Grandes Jorasses: Léo Billon e Benjamin Védrines in velocità sulla leggendaria Gousseault-Desmaison

Meno di 10 ore per salire la difficile via 'Gousseault-Desmaison' di René Desmaison e Serge Gousseaut sulla nord delle Grandes Jorasses. Sono questi i tempi che ha registrato la cordata composta da Léo Billon e Benjamin Védrines lo scorso 15 febbraio salendo questa storica e raramente ripetuta linea sullo Sperone Walker.
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Léo Billon e Benjamin Védrines in cima allo Sperone Walker delle Grandes Jorasses il 15/02/2023 dopo aver salito in velocità la 'Gousseault-Desmaison'
Benjamin Védrines

9 ore e 15 minuti per salire la via Gousseault-Desmaison sulla parete nord delle Grandes Jorasses. È la nuova realizzazione messa a segno dalla cordata formata da Léo Billon e Benjamin Védrines. Una salita in velocità che arriva in una settimana dove il massiccio del Monte Bianco si conferma grande protagonista dell’alpinismo di alto livello. Dalla nuova via della cordata Cazzanelli-Stradelli-Favre sulla parete ovest dell’Aiguille Noire du Peuterey, alla prima invernale della Direttissima sulla nord delle Grandes Jorasses realizzata da Charles Dubouloz, Symon Welfringer e Clovis Paulin. Ora questa nuova salita, devono esserci delle ottime condizioni sul massiccio.

15 ore non stop
Partiti da Chamonix all’1.30 del 15 febbraio i due scalatori hanno impiegato circa 6 ore per raggiungere l’attacco della via, quindi poco più di 9 ore per completarne la salita. Dopodiché sono rientrati alla macchina in circa 4 ore. Questo per un totale di 19 ore di attività. "Un sogno diventato realtà, una delle vie più emblematiche della parete nord delle Grandes Jorasses" commenta Védrines. "Questa via mi ha spaventato per molto tempo, con le immagini e i racconti dei primi salitori. L’ho scoperta nei primi anni Duemila, a quel tempo il misto alpinistico sembrava inaccessibile per me da Chamonix".

Oggi invece le cose sono ben diverse e Védrines, così come Billon, non hanno avuto alcun problema nel padroneggiare questa arte. "Sono veramente contento di aver potuto approcciare questa mitica parete, epicentro dell’alpinismo alpino" continua. "E sono ancora più contento all’idea di aver salito questo percorso intriso di storia, sulle orme di Serge Gousseaut e René Desmaison". Un itinerario impegnativo, raramente ripetuto. Dalle difficoltà elevatissime si sviluppa su granito liscio e insidioso con diversi punti strapiombanti ed esposti a scariche. Le cordate che sono riuscite a ripeterla si contano sulle dita di una mano. Nessuno, dalle informazioni che abbiamo a disposizione, con tempi paragonabili a quelli di Benjamin Védrines e Léo Billon.

11 giorni sulle Grandes Jorasses
Approcciata per la prima volta da Serge Gousseaut e René Desmaison l’11 febbraio del 1971, questa direttissima sullo Sperone Walker ha una storia travagliata. I due rimangono in parete per tre giorni, fino al 14 febbraio, senza particolari problemi. Le difficoltà tecniche sono altissime, ma riescono a gestirle e a progredire. Tutto cambia quando il 15 febbraio una nevicata violenta si abbatte sui due. Mancano appena 300 metri alla vetta, Gousseaut e Desmaison hanno con loro viveri per due giorni, tre chiodi da ghiaccio e una corda moncata a tre quarti della sua lunghezza. Nonostante le condizioni proibitive salgono ancora di 50 metri. Il morale rimane alto, ma le energie iniziano a scarseggiare.

Il 17 febbraio Gousseaut mostra i primi sintomi di debolezza che ben presto si trasformano in una condizione di non autosufficienza. Ma da qui è impossibile tornare indietro, lo sanno bene entrambi. Possono fare solo una cosa: continuare a salire e sperare di raggiungere la vetta il prima possibile. Passano ancora altri giorni, 11 per l’esattezza, di lotta contro gli elementi e le difficoltà, contro la stanchezza. Alla fine a nulla sarebbe servito quello sforzo sovrumano. Serge Gousseaut sarebbe morto di sfinimento a 80 metri dalla cima. Desmaison sarebbe sopravvissuto per un soffio, salvato dopo aver passato 5 giorni appeso a un chiodo e dopo aver trascorso 342 ore in parete.

Due anni più tardi poi René Desmaison prende la decisione di tornare su questa linea, dal 10 al 17 gennaio del 1973. Con lui Giorgio Bertone e Michel Claret, che hanno dato un contributo fondamentale al completamento della salita, ma il cui nome non figura, per rispetto, nella via. Con uno sviluppo di 1200 metri e difficoltà che toccano il 6a, A1/A2 porta i nomi dei due che nel 1971 hanno lottato fino allo stremo, prima per un sogno e poi per la vita.

di Gian Luca Gasca




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