L’Or du temps sul Grand Capucin in giornata per Marco Sappa e Tommaso Vection
Il granito del Monte Bianco è un po' come fosse la mia casa "scalatoria", è dove ho fatto le mie prime vie e dove ho messo i miei primi friend. L’obelisco del Grand Capucin è di sicuro la cima più impegnativa, lunga ed impressionante di questo massiccio, e sulla parete sudest corre L’ Or du Temps, la via di Arnaud Petit e di Nina Caprez del 2017. Si tratta di una linea ardita che solca la parete forzando il grande strapiombo proprio nel mezzo.
Tra i miei sogni scalatori c’era sicuramente di ripetere una via impegnativa sulle montagne di casa. Quest’anno già dalle prime uscite mi sentivo in forma, e mentalmente più leggero del solito. Ho cominciato a sognare un po', ed ho studiato attentamente la relazione della via.
La prima occasione si è presentata con Luca Truchet che si era offerto di accompagnarmi, così sono riuscito a salire la via fino a poco più di metà scalando due dei tiri più impegnativi. Poi però è cominciato a piovere, e e siamo dovuti scendere. Nei giorni seguenti ero più motivato che mai perché avevo capito di potercela fare!
Tre giorni più tardi sono riuscito a tornare, con Tommaso Vection, con il quale l’anno scorso avevo ripetuto Magic Mushroom sulla nord dell’Eiger. Unendo le forze e sfruttando il fatto che io conoscevo già la prima parte siamo riusciti a venirne a capo in giornata! Abbiamo sottovalutato un po' gli ultimi tiri che ci hanno fatto penare non poco, e probabilmente complice la stanchezza ci sono parsi gradati belli sever!
Appena ci siamo resi conto di essere in cima abbiamo guardato l’ora ed abbiamo capito che senza imprevisti, avremmo potuto riprendere addirittura la funivia per scendere. Così, dopo una bella corsa, alle 17:35 correvamo sulla scalinata del Skyway! È stata una di quelle giornate in cui tutto gira per il verso giusto, quelle in cui i sogni ogni tanto si avverano.
La via è davvero un capolavoro. Per poterla scalare in libera bisogna saper fare un po' di tutto, incastri, strapiombi e placche, ed avere una buona confidenza con il granito. Non è mai particolarmente pericolosa, ma la via è lunga, dura e complessa, e negli ultimi tiri è comunque necessaria una buona tenuta mentale.
Sono molto soddisfatto ed orgoglioso di questa salita, perché per me in libera ed in giornata è un’ottima performance. Ed è anche il miglior modo per coronare tutto l’allenamento ed i sacrifici che io e la mia famiglia facciamo perché io possa vivere con impegno e gratificazione la mia passione. Grazie di cuore anche a Luca e Tommaso perché senza di loro questo sogno non sarebbe stato possibile.
di Marco Sappa
SCHEDA: L'or du temps, Grand Capucin