Diamond Ridge, nuova via sulla SSE delle Grandes Jorasses. Intervista a Simon Richardson
Diamond Ridge, cresta di diamante. È cosi che si chiama la nuova via, aperta dal 28 al 30 luglio 2016 dal britannico Simon Richardson e il tedesco Michael Rinn sulla enorme parete SSE delle Grandes Jorasses. Una delle pareti più selvaggi, nascosti e poco esplorate dell’intero massiccio del Monte Bianco. La via, aperta appunto con due bivacchi, segue una evidente linea individuata già dieci anni fa per 1600m fino in cima alle Grandes Jorasses.
Simon, puoi descriverci la nuova via: dove si sviluppa, quali sono le sue caratteristiche principali (lunghezza ecc), se è completamente indipendente da altre linee e se le avete dato un nome?
Diamond Ridge, così abbiamo chiamato la nuova via, delimita il lato destro della Tronchey Wall, ovvero la parete SSE delle Grandes Jorasses. La base della cresta è strapiombante ed è difesa da un avvicinamento difficile lungo il caotico ghiacciaio di Pra Sec. Abbiamo quindi raggiunto la cresta dallo sperone sud di Punta Grassi, attraversando sotto il ramo ovest del ghiacciaio di Tronchey. La nuova via comprende 1200m d’arrampicata. Inizia a 2600m, e si unisce alla Cresta di Tronchey sotto la Seconda Torre di Tronchey a 3800m. Da qui abbiamo seguito gli ultimi 400m lungo la Cresta di Tronchey fino in cima (4208m). Si pensa che la nostra salita sia soltanto la quarta volta che la SSE delle Grandes Jorasses sia stata salita (per una descrizione della SSE delle Grandes Jorasses e l’elenco vedere www.summitpost.org). La roccia è un granito eccezionalmente buono, solido con molte prese e forme naturali. La SSE delle Grandes Jorasses è alta 1435m ed è la parete di roccia più alta del massiccio del Monte Bianco. La nostra salita è iniziata sotto la base della parete il dislivello totale è di 1600m.
Vi siete recati nel massiccio del Monte Bianco con l’idea di aprire proprio questa linea? E da quando l’avevate individuata?
Sì, questo era l'obiettivo principale del nostro viaggio di due settimane. Ci siamo acclimatati salendo delle vie dal Rifugio Envers des Aiguilles e dal Rifugio Torino. Siamo stati fortunati che il tempo è diventato stabile durante la parte finale del nostro soggiorno, il che ci ha permesso di salire la nostra via. Avevo identificato la linea la prima volta circa dieci anni fa. Si tratta di una linea così evidente che non ci potevo credere che non fosse mai stata salita prima, ma quando la goulotte di Plein Sud è stata salita nel 2010, i tracciati che sono usciti hanno mostrato che la nostra Diamond Ridge era ancora illibata. Ho studiato la via dal fondovalle durante le mie visite in Val Ferret nel 2012, 2013, 2014 e 2015 e, infine, ha deciso di tentarla quest'anno. La parte più difficile è stata trovare un partner pronto a tentare una via così lunga ed impegnativa, ma per fortuna Micha era pronto per la sfida!
A proposito di Micha. Abbiamo letto che avete 102 anni in due. Ci parli della vostra cordata?
Beh, io ne ho 56, Micha ne ha 46. Io vivo ad Aberdeen in Scozia, Micha vive a Giessen, Germania. Ci siamo incontrati al Rifugio Envers nel 2014 e abbiamo arrampicato insieme per la prima volta questo gennaio in Scozia durante il meeting internazionale organizzato dal BMC. Abbiamo subito lavorato bene insieme come cordata e abbiamo deciso di arrampicare insieme nelle Alpi quest’estate. Micha è un alpinista molto sicuro e di talento, con una mente fredda quando ci sono delle difficoltà. È stato lui a salire da capocordata sopra la Seconda Torre di Tronchey, su quelle lisce placche di granito, impossibili da proteggere, che dovevamo attraversare con i ramponi per poter incrociare alla loro estremità una goulotte di ghiaccio.
Puoi descriverci brevemente la salita? Da dove siete partiti, quando, i bivacchi, la sezione chiave, la cima.
Siamo partiti da Pra Sec (1635m) in Val Ferret alle 05:30 del 28 luglio. Abbiamo raggiunto la base della via (2600m) alle 09:00. Il primo bivacco l’abbiamo raggiunto alle 19:00 a quota 3250m, il secondo invece il 29 luglio alle 22:00 di sera, a quota 3900m in cima alla Seconda Torre di Tronchey. La cima (4208m) l’abbiamo raggiunta alle 12:00 del 30 luglio, alle 17:00 siamo rientrati al Rifugio Boccalatte (2803m). La sezione chiave è stata la ripida torre appena sopra il primo bivacco, il secondo giorno. L'abbiamo superata con un po’ di arrampicata artificiale, ma potrebbe facilmente essere salita in libera, stimiamo attorno al 6a francese. Abbiamo utilizzato un altro punto in artificiale più in alto, sempre il secondo giorno, altrimenti il grado tecnico sarebbe un 5c francese.
E per quanto riguarda la discesa?
Era la mia quinta volta in cima alle Grandes Jorasses ed è stata di gran lunga la discesa più facile. La primavera fredda ha lasciato i ghiacciai in buono stato. Questo ci ha permesso di scendere direttamente dalla Punta Walker (invece di attraversare fino alla Punta Whymper). Dal Monte Bianco una tempesta stava correndo verso di noi quando abbiamo raggiunto la vetta e ben presto ha cominciato a nevicare. Poi, più in basso, si è trasformata in pioggia, ma la nostra discesa è stata relativamente rilassata visto che avevamo una buona traccia da seguire. Siamo arrivati al rifugio Boccalate alle 17:00 dove siamo stati accolti dai custodi Franco Perlotto e Roberta Cutri. E' stato il più caloroso benvenuto che io abbia mai avuto in un rifugio nelle Alpi! E poi la mattina seguente a coronare il tutto lo storico Luca Signorelli si è messo in cammino sotto la pioggia per incontrarci in discesa dal rifugio. Luca ed io siamo stati in contatto per oltre 15 anni quindi è stato bello incontrarci finalmente di persona!
Sappiamo che hai aperto altre vie nel Massiccio. Come le paragoni a quest'ultima? Può essere paragonata ad altre vie del Monte Bianco?
In termini di grandezza, è simile allo Sperone Sud-Ovest di Punta Baretti che ho salito insieme a Duncan Tunstall nel 2009, visto che quella via copre un dislivello di 1600m (400m di avvicinamento di d’arrampicata su ghiaccio, poi 1200m sullo sperone). La grande differenza è che la roccia sulla metà inferiore della Punta Baretti è friabile e frantumata, mentre la roccia sulla Diamond Ridge è un granito solido, perfetto. La roccia sul versante italiano del massiccio sopra la Val Ferret, sulle pareti est delle Grandes Jorasses, Petites Jorasses e Mont Greuvetta è la migliore che io abbia mai visto in tutto il massiccio del Monte Bianco, e lo stesso vale per la roccia sulla Diamond Ridge. Ogni volta che alzavi una mano c’era una presa perfetta esattamente lì dove la volevi!
Come giudichi allora questa salita?
Penso valga la pena dire che la Diamond Ridge non può in nessun modo essere considerata una salita innovativa. Anche se è grande in termini alpini, lo standard tecnico è modesto, ed è per molti aspetti una salita tradizionale. La cosa notevole, invece, è che sia stata trascurato per tanto tempo e che la qualità della roccia si sia rivelata così buona. E, a differenza delle altre vie sulla SSE delle Grandes Jorasses, questa via è sicura dal punto di vista dei "pericoli oggettivi".
Ultima domanda: quanto potenziale c’è ancora secondo te nel massiccio del Monte Bianco in generale, e sul lato italiano in particolare?
A mio avviso il massiccio del Monte Bianco è il più bel "parco giochi" alpino nel mondo e c’è ancora un notevole potenziale per prime salite. Ho aperto più di una dozzina di nuove vie nel Massiccio, e se qualcuno che vive in Scozia può farlo durante le sue occasionali vacanze di due settimane, ci devono essere molte possibilità per gli alpinisti del posto!
>> La storia della SSE DELLA GRANDES JORASSES di Luca Signorelli