Père Eternel, inseguendo la storia dell'alpinismo all'Aiguille de la Brenva
Il 23 luglio 2018 partiamo da Courmayeur con la prima funivia ma questa volta non saliamo fino a Punta Helbronner, bensì ci fermiamo al Pavillon. È incredibile ma in tanti anni non mi era mai successo di fermarmi al primo troncone.
Vogliamo salire la Père Eternel, guglia vista e sognata più volte ma ai nostri occhi ancora inaccessibile. La vediamo alta e lontana sopra di noi mentre ci incamminiamo per ripidi prati e lunghe pietraie che ci portano alla morena e successivamente al Ghiacciaio di Entrèves, che risaliamo. L’ambiente è solitario e severo, nessuno intorno a noi, solo l’incombente parete est dell’Aiguille de la Brenva.
È stato faticoso ma dopo l’ultima gobba di neve raggiungiamo l’attacco della Via Papa Giovanni Paolo II; ci prepariamo precariamente appesi ad un cordone spelacchiato, in bilico sul crepaccio tra il ghiacciaio e la parete di roccia.
Il primo tiro non è amichevole, le protezioni sono ridotte all’essenziale, non è possibile integrare e la roccia è liscia e un po’ scivolosa. I tiri si susseguono, abbastanza impegnativi, con bella arrampicata: il tempo che sembrava bellissimo diviene nuvoloso.
Dopo 8 tiri finalmente raggiungiamo la Breche: il Père Eternel si staglia davanti a noi, bello ed impossibile. Fino a qui sono stato davanti io, adesso cedo il comando della cordata a Dafne, che salirà da prima la precaria parte finale della via. È impressionante vederla in pieno vuoto abbarbicata alla traballante pertica. Ancora un’affilatissima cresta e siamo in cima. È tutto incredibile, bellissimo.
Sarei sereno se tutto questo adesso non lo dovessimo ridiscendere, ma le cose per fortuna vanno molto meglio del previsto: le calate, predisposte in modo intelligente non creano incastri nelle corde, velocemente torniamo al ghiacciaio.
Godo di una felicità semplice, nata dal risveglio di un sogno sopito e dalla successiva realizzazione. L’azione in questo momento mi impedisce di pensare troppo, mentre corriamo per raggiungere in tempo l’ultima funivia.
Guida Alpina Gianni Lanza
SCHEDA: Giovanni Paolo II + Père Eternel, Aiguille de la Brenva, Monte Bianco
Père Eternel
Il Père Eternel (in italiano Padreterno) è un ago di roccia monolitico dall’aspetto impossibile. Sorge in un luogo selvaggio ed appartato del Monte Bianco, sulla cresta nord dell’Aiguille de la Brenva.
Fu salito con una rocambolesca avventura il 7 agosto del 1927 da Laurent Grivel, Arturo Ottoz, Osvaldo Ottoz e Albino Pennard. Nella storia di questa scalata si intuisce il rapporto interiore che si era instaurato tra gli scalatori e l’impossibile guglia, un rapporto quasi d’amore, dove la materia prende vita e diventa quasi un’ossessione. Per conquistarla ad ogni costo il gruppo di intrepidi giovani si inventò di superare il tratto strapiombante utilizzando una pertica di legno portata da Courmayeur (lunga circa 6 metri) fissata precariamente alla parete con alcuni aghi da mina e chiodi da roccia. Uno di loro si arrampicò sulla traballante pertica sostenuta dagli altri compagni e raggiunse la cima.
Ancora oggi si percorre la via utilizzando l’instabile pertica: è emozionante affidarsi al tremolìo di questo esile pezzo di legno, che per nulla infonde sicurezza ma che resta l’unico modo per raggiungere la cima
Per info visitate www.vielunghevalledaosta.com