Il regalo di Berna nuova via sulle Grandes Jorasses di Della Bordella, Mauri e Schiera
Mercoledì 24 febbraio i Ragni di Lecco Matteo Della Bordella e Luca Schiera insieme a Giacomo Mauri hanno aperto in giornata "Il regalo di Berna" sulla solare parete sud delle Grandes Jorasses nel massiccio del Monte Bianco. La via corre sul pilastro di roccia denominato Pilastro Ghiglione proprio a sinistra dell'Ipercouloir aperto nel 1978 da Gian Carlo Grassi e Gianni Comino e a destra della via aperta nel 2019 da Enrico Bonino e Jon Bracey, con difficoltà fino a 6b max nei suoi 450m di sviluppo. La via è stata salita in stile trad; in parete non è rimasto niente, tranne un bellissimo ricordo all'amico Matteo Bernasconi. Ecco il racconto di Della Bordella che, ricordiamo, nell’agosto del 2020 sulla est delle Grandes Jorasses aveva aperto Il Grande Guerriero.
IL REGALO DI BERNA raccontato da Matteo Della Bordella
Dopo la salita al Badile dello scorso dicembre sarebbe stato meglio cercare qualcos'altro piuttosto che ritornare sulle tracce del Berna. Purtroppo però la montagna non segue questo genere di regole, e così eccoci qui su un tracciato che lui aveva adocchiato per primo. Un po’ mi vergogno a raccontare di questa via, mi sembra di violare il ricordo di un amico. Se fosse qui con noi probabilmente mi avrebbe mandato a quel paese e ci saremmo fatti una birra brindando ad un nuova via logica che ancora aspettava di essere salita.
Quelli su questo progetto sono tra gli ultimi messaggi che ci siamo scambiati io e Berna. L’ultimo regalo che ci ha lasciato: una linea così bella, logica ed evidente. Mentre la salita sul Badile è stata una cosa totalmente estemporanea e nata quasi per caso, non posso dire altrettanto di questa via che avrei voluto aprire già durante la scorsa estate. L’ho immaginata per tempo, poi l’ho accantonata e adesso, dopo mesi di letargo, l’attuale finestra di alta pressione ha portato le condizioni giuste per effettuare un tentativo.
Con me per questa salita Luca Schiera, il compagno di mille avventure, e Giacomo Mauri, giovane e forte ragazzo lecchese. Dopo essere saliti con gli sci al rifugio Boccalatte, il 23 febbraio, alle 4 del giorno successivo abbiamo proseguito raggiungendo, in poco meno di 4 ore, i contrafforti sotto il pilastro principale, immediatamente a destra della via di ghiaccio aperta da Enrico Bonino e Jon Bracey nel 2019.
Da qui abbiamo iniziato a risalire i muri di roccia fino alla parte più compatta del pilastro. L'idea era quella di tracciare una linea logica ed elegante al centro della parete pensando, viste le giornate corte di febbraio, che la via ci avrebbe richiesto due giorni. Questa volta la natura ci ha fatto un regalo: roccia molto solida e, soprattutto, estremamente lavorata con concrezioni di ogni genere. Le difficoltà tecniche sono sempre state moderate, d'altronde mica tutte le vie possono essere dei "bastoni"? Esisteranno anche vie più facili ancora da aprire, o no?
Abbiamo diviso il pilastro principale in 5 lunghezze di corda, delle quali l'ultima sicuramente degna di nota perché perfettamente verticale ma su appigli sempre generosi.
Dalla cima del pilastro, con una traversata in cresta, siamo sbucati sul plateau glaciale sotto la punta Walker delle Grandes Jorasses, dove passa la via normale. L’abbiamo seguita in discesa fino a fare rientro al rifugio Boccalatte alle 19, quindici ore dopo averlo lasciato.
Un'avventura davvero completa, vissuta in un ambiente profondamente diverso da quello conosciuto in estate. Le temperature erano giuste per scalare su roccia (con una bella giacca a vento addosso), ma soprattutto l'abbondante quantità di neve presente ci ha fatto stare con le antenne dritte per tutte le quindici ore di questa lunga giornata.
di Matteo Della Bordella
Link: ragnilecco.com, FB Matteo Della Bordella, Karpos, Kong, SCARPA, Vibram
Matteo Della Bordella, Luca Schiera e Giacomo Mauri
24-02-2021
400 m; 6b max