Aaron Durogati e Bruno Mottini: paralpinismo nelle Dolomiti

Il racconto e il video di Aaron Durogati e Bruno Mottini del loro due-giorni di arrampicata e volo in parapendio nelle Dolomiti durante il quale hanno salito la Via Don Quixote sulla Marmolada, la Via Maria e Via Dibona sul Sass Pordoi e la Via Adang sul Sass Ciampiac prima di ritornare al punto di partenza a Malga Ciapella.
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Aaron Durogati e Bruno Mottini: paralpinismo nelle Dolomiti,e state 2020
Matteo Agreiter

L'idea del progetto era semplice, scalare alcune vie classiche nelle Dolomiti e utilizzare il parapendio per spostarsi da una montagna alla base di quella successiva. Bruno Mottini ed io siamo partiti da Malga Ciapella, alla base della parete sud della Marmolada, e dopo 33 ore e 149 km tra roccia e cielo siamo tornati al punto di partenza.

Dopo aver scalato sulla parete sud della Marmolada la prima via, la Don Quixote, siamo decollati verso la parete ovest del Pordoi dove abbiamo salito la Via Maria e la Via Dibona. Abbiamo aggirato il gruppo del Sella in volo e siamo atterrati alla base del Sass Ciampiac, da dove siamo ripartiti e dopo qualche pezzo a piedi e poi nuovamente in volo attraverso il Col di Lana siamo tornati al punto di partenza alle 11 di sera.

Il progetto originale del giro era: Marmolada - Pordoi - Punta Grohmann - Sass Ciampiac - Sass de la Crusc e ritorno a Malga Ciapella. Purtroppo non siamo stati in grado di completare il giro come previsto a causa di una tempesta, ma abbiamo imparato molto e siamo ancora più motivati a cercare di estendere il nostro progetto combinato la prossima estate e collegare insieme altri muri iconici.

Abbiamo portato tutta l’attrezzatura sempre con noi e gli zaini erano abbastanza pesanti perché avevamo le vele grandi visto che tra una parete e l’altra non sarebbe stato possibile raggiungere la base della successiva parete solo in planata. Avevamo bisogno di parapendi performanti che ci dessero la possibilità di salire in termica e quindi di volare lontano.

Avevamo un deposito di barrette alla base del Pordoi e i sacchi da bivacco alla base della Grohmann perché se fosse andato tutto secondo i nostri piani, avremmo bivaccato lì la notte del primo giorno, in cima alla Grohmann. Quello che è successo invece è che sulla Marmolada abbiamo dovuto aspettare le 5.50 per avere un po’ di luce per trovare l’attacco della via che non avevamo mai fatto, poi dalla cengia in su faceva abbastanza freddo e la parete in alcuni tratti era bagnata. Così siamo stati molto più lenti di quanto ci aspettassimo.

Volando verso il Pordoi abbiamo deciso di atterrare al Passo e cominciare a scalare dalla cengia e non dalla base perché stava arrivando un temporale e comunque eravamo troppo in ritardo per partire dalla base della ovest. Alla fine il temporale l’abbiamo preso sugli ultimi tiri prima di arrivare in cima al Pordoi, poi abbiamo dovuto aspettare che passasse per volare verso la Grohmann dove appunto avevamo la roba per bivaccare.

Una volta sotto la Grohmann però era chiaro che non avremmo potuto arrampicare perché era tutto super bagnato... così abbiamo dormito al Col Rodella e la mattina successiva siamo volati alla base del Pordoi, abbiamo preso le barette che avevamo lasciato nel nostro deposito e abbiamo depositato la roba per dormire, che poi abbiamo recuperato il giorno dopo. Arrivati in cengia per la Via Dibona siamo decollati e, facendo un bellissimo volo in termica, abbiamo aggirato il gruppo del Sella e siamo atterrati alla base del Ciampiac dove abbiamo seguito la Via Adang.

Dalla cima siamo decollati sapendo che sarebbe stato un volo difficile fino a malga Ciapella e infatti siamo atterrati alla base del Col di Lana, da lì in stile hike and fly abbiamo fatto altre 2 salite a piedi e 2 planate per arrivare a Sottoguda alle 21:15, praticamente al buio. A piedi siamo tornati per la strada fino alla macchina a Malga Ciapella

Credo che il giro originale sia possibile, ma deve essere fatto a fine giugno-luglio dove le giornate sono più lunghe. Poi dobbiamo capire bene se fare il Sass de la Crusc, perché la via che volevamo fare, il Grande Muro, forse come ultima via è un po’ troppo impegnativa, specialmente considerando i circa 10 kg di zaino a testa, più tutto il resto appeso al imbrago… Comunque adesso abbiamo tempo per pensarci bene.

In ogni caso, come stile e approccio è bellissimo e ci ha fatto vivere un'avventura stupenda e super intensa dove sia il volo che l’arrampicata hanno un ruolo fondamentale nella riuscita del giro!

di Aaron Durogati




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