First Time, nuova cascata di ghiaccio in Val Ombretta (Marmolada, Dolomiti) per Emanuele Andreozzi e Vaida Vaivadaite
Durante una nuvolosa giornata di novembre, mentre ero ad allenarmi sul classico percorso scialpinistico che sale su Punta Rocca in Marmolada, dalla vetta avevo visto con la coda dell’occhio questa colata. Lo squarcio nelle nuvole era durato pochi istanti, ma sufficienti per accorgermi che lì molto probabilmente c’era qualcosa di interessante.
Così domenica 17 dicembre, con Vaida Vaivadaite siamo andati a dare uno sguardo più ravvicinato. Abbiamo parcheggiato a Malga Ciapela la mattina presto e calzato gli sci. Giunti alla base della cascata abbiamo subito capito che le fatiche del lungo avvicinamento sarebbero state presto premiate: davanti a noi avevamo ghiaccio verticale in abbondanza e apparentemente di ottima qualità.
Calzati i ramponi direttamente sugli scarponi da scialpinismo, sono partito sul primo tiro, subito verticale fin dai primi passi. Eravamo immersi in una cornice da sogno, stavamo scalando una cascata di ghiaccio ed avevamo in bella vista, nella sua interezza, la Parete Sud della Marmolada che letteralmente brillava al sole. In due tiri su ghiaccio verticale completiamo la cascata, che termina dentro una grotta, formata da un enorme masso incastrato. Con due calate su Abalakov torniamo velocemente alla base e una volta calzati nuovamente gli sci, ci godiamo la sciata fino alla macchina. Una volta scoperto che molto probabilmente si tratta della prima salita, decidiamo di chiamare questa cascata First Time.
Devo dire che la cascata non è lunga, ma i due tiri sono su ghiaccio di ottima qualità e immersi in un ambiente davvero inusuale per una cascata di ghiaccio. Vista l’esposizione in pieno nord e la quota, promette di rimanere scalabie a lungo e probabilmente per tutto l’inverno. A chiunque abbia il piacere di ripeterla, chiedo soltanto di rispettare l’ambiente, lasciando tutto pulito come era prima del vostro passaggio, dunque l’abalakov fatelo direttamente infilando le corde nel buco, senza lasciare cordini d’abbandono. I cordini, una volta sciolto il ghiaccio in primavera, si disperderanno nell’ambiente, diventando a tutti gli effetti dei rifiuti, che poi impiegheranno svariati decenni a decomporsi.
di Emanuele Andreozzi
Si ringrazia Elbec e GrandeGrimpe per il supporto