Alpamayo in Perù, un sogno che si avvera per Carlo Gallavresi

Il report di Carlo Gallavresi, giovane alpinista di Milano, che quest'estate ha salito l'Alpamayo in Perù. Sicuramente non un exploit, ma in ogni caso un piccolo sogno che si è avverato su una delle montagne più belle del pianeta.
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La parete dell’Alpamayo di notte
Carlo Gallavresi

Quando ho iniziato ad andare in montagna all’età di 8 anni, mai avrei pensato di arrivare a scalare quella che da molti viene considerata la montagna più bella del pianeta: l'Alpamayo, nella Cordillera Blanca delle Ande peruviane.

Sono nato a Milano nel 1996 e fin da bambino, con la mia famiglia, ho iniziato a muovere i primi passi in montagna tra uscite con la mountain-bike, lunghe camminate e lo sci durante il periodo invernale. Durante gli anni del Liceo ho preso parte ad un’iniziativa trekking della scuola e li ho conosciuto la guida alpina premanese Tita Gianola. Negli anni successivi, grazie al Tita, ho iniziato a scoprire il mondo verticale e a praticare alpinismo a 360 gradi.

Negli anni successivi all’università, ho iniziato ad andare sempre più spesso in montagna e ad allenarmi, durante la settimana lavorativa, per quelli che sono i miei obiettivi alpinistici. È proprio questa costanza che mi ha portato a conoscere la guida alpina valdostana François Cazzanelli con cui ho iniziato, ben 3 anni fa, un vero e proprio percorso di crescita, non soltanto dal punto di vista alpinistico ma anche di vita.

Con la costanza e l’allenamento sono arrivati i primi risultati e ho iniziato a portare a casa scalate importanti sia su misto che su roccia che mi hanno portato, piano piano, a concretizzare quello che sarà poi il mio principale obiettivo: “Scalare tutte le 6 grandi pareti nord delle Alpi”. Per me scalare le grandi pareti nord delle Alpi, grazie all’aiuto di Franz, sarà un grande motivo di orgoglio in quanto mi darà la possibilità di ripercorrere le tracce dei grandi scalatori del passato. Ad oggi ho scalato la parete nord del Pizzo Badile lungo la bellissima via Cassin e la parete nord della Cima Grande di Lavaredo per la via Comici-Dimai.

Quest’estate assieme al Tita Gianola e ad altri alpinisti, abbiamo raggiunto la vetta dell’Alpamayo. Il viaggio ha preso il via il 1° agosto con la partenza da Malpensa e l’arrivo, due giorni più tardi, a Huaraz, la “capitale alpinistica” della zona. Da qui abbiamo svolto una serie di trekking e ascensioni di acclimatamento, per permettere al corpo di adattarsi a queste quote. Basti pensare che il paese di Huaraz è già a 3300 m di quota.

Con l’aiuto di due Guide Alpine locali, Fredy Lumbe e Manuel Bernuy, abbiamo avuto la possibilità di visitare i luoghi più famosi ma anche quelli meno “commerciali” della zona, con una attenzione particolare anche all’aspetto culturale. I vari spostamenti del trekking d'alta quota sono stati effettuati con pernottamenti in tenda, con muli e cuochi al seguito, con questi ultimi incaricati a curare il campo e preparare i pasti. Nelle 6 tappe di avvicinamento al Campo Base dell’Alpamayo ci siamo acclimatati, così da poter poi iniziare la salita della montagna il 10 agosto procedendo per campi graduali (campo base, campo morena e campo alto).
Ci siamo subito resi conto, già per arrivare al campo alto dell’Alpamayo, che le condizioni di salita erano abbastanza complicate; è stato necessario infatti scalare una crepacciata che di fatto era diventata una cascata di ghiaccio e già così le difficoltà erano ben superiori a quelle preventivate. Comunque, siamo tutti riusciti a salire al Campo Alto a 5300 m, di per sé un grande traguardo, consentendoci di ammirare l’Alpamayo dal suo punto migliore.

La notte del 12 agosto siamo partiti per la salita alla cima vera e propria, alle ore 23:00 così da poter sfruttare le ore notturne per passare i vari crepacci che conducono alla base della parete. Qui abbiamo avuto un’altra sorpresa: l’ultima crepacciata terminale presentava un salto verticale di ghiaccio di circa 20m. A malincuore e saggiamente 5 persone del gruppo hanno dovuto rinunciare e tornare al campo base con Tita mentre il resto del gruppo ha proseguito la scalata verso la cima.

La salita non è stata per nulla facile poiché ci siamo trovati ad effettuare 6 tiri da 60 metri ciascuno in una goulotte totalmente ghiacciata. Questo ha reso la progressione un po' più lenta del preventivato. Inoltre, per me e molti del gruppo, era la prima volta che scalavamo a quote così elevate e anche questo ha contribuito a rallentare la nostra progressione.

Piano piano, spronandoci a vicenda e tenendo duro, alle 9:30 di mattina del 13 agosto, tocchiamo la vetta all’Alpamayo. Qui la soddisfazione è stata immensa e ci siamo presi un momento per goderci la vetta e il paesaggio stupendo intorno a noi. Ho abbracciato i miei due compagni di cordata, Luca Rota e Michele Piatti, che ringrazio poiché è soltanto grazie al lavoro di tutto il team che possiamo dire di essere arrivati in cima.

Inoltre, assieme a noi, sono saliti in cima Giacomo Perucchini, Davide Migliorino e Michele Feriti con le due super guide peruviane Freddi e Manuel. La soddisfazione di arrivare in vetta a 5947 metri è stata immensa in quel momento un piccolo sogno che si è avverato.

di Carlo Gallavresi

Gallavresi ringrazia: Singing Rock, Cousin Trestec, Amorini Outdoor e Accenture




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