Pian Benot in Val di Viù (Valli di Lanzo): l'ennesimo esempio di disattenzione al turismo sostenibile?

Nell'area sciistica Pian Benot in Val di Viù (Valli di Lanzo) verrà costruita una nuova sciovia. Diverse associazioni sono impegnati a garantire l'accesso anche a chi pratica lo scialpinismo. Il punto della situazione illustrato da Luca Enrico e Matteo Enrico.
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Salendo alla Punta dell'Adois da Pian Benot in Val di Viù (Valli di Lanzo)
Luca Enrico

Febbraio 2025: “A Torino il termometro Arpa Piemonte di via della Consolata ha indicato una temperatura media trimestrale di 6,4 °C, ovvero 1,4 °C sopra la norma del trentennio di riferimento 1991-2020, che pone l'inverno 2024-25 al quarto posto tra i più tiepidi dall'inizio delle misure nel 1753 dopo i casi, tutti recenti, del 2023-24 (media 7,7 °C, record plurisecolare), 2019-20 (7,4 °C) e 2006-07 (7,0 °C).” Cosi scrive il meteorologo Cat Berro, eppure ancora oggi si stanziano fondi pubblici per il “Miglioramento dell’offerta turistica invernale” che tradotto sembra purtroppo significare solamente nuove piste da sci e nuovi impianti di risalita.

È quello che capita in Val di Viù, la più meridionale delle tre Valli di Lanzo, dove verrà rifatta la dismessa sciovia del “Colle delle Lance” con annessa nuova pista, priva “per ora” di impianti di innevamento artificiale. Quota massima 2150m circa. Si pensa forse di essere ancora negli anni ’70 quando le abbondanti precipitazioni nevose e le temperature, decisamente più basse di oggi, potevano permettere di sciare un po’ ovunque, anche dove oggigiorno restano ad “abbellire” le nostre montagne solo più gli scheletri di quelle infrastrutture. Si veda l’esplicativo studio di Legambiente  con il dossier Nevediversa2025.

Il comprensorio sciistico interessato è quello di Pian Benot, nel Comune di Usseglio. Pur piccola è l’unica stazione sciistica delle tre valli e, facendo finta che ancora nevichi, si può anche accettare la rediviva pista/sciovia. In fondo il posto è bello, il giornaliero (per ora) non troppo caro, è vicino a Torino e non bisogna patire nessun salasso autostradale. Un posto come si direbbe ora “a Km zero” dove passare una bella domenica di neve e sole.

Peccato però che la zona, soprattutto dopo la dismissione della vecchia sciovia una ventina di anni fa, sia diventata terreno prediletto da parte di scialpinisti e ciaspolatori. L’itinerario che sale alle Lance e quindi a Pala Rusà è breve, diretto, molto facile e praticamente privo di pericoli oggettivi ma è anche la porta di accesso per molte altre gite, ben più lunghe, impegnative e remunerative.

Se non nevica per gli impianti non nevicherà nemmeno per gli scialpinisti, qualcuno potrà obiettare. Però si sa, lo scialpinista non guarda tanto se c’è poca neve, magari crostosa e frammista a pietre; quello dello scialpinismo è un modo di vivere la montagna in maniera diversa, un’attività in costante crescita e gli itinerari di Pian Benot ne sono la prova lampante.

E con il nuovo impianto cosa cambierà? Tanti appassionati si sono posti questa domanda. Basterebbe fare come ormai viene fatto in tantissimi comprensori sciistici, italiani ed esteri, dalle dimensioni anche ben maggiori di Benot: prevedere un percorso di salita regolamentato, in modo da evitare diatribe, episodi spiacevoli, comportamenti inadatti e conseguenti ripicche. Eppure sembra che ancora una volta le Valli di Lanzo, il “giardino dei torinesi”, siano una sorta di “bastian contrario”. E quindi gli scialpinisti saranno costretti a migrare lasciando spazio allo sport del futuro, lo sci di pista?

Nemmeno una riunione, promossa dal Gruppo Valli di Lanzo in Verticale, con l’Unione Montana Alpi Graie e il Comune di Usseglio, ha potuto per ora sbloccare la situazione. Ma poiché il “Verbale di Deliberazione N.37” del 2019 della stessa Unione Montana Alpi Graie prevedeva nelle sue linee guida “la realizzazione di un passaggio riservato agli sci-alpinisti” la Minoranza Consiliare in Unione ha promosso la discussione di un “Ordine del Giorno” (www.servizipubblicaamministrazione.it) durante il Consiglio dell’8 aprile 2025.

D’altra parte i proponimenti di “Miglioramento dell’offerta turistica invernale” dovrebbero, a prescindere, tenere in debito conto tutto ciò che è “offerta turistica invernale”, comprese attività quali lo scialpinismo e le ciaspole. Eppure sembra che le “soluzioni all’italiana” siano sempre sulla breccia, meglio di qualsiasi regolamentazione condivisa. Qualcuno in Valle vorrebbe dirlo ma non può e qualcun altro non vuole magari per evitare grane.

Forse gli scialpinisti continueranno a passare come fantasmi, a mimetizzarsi nell’ambiente invernale per passare inosservati, passando leggeri, veloci e guardinghi a fianco delle reti che tutto ingabbieranno. Forse, finché non verranno schierati i gendarmi “unum castigabis, centum emendabis” (ne castigherai uno, ne correggerai cento), forse.

O forse basterebbe, con un briciolo in più di lungimiranza e vera attenzione alla promozione del territorio, regolamentare il tutto. Non è bello mettere regole in montagna, che dev’essere libera, però in questo caso ne verrebbe normalizzata la fruizione da parte di tutti gli appassionati, perché chi non paga uno ski pass non è di serie B e porta comunque lavoro alle attività del territorio.

Purtroppo le Valli di Lanzo sono talvolta penalizzate da amministrazioni che non recepiscono il potenziale che hanno per diventare apprezzate e frequentate. Ci sono esempi virtuosi ma sono in netta minoranza e ancora si pensa che finanziando una strada che distruggerebbe un Vallone come Sea o promuovendo un turismo invernale con formule vecchie di 40 anni si possa incentivare l’economia.

Confidiamo però che alla fine il buon senso, l’amore ed il genuino interesse per queste valli prevarranno e che si riuscirà a trovare una soluzione che soddisfi tutti.

Luca e Matteo Enrico
C.A.A.I. e Gruppo VLV




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