avvicinamento non è proprio scontato se non si è local, bisogna trovare le calate giuste e poi traversare su terreno esposto e innevato, ovviamente il tutto cercando di lavorare correttamente in modalità guida-cliente, il che porta via più tempo e maggiore impegno mentale.

Ridendo e scherzando sono già le 11 e mezza, bisogna muoversi. Ci dividiamo in 2 cordate, partono Davide, sempre bello gasato, e Max. Il primo tiro va liscio, un po' di neve dentro le fessure e un bel passaggio atletico su ganci buoni. Il secondo procede più lento, la fessura prevede sia ganci con le picche che incastri di mano, non scontato per noi scalatori Dolomitici. Infine, Davide porta fuori il tiro e sosta a friend sulla destra, dove sono presenti vecchi chiodi arrugginiti che si sfilano solo a guardarli.

A questo punto propongo uno scambio con Davide e provo a proseguire io da primo. Da qui in poi il mio subconscio mi spinge a non guardare la relazione, forse una dimenticanza? Chi lo sa... Fatto sta che in quel momento mi faccio abbagliare da una bellissima fessura sulla destra, metri e metri di scalata senza mai trovare materiale abbandonato, inizia così a salire il dubbio di essere fuori via. Ormai la frittata è fatta, ma la motivazione e la voglia di avventura sono alle stelle. Decido così di proseguire vista l'abbondanza di prese e fessure. Al 4° tiro supero una placchetta appoggiata molto delicata senza possibilità di proteggere trad e mi fermo sotto un bel diedro fessurato. Qui mi si apre davanti una visione mistica, l'apoteosi dell'arrampicata, 40 metri di fessura perfetta, a tratti con le mani e a tratti con incastri di lama dove le dita non entrano. Apro il tiro a vista con nut e micro-friend, un bel regalo della natura! Esco verso le 17 e recupero Max e Claudio che a sua volta recupera Davide. Max esce dalla via con una gasa incredibile, a detta sua l'ultimo tiro è uno dei più belli di sempre su questo stile, anche per me vale lo stesso! Davide è l'ultimo di cordata, la sua scalata sotto una magica nevicata mentre cala il buio è memorabile (le foto parlano da sé). Finita la via impacchettiamo tutto il materiale al volo, calziamo gli scii e torniamo giù al parcheggio sciando al buio su gobbe micidiali.

Con calma il giorno successivo mi informo bene sull'itinerario da noi scalato, scoprendo con piacere di aver compiuto una salita inedita. La chiamiamo Volevo essere un duro. Altra bella soddisfazione è la ripetizione ad opera del boss del misto Jeff Mercier, con tanto di complimenti per la bella via. Super felici, non possiamo far altro che ringraziare la montagna per questa super avventura!

Enrico Lovato, Trento, 16/04/2025

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