De l'Or en Barre, la nuova difficile via sulla Barre des Écrins di Julien Cruvellier de Luze, Nicolas Jean e Benjamin Védrines
Pochi proclami e tanti fatti. Si può riassumere così l’attività alpinista di Benjamin Védrines, guida alpina francese con uno all’attivo prime salite su vie difficili e ascensioni in velocità ad altissima quota. Poche settimane dopo aver completato la traversata invernale del Queyras in due giorni, tra il 28 e il 29 gennaio Védrines è tornato all’azione. Questa volta su una delle più famose e iconiche pareti alpine, la sud della Barre des Écrins (4102 m).
"Una delle salite più folli che abbia mai fatto sulle Alpi" il primo commento dello scalatore francese, che ha realizzato la salita insieme a Nicolas Jean e Julien Cruvellier de Luze. Il loro itinerario, chiamato De l’Or en Barre, sale per una goulotte famosa quanto temuta. "La Gorge è ben nota agli alpinisti local. In estate è temutissima per le frane, ma oggi ci ha regalato un grandioso momento di alpinismo". L’itinerario si sviluppa su una lunghezza di 1000 metri, con difficoltà M7 max, A1, 5+ su ghiaccio ED+. "Una linea evidente, mai provata fino a oggi". Una grande via, che riporta a tempi pionieristici per le Alpi. Una linea d’antan che sale su fino alla cima più alta del massiccio degli Écrins, su cui svettano i Quattromila più meridionali delle Alpi.
Partiti il 28 gennaio i tre hanno superato un lungo avvicinamento, da Champhorent fino al Col des Avalanches, battendo traccia nella neve alta. "Abbiamo trovato condizioni e dimensioni himalayane". Arrivati alla parete si sono subito trovati di fronte alla "tipica roccia degli Écrins" tra strapiombi "tratti pazzeschi e ghiaccio insospettabile".
Per la notte sono riusciti a trovare un posto comodo dove poter bivaccare. "Una grande buca di neve, arroccata su questa parete, con una bella vista sulla valle dell'Oisans". Emozioni uniche, accompagnate dai dubbi e dall’incertezza sulle possibilità di riuscita del progetto. "Nicolas Jean ha scalato una lunghezza pazzesca mettendo in campo un’audacia rara per un’arrampicata impegnativa, ma magnifica".
Il secondo giorno che inizia, ma pare non voler finire mai. Un tiro dopo l’altro, fino alla cima, che finalmente raggiungono alle 19, con il cielo carico di stelle. Qualche minuto di pausa, poi giù seguendo la via normale della Barre des Écrins. "Una volta arrivati al termine della via abbiamo proseguito fino al Col des Avalanches, dove abbiamo recuperato i nostri sci con cui siamo rapidamente scesi verso valle". A rischiarare le loro curve nella neve, stanche ma cariche di soddisfazione, la fredda luce della luna.