Alla Ricerca degli Antichi Dei: scialpinismo nella Grecia Centrale
Non è normale. Siamo a metà del mese di febbraio e ancora non siamo riusciti a risalire un pendio sci ai piedi. La situazione sulle montagne dell’Appennino è questa, purtroppo: aridità totale e mancanza assoluta delle condizioni necessarie per esercitare qualunque attività che abbia gli sci come elemento d’uso. Un inverno che non è mai iniziato, una stagione mai arrivata a compimento con temperature al di sopra della media stagionale (anche se parlare di media a questo punto sembrerebbe voler far riferimento a situazioni che vanno scivolando sempre più nel passato). E allora, che senso potrebbe avere questo viaggio, con un bagaglio che comprende sacche di sci, bastoncini e pelli e per di più volto a montagne lontane da quelle alpine, catene di vette nemmeno troppo alte, poste al centro del Mediterraneo, su una terra che alla gran parte richiama alla mente unicamente spiagge, sole e il caldo dell’estate?
Eravamo riusciti a lasciare le tracce dei nostri sci sulle nevi dell’Olimpo già tre anni fa. Il fascino di scivolare dalla cima dello Skala, la seconda vetta del massiccio dell’Olimpo dopo il Mitikas, era stato immenso. Un sentimento che si era unito alla consapevolezza che era stato lì, in quei luoghi, che si era formato il cuore, il nocciolo da cui si era cresciuta poi tutta la nostra storia e la nostra civiltà. Erano lì le nostre radici, l’inizio della strada su cui era cresciuto tutto ciò di cui siamo bene o male pervasi. Gli dei greci avevano forma, sentimenti ed emozioni più che umane: amplificate alla massima potenza certo, ma solo perché erano null’altro che espressione vere e intime di quel che noi siamo.
Così, una parte della risposta potrebbe trovarsi proprio in questo. Tornare fra i monti della Grecia è in qualche modo provare a ritrovare quel senso dell’umano puro ed essenziale che in questo mondo, votato null’altro che al consumo di sé stesso fino alla sua totale estinzione, sembra essersi perso. Eppure, allo stesso tempo, questo andare è anche un fuggire da questo vivere pieno di quelle contraddizioni che odiate: un sistema che vive e va avanti solo per inerzia lungo binari definiti e che sembrano dirigersi verso una stazione posta in fondo a un baratro; non potete far altro che invocare uno scambio su questa linea ferroviaria che conduca a un’altra soluzione.
Così, in navigazione di notte su un traghetto che fa la spola fra le due sponde del mare Adriatico, provate a immaginare fra le pieghe e le curve di livello di una cartina, itinerari che raccontino ancora di un inverno cercato e voluto e fino a ora non trovato. E benché il vostro credo sia differente, piano a piano nelle menti si forma una preghiera a quegli antichi dei perché esaudiscano i vostri desideri di vita e di fuga.
Per questo, quasi non sembra vero che il primo giorno di questo viaggio i vostri sci ricevano in dono la possibilità di scivolare su un manto bianco. Eppure, nonostante non si tratti della sciata della vita, quella che ricorderete con la gioia di averla vissuta, basta a rendere un po’ meno dura la realtà di un inverno mai nato. Un sentire che non riesce mai a scomparire del tutto: rimane lì, fra le mura del vostro cuore e della vostra mente, gorgogliante come una pentola colma d’acqua lasciata sul fuoco, a far crescere quelle domande cui non riuscite a dare risposta: "Cosa stiamo facendo al mondo? Cosa lasceremo ai nostri figli!"
di Alberto Sciamplicotti e Sabrina Beber
Si ringrazia per il supporto a questo progetto: RRTREK, K2skis
E in collaborazione con:
✔Παννεληνια Ομοσπονδια Ξενοδοχων ΠΟΞ
✔Famissi Hotel ✔Hotel Olympos Mediterranean - Litohoro
✔VisitWestMacedonia
Support #greecetherapy.com
Info: www.facebook.com/inviaggiosciaipiedi
SCHEDA: Monte Triggia, Meteore, Grecia