Alla Cima delle Fontane Fredde (Dolomiti di Brenta) la nuova via di misto Trilly occhi di ghiaccio
La parete delle Fontane Fredde è appena sopra casa mia a Molveno, ed in uno dei miei allenamenti quotidiani ho notato questa magnifica linea di ghiaccio e roccia. Mi è subito cascato l’occhio perché questa linea imponente non si era mai formata prima.
Arrivato a casa ne ho subito parlato con Franco Nicolini, mio suocero e super esperto della zona. Bisognava cogliere immediatamente l’occasione, anche perché sapevo che nei giorni seguenti sarebbe arrivata una bolla di caldo. Purtroppo il giorno successivo Franco non poteva venire, ma è bastata una telefonata a Daniele Leonardelli che ha accettato immediatamente. Cosi la mattina del 22 dicembre siamo partiti di prima mattina verso l'attacco della via. Questa si trova appunto sulla parete delle Fontane Fredde, una parete maestosa circa 30 minuti sopra il Rifugio Selvata in direzione Rifugio Pedrotti.
Non avevamo idea di quanto potesse essere difficile e lunga, e quanto tempo fosse necessario per concluderla. Abbiamo affrontato il primo tiro abbastanza velocemente; anche se non banale era tutto su ghiaccio. Il secondo tiro si alternava tra roccia e ghiaccio su non facili balze. Il terzo tiro iniziava con una placca tecnica di roccia e portava ad una colata di ghiaccio. Partendo per il quarto tiro, quello chiave, ci siamo resi conto che riuscivamo a finire la via in giornata. Dalla sosta partiva un delicato tetto di roccia che ci portava a raggiungere gli ultimi metri di ghiaccio fino alla sosta. Il quinto e ultimo tiro andava affrontato interamente su ghiaccio sottile, con la possibilità di proteggersi con friend fino all’uscita. Al tramonto siamo sprofondati felici e soddisfatti fino al ginocchio nella neve fresca per raggiungere i Massodi, e da lì con la frontale siamo tornati a valle.
Abbiamo deciso di dedicare questa esteticamente ambiziosa al nostro cane Trilly, scomparso pochi giorni dopo. La via non poteva che chiamarsi Trilly occhi di ghiaccio, in quanto il nostro cagnolone aveva un manto bianco e nero come l’alternarsi dei tiri di roccia e ghiaccio, e gli occhi di un bianco glaciale. Ci aveva rubato il cuore, esattamente come questa linea.
di Davide Galizzi