Marco Pedrini, Cumbre e la prima solitaria del Cerro Torre del 1985

Il film Cumbre, sfida solitaria al Grido di Pietra (1985) di Fulvio Mariani, che racconta la prima solitaria del Cerro Torre, effettuata dallo svizzero Marco Pedrini il 26/11/1985 lungo la Via del Compressore.
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Marco Pedrini nel 1985 sul Cerro Torre, salita in solitaria lungo la Via del Compressore il 26/11/1985. Le foto sono state scattate alcune giorni più tardi da Fulvio Mariani durante le riprese del film Cumbre, sfida solitaria al Grido di Pietra
Fulvio Mariani

 

Il bello dell’internet ed i suoi algoritmi è anche questo: ogni tanto ricompaiono cose pubblicate anni fa di grandissimo valore, come ad esempio il trailer di Cumbre, Sfida solitaria al Grido di Pietra, il pluripremiato film diretto da Fulvio Mariani che documenta la storica prima solitaria del Cerro Torre in Patagonia, effettuata il 26 novembre del 1985 lungo la Via del Compressore dal fortissimo alpinista ticinese Marco Pedrini. Mentre ieri il trailer rimbalzava su tanti social, oggi Mariani ha deciso di condividere l'intero film con tutto il mondo, per aiutare a comprendere cosa era riuscito a realizzare Pedrini oltre trent'anni fa.

Nato a Lugano nel 1958, Pedrini era un arrampicatore ed alpinista di spicco internazionale, con salite di rilievo in tutto l’arco alpino. Morì il 16 agosto 1986, durante la discesa della Direttissima Americana, probabilmente percorsa in solitaria, sul Petit Dru nel massiccio del Monte Bianco.

Il suo capolavoro indiscusso è stata l’audace solitaria della Via Maestri sul Cerro Torre, effettuata in sole 13 ore quel martedì di oltre 30 anni fa, dopo un primo tentativo la settimana precedente arenatosi a 400 metri dalla cima. All’epoca Pedrini aveva soltanto 27 anni e, arrampicando con pochissimo materiale (nessun fornello, niente attrezzatura per un bivacco, una corda da 8mm per la salita ed una da 6 mm per le calate) ha raggiunto la cima dopo essere partito dalla truna di neve alle 7 e 30 di mattina.

Nel suo report dopo la prima solitaria del Cerro Torre per il American Alpine Journal Pedrini, che aveva intuito la finestra di bel tempo e si era recato sulla montagna da solo, aveva raccontato "Faceva molto caldo, anzi troppo caldo. Ho arrampicato con una T-shirt, cercando di evitare i pezzi di ghiaccio che cadevano dalla parete". E ancora "Alle 8 e 30 di sera ero in cima. Il sole è tramontato dietro lo Hielo Continental, lo sconfinato e piatto ghiacciaio lungo oltre 400 chilometri. Sei ore di calate in quela notte meravigliosa di luna piena mi hanno riportato alla truna di neve. Un po’ più tardi, all'alba, il tempo è diventato brutto".

Una settimana più tardi Pedrini è ripartito, questa volta insieme all’alpinista e regista Fulvio Mariani per ricostruire la salita e dare vita a questo bellissimo documentario. Ben due volte i due sono saliti sul Torre, il 3 e 12 dicembre, catturando queste immagini spettacolari con le macchine da presa da 16 mm Bolex Paillard a molla, uno sforzo notevole. Ancora oggi la pellicola è considerata uno dei migliori film di montagna ed una delle scene più suggestive è sicuramente Pedrini che cavalca il compressore come se fosse una motocicletta, con una spontaneità e scioltezza disarmante. Indimenticabile.

Info: www.icebergfilm.ch




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