Heinz Mariacher, l’alpinismo libero e il Premio Paul Preuss
Difficile vedere così tanti grandi alpinisti tutti in una volta. E' successo martedì al Castello di Messner, ovvero nel suo Museo di Firmian. L'occasione era la consegna ad Heinz Mariacher del Paul Preuss Award. E, appunto, c'erano così tanti protagonisti dell'alpinismo (di lingua tedesca) che a nominarli tutti finirebbe lo spazio. Comunque, per citarne solo qualcuno, c'erano: i fratelli Alex e Thomas Huber, Beat Kammerlander e Hans Kammerlander, Wolfgang Nairz, Darshano L. Rieser, Hanspeter Eisendle, Christoph Hainz, Ernst Vogt, Lisi Steurer, Simon Gietl, Dani Arnold, Fabian Buhl, Adam Holzknecht, Heinz Zak e tantissimi altri ancora.
Poi, a fare gli onori di casa appunto nel suo magico castello, c'era naturalmente anche Reinhold Messner. E proprio a lui è toccato fare la prolusione prima della consegna del premio di cui per altro ha inaugurato l'albo d'oro. "La tua attitudine non viene esclusivamente dall'esperienza maturata sulle pareti del Karwendel o sulla grande parete della Marmolada, il tuo atteggiamento proviene da un sentimento anarchico." ha detto Messner rivolgendosi direttamente ad un Heinz Mariacher attento e, giureremmo, anche un po' emozionato. "Sei un tipico alpinista anarchico.” ha continuato Reinhold “E quando l'alpinista anarchico entra in un mondo anarchico (la montagna ndr), sa che è pericoloso, sa che è difficile, sa che si muove lontano dalla sicurezza e vive secondo uno schema anarchico. Nessuno gli dice niente e lui non permette a nessuno di dirgli niente. Le regole che stabilisce sono le sue regole, e non gli importa assolutamente delle altre regole. Non ha bisogno di un premio né di riconoscimenti da parte degli altri. Ha bisogno soltanto della sua passione e della libertà di esprimere questa passione. Certo, il subconscio gli dice che questo spazio che si prende è accompagnato anche da una responsabilità, la sente, quando è appeso in parete, su piccole prese ed appoggi, con scarse protezioni…"
Messner stava facendo riferimento alle grandi solitarie di Mariacher e al suo alpinismo e, scommetteremo, che il premiato fosse anche un po' stupito. Anche perché di lì a poco Messner ha anche confessato che una qualche (sana) invidia l'aveva provata per l'arrampicata di quel ragazzo. Poi però ha precisato, rivolgendosi anche a Luisa Iovane la fortissima compagna non solo di corda di Heinz: "Con la vostra Tempi Moderni avete dato davvero l’avvio ai tempi moderni dell'arrampicata su roccia nelle Alpi. Il nome di quella via è geniale. La linea che hai salito con Luisa è geniale. La lettura della parete è stata geniale. Hai capito dove potevi andare e l’hai anche scandito metro per metro verificandone la fattibilità. Ma non con l'intenzione di bucare da qualche parte o di aggiungere chiodi su chiodi - questo non era più possibile - ma sempre con l'intenzione di scalare tutto il possibile in libera. Nel momento in cui hai fatto Tempi Moderni, non ho più provato invidia nei tuoi confronti, solo ancora più ammirazione!"
Potrebbe bastare ed avanzare per essere felici, penserà qualcuno. Ma c'era dell'altro: "Quello che tu e Luisa avete fatto insieme" ha aggiunto Messner "è stato bello, invidiabile, elegante e rimarrà nella storia dell’alpinismo. Così come le salite di Preuss - che erano ovviamente molto più facili, ha infatti scalato in un'epoca diversa - ma con lo stesso valore e importanza. Perché il vostro atteggiamento assomiglia al suo." Precisando subito però, con una punta di ironia: "Paul Preuss era un uomo divertente, un uomo sfrontato e per me insuperabile nella sua capacità di scrittura. È stato anche un buon filosofo, un buon pensatore. C'è solo una cosa che non ha in comune con te: ha coniato la frase 'La donna è la rovina dell’alpinismo’." Al che Heinz non s'è fatto pregare e ha risposto guardando Luisa: "Per me è stato proprio il contrario!" cogliendo l'approvazione di tutto il pubblico.
A proposito è stata molto interessante anche la conversazione (il question time) tra il premiato e il pubblico. Tra le tante attestazioni riportiamo quella di Thomas Huber: "Heinz, sei sempre stato un'ispirazione per noi!" ha detto uno dei più grandi alpinisti di sempre. Da segnalare anche la domanda di un giornalista che ha chiesto ad Heinz cosa l'aveva motivato a porre fine ai suoi anni più selvaggi in parete. Risposta: "Beh non sono ancora finiti! Ma probabilmente quando si è più giovani c’è un impulso interiore che ti attira verso queste avventure. Ora vivo con Luisa, mi dispiacerebbe moltissimo se qualcosa mi dovesse succedere, non posso mica lasciarla da sola."
Come era giusto la conclusione è stata di Heinz che si è rivolto ai presenti dicendo: "Se tutti avessero rispettato i valori etici di Preuss, come sarebbero le pareti adesso? Quanto sarebbero diverse? Se si fosse continuato con la sua stessa mentalità, sarebbe stato molto più interessante." Perfetto epilogo in stile Preuss verrebbe da dire. Ma perfetto anche per passare ai brindisi e alle immancabili chiacchiere da alpinisti, per una volta rilassati e felici. Nell'aria si respirava una bella atmosfera... merito del magico castello?
di Vinicio Stefanello
Albo d'oro Premio Paul Preuss:
2013: Reinhold Messner
2014: Hanspeter Eisendle
2015: Albert Precht (✝)
2016: Hansjörg Auer (✝)
2017: Alexander Huber
2018: Beat Kammerlander
2019: Bernd Arnold
2020: Heinz Mariacher
Link: www.paulpreuss-gesellschaft.at, SCARPA