Grande Rocheuse Voie Originale, prima discesa in sci e snowboard per Capozzi, Galli, Herry e Trento
Quest'anno l'inverno non è iniziato nel migliore dei modi per Davide Capozzi, Lambert Galli, Julien "Pica" Herry e Denis Trento. Poca neve fino a metà gennaio, poi finalmente le prime abbondanti nevicate sul Monte Bianco. Come spesso accade però, queste nevicate sono state alternate con periodi di bel tempo ma anche di caldo, e per i quattro non è stato semplice trovare le giornate giuste per poter far qualcosa in montagna. A marzo finalmente il tempo si è stabilizzato e le temperature, mai troppo alte, "hanno permesso" come ci ha raccontato Capozzi "di iniziare a pensare a far qualcosa di bello"... Questo qualcosa di bello si traduce nella prima discesa in sci e snowboard della Voie Originale della Grande Rocheuse, una magnifica cima nel massiccio del Monte Bianco, forse un po' oscurata dalla Aiguille Verte subito accanto. Ma si tratta pur sempre di 4102m di quota e di una prima discesa completamente indipendente, che ha suscitato un "Bravo, magnifique réalisation; il fallait avoir l'oeil." Cioè un "complimenti, magnifica realizzazione; bisogna avere l'occhio" che scritto, da Pierre Tardivel, vale mille parole.
GRANDE ROCHEUSE VOIE ORIGINAL di Julien Herry
Inverno 2013, uno delle più nevosi degli ultimi cent'anni, per la prima volta noto questa evidente linea sulla Grande Rocheuse. C'è così tanta neve che mi è chiaro che può essere sciata senza l'utilizzo della corda. Ma c'è persino troppa neve, non proviamo nemmeno a fare un tentativo. Facilmente visibile dalla cima dell'Aiguille du Midi, sembra che la linea non sia mai stata salita prima e, tanto meno, sciata. L'unica conosciuta discesa con gli sci dalla vetta è stata effettuata nel 1985 da Pierre Tardivel, combinando il Couloir sud con il Col Armand Charlet...
I due seguenti inverni sono più secchi e la linea non è mai in condizione. Poi la scorsa estate Chamonix ha celebrato il 150° anniversario della prima salita dell'Aiguille Verte, e mentre leggo un articolo su questa impresa vedo una foto con le linee delle tre vie salite nel 1865. Una di queste segue esattamente la linea che avevo immaginato di sciare... all'inizio sono un po' deluso, ma poi scopro che questo rende il progetto ancora più interessante; cercare di seguire la linea di debolezza scoperta 150 anni fa e ora completamente dimenticata.
Gennaio di quest'anno, le condizioni sembrano promettenti ed iniziamo a scattare foto da vicino. Purtroppo a febbraio il tempo non è stabile e sappiamo che a marzo la montagna si asciuga rapidamente. Tento di dimenticare la linea, ma tutto ad un tratto le previsioni meteo danno una sorprendentemente settimana di stabile e freddo. È il momento di provarci!
Dormo nel rifugio invernale Couvercle con i miei amici Lambert e Manu, aspettiamo che il team italiano ci raggiunga dal rifugio Torino. Alle 3.30 del mattino Davide e Denis si uniscono a noi ed iniziamo l'avvicinamento di 2 ore per raggiungere il crepaccio terminale. Le prime luce del giorno ci raggiungono proprio quando la prima parte del canalone inizia bella ripida. A questo punto Manu ci lascia per la sua avventura solitaria nel canalone Whymper a sinistra.
Per noi invece la salita diventa più ripida sullo sorprendente sperone di neve. Purtroppo un sottile strato di neve polverosa copre alcune placche di roccia, e quello che sembrava sciabile dal basso diventa una rottura di scatole in salita. Denis tenta la fortuna da solo seguendo lo sperone, lungo quella che sembra la linea più sciabile, ma è costretto a tornare indietro. Una breve calata in corda doppia e cerchiamo la nostra fortuna appena a sinistra, sicuramente non tutto è sciabile, ma almeno riusciamo a continuare la salita.
Sopra un bel canalone ci porta a neve più polverosa che ricopre la roccia sottostante, ma tuttavia è sciabile. Un'altra breve salita, poi il terreno ci obbliga ad usare la corda per altri 30 metri. Ad un tratto siamo sulla cresta finale, molto più breve del previsto, ma bella come nei miei sogni!
In quattro rimaniamo per qualche minuto su questa stretta vetta, ma la salita è stata più lunga del previsto e ora dobbiamo scendere prima che diventi troppo caldo. Sembra di scivolare nel cielo, lì in alto, sulla cresta sommitale. Poche curve esposte portano alla prima doppia di 30 metri. Le curve successive sono tra le più ripide che io abbia mai fatto, e ci portano alla sezione polverosa dove è meglio passare per primi... Poi la neve migliora decisamente, una sorta di neve primaverile polverosa, e dopo la seconda doppia riusciamo a godere maggiore velocità e minore esposizione.
Al ritorno al rifugio cambiamo i nostri progetti, volevamo fare un'altra discesa il giorno seguente. Ma esaminando le foto impressionanti sentiamo di aver preso già abbastanza rischi e decidiamo di scendere a valle... Nel 2013, quando avevamo sciato la parete nord del Pain de Sucre, avevo cercato di convincere i miei amici italiani a scendere fino in fondo alla valle, ma loro hanno preferito salvare i loro sci utilizzando il treno del Montenvers, e questa delusione mi era sempre rimasta dentro. Ora era arrivato il momento di concludere una grande discesa ripida nel mio giardino, pur essendo stanchi e con zaini pesanti, perché non ci sono molti posti al mondo dove si può fare questo! E spero che ci saranno molte altre discese così in futuro...
Grande Rocheuse 4102m
Voie originale 600m 45/50° max 55° - 5.4 - E4
Julien "Pica" Herry (snowboard)
Davide Capozzi (snowboard)
Lambert Galli (sci)
Denis Trento (sci)
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