Fiaba della Sera alla Pala di San Martino, Dolomiti, di Baù e Beber
Le estati volano via sempre troppo veloci, una dietro l’altra, ma anche se una miriade di progetti rimangono a prendere polvere nel cassetto, non vogliamo arrenderci... Abbiamo ancora sete di avventura, e ancora siamo disposti a rubare tempo al sonno pur di inseguire qualche bella linea mai salita sulle pareti delle Dolomiti... Oramai lo sappiamo, dormiremo in un’altra vita!
"Dove andiamo stavolta?" "Beh troviamoci a metà strada" "Pale di San Martino?" "Fatta... c’è un bel pilastro giallo che merita un tentativo, vedrai!"
Sul sentiero al buio, ansimando sotto al peso del saccone, mi rendo conto di essere felice: per me Ale Baù è "il compagno" per eccellenza, quello con cui sei è sempre in sintonia e basta uno sguardo per intendersi, quello con cui anche all’inferno ci andresti volentieri. Abbiamo una giornata da riempire, un pezzo di roccia che ci aspetta, friends e chiodi nello zaino per giocarcela... cosa si potrebbe chiedere di più!?
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Sono tanti anni che conosco Ale Beber ma per vari motivi ci troviamo quasi sempre a scalare in tre e mi è capitato poche volte di essere da solo con lui in parete. Questa volta è stato diverso e ci siamo presi due giorni tutti per noi. Da una sua proposta, andiamo ad esplorare la Pala di San Martino con un’ipotetica linea passante al centro del pilastro; bella idea, vedremo se realizzabile.
Il freddo del mattino ci sveglia. Al buio riconosciamo la sagoma della Pala e puntiamo dritti il suo ghiaione basale. Arriviamo sotto la parete all’alba, scrutando le varie opzioni disponibili. La linea centrale, nella parte bassa della parete, sembra veramente difficile per lo stile che abbiamo scelto. Allora l’occhio ci cade su un evidente diedro più a destra. Sembra impossibile che sia ancora vergine; è così logico ed evidente che non può non essere stato scalato nel 2021.
Con due tiri piacevoli ci portiamo alla sua base e concordiamo sul fatto che le placche centrali sarebbero state dure e di roccia mediocre; meglio così! Guardiamo allora il diedro ed iniziamo a capire il perché non fosse ancora stato salito: strapiomba significativamente ma la cosa più incredibile è che una fessura di mano e pugno lo solca per 70 metri. Figata! Mai vista una cosa simile in Dolomiti.
Battaglio sui 45 m iniziali: le mani incastrate fanno male e abbiamo pochi friend grandi, ma il tiro è incredibile. Il Beber termina la fessura con un bel tiro più corto. Un paio di lunghezze più facili ci portano sotto le placche della parte alta della parete. Qui la roccia è veramente bella, tratti arancioni si alternano a sezioni striate di grigio con buchi e tacche, una goduria. Piazzar le protezioni non è facile e ci vogliono fantasia e pazienza. Nel frattempo le nuvole ci hanno avvolto e fa freddo. Siamo a tre quarti di parete e una flebile idea di uscire in giornata si insinua nelle nostre teste. Neanche il tempo di sognare che la speranza svanisce contro e le 2 ore impiegate ad attrezzare una sosta: forse i due chiodi (lasciati) più difficili che io abbia mai piantato. Cosi ci caliamo, ci gustiamo almeno un rientro tranquillo al rifugio e nuovamente un’ottima cena.
La volta successiva rientriamo ancor di più negli standard usuali della nostra cordata: i tempi sono ancora più stretti, partiamo dal fondovalle nel cuore della notte. Una volta raggiunta l’ultima sosta attrezzata, Ale apre con maestria un altro magnifico tiro sulle placche centrali. Non senza fatica, riesco a liberarlo. In breve terminiamo la nostra nuova via raggiungendo il bellissimo bivacco sulla Cima della Pala di San Martino e tramite la lunga normale, torniamo al rifugio Pradidali. L’accoglienza di Piera e Duilio è magnifica e festeggiamo la nuova salita nel migliore dei modi.
Ancora una volta è stato bello allontanarsi di poco da cime super frequentate come la Canali, trovandosi su un ambiente inesplorato a poche decine di minuti dal rifugio. L’importante è crederci sempre e tentare, un po’ come nelle fiabe spesso c’è il lieto fine.
"Ah proposito, Mr. Baù, come la chiamiamo la via?" "Beh, mi piacerebbe una dedica per la piccola Viola !" "Giusto, è così che i papà-alpinisti si mettono a posto la coscienza e tengono a bada i sensi di colpa per le proprie assenze!" "Scemo, guarda che forse se ti sbrighi faccio ancora in tempo a rientrare per leggerle la Fiaba della Sera".
di Alessandro Baù & Alessandro Beber
Alessandro Baù (Guida Alpina XMountain e CAAI) - SCARPA, CAMP, Montura, Dynastar, Salice Occhiali
Alessandro Beber ringrazia: Mountime-Outdoor Adventures, Montura e La Sportiva
SCHEDA: Fiaba della Sera, Pala di San Martino, Pale di San Martino, Dolomiti