Dicono, mi hanno detto... Di Ivo Ferrari
Dicono che informarsi preservi il domani e conservi il passato. Mi piace sapere, capire e pensare, e senza essere un genio seguo da anni la storia dell'alpinismo, con la fortuna di praticarlo con passione nel mio tempo libero.
In questi ultimi periodi ho "scoperto" numerose vie aperte che ricalcano vecchie vie, in Grigna come in Dolomiti. La pratica più frequente è quella di togliere i chiodi vecchi e sostituirli con nuovi fix, poi basta semplicemente cambiagli il nome e il gioco è fatto, i mi piace sono garantiti.
Mi è anche stato detto che, se si trova un solo chiodo su 300 metri, si tratta sicuramente di un vecchio "tentativo" abbandonato. Rido, pensando a chi con un solo chiodo apriva vie di 1000 metri, stagionato come sono ne ho conosciuti di arrampicatori così.
Dicono anche che forare la roccia con la punta di un trapano creando clessidre innaturali sia più estetico e sicuro... lo fanno in molti. Non sono d'accordo.
Perché scrivo e mi tiro addosso l'antipatia di molti? Forse perché mi importa poco, oppure forse perché credo ancora in qualcosa che esiste e non può essere ricalcata: il vero rispetto di chi è venuto prima, l'intelligenza di chi nel presente, andando oltre, usa lo stesso amore di chi è arrivato fin lì in precedenza, così che tutto si tramandi nel migliore dei modi. Fortunatamente, ci sono anche molti che stanno portando avanti il vero percorso di quello che io considero rispetto e passione, e non sto parlando del loro grandioso livello arrampicatorio. Il Trio delle Meraviglie Gardenese formato dai giovani Martin Dejori, Titus Prinoth e Alex Walpoth, Simon Gietl, Diego Dellai e molti altri ancora.
Al giorno di oggi gli spazi in molte zone si sono oramai ridotti, accanto a vie belle e dimenticate non si fanno altro che creare vie normali che si dimenticheranno velocemente.
Forbicione, seghetto, guanti... L'altro giorno siamo andati per il nostro piacere a pulire una vecchia via caduta nell'oblio su roccia fantastica, con una bellissima storia. Cavolo però, non è nuova, non verrà mai pubblicata... dovrei essere molto triste. Però è stupendo scalarla, mi sa che adesso la ripeteremo più spesso.
di Ivo Ferrari