Alla ricerca degli antichi dei: Monte Lemos e le montagne della Grecia che ci hanno rubato il cuore
Tutto ha un prezzo. Tutto ha un prezzo e bisogna essere preparati a pagarlo e anche questo viaggio ha avuto il suo scotto.
Gli dei dell’Olimpo ci hanno donato giorni sereni, pieni di bellezza, poesia e amicizia, giorni in cui il valore principale è stato senz’altro dato dal riuscire a unire l’aspetto sciistico a quello umano. E’ impossibile, per quanto ci riguarda, attraversare un posto come la Grecia senza bagnarsi in quel mare di cultura e umanità che la pervade. E’ come tornare bambini durante le vacanze estive, giocare durante il giorno per le vie del paese e la sera sedersi sui gradini di fronte alle case ad ascoltare chiacchiere e racconti. E’ il sapore della vita della piccola provincia, una fusione di semplicità, ospitalità e voglia di condivisione. Rinunciare a questa parte del viaggio, per aggiungere magari un’altra cima, un altro pendio innevato su cui far scivolare gli sci, avrebbe il solo vantaggio di privare l’esperienza di quella parte che riesce a dare un senso differente al solito salire e scendere montagne ricoperte di neve. Sarebbe come accompagnare a una pietanza saporita un contorno sciapo e insipido: anche il piatto più gustoso ne avrebbe nocumento.
Così, il prezzo di questo viaggio, il tributo che gli dei ci hanno chiesto in cambio della libertà data al nostro andare, è la malinconia. Un sentimento che ha cominciato a riempire i nostri cuori al solo pensiero di dover interrompere questo vagabondare fra monti e uomini, pendii innevati e Kafenion, voglia di vedere e offerta della condivisione.
Ora, sulla strada che conduce la nostra auto verso il porto di Igoumenitza e il traghetto che ci condurrà in Italia, l’allegria non è più quell’esplosivo ciagolare dei giorni precedenti ma più un mesto chiacchierare. Certo, complice è anche l’ora tarda fatta la sera precedente e i bicchieri di vino e di tsypouro che hanno accompagnato le infinite portate della cena.
Ieri, l’ultima giornata di sci è stata dedicata alla visita di una piccola stazione sciistica. Un piccolo gioiello incastonato fra le montagne della regione greca della Macedonia dell’ovest. La stazione di Vasilitsa, possiede poche seggiovie e qualche ski lift vetusto eppure il suo fascino è ugualmente grande: dopo due tratte di risalita si arriva a un grande bacino attraversato da un paio di piste. Il resto è terreno non battuto, un parco giochi dal grande potenziale e in cui il gioco dello sci fuoripista ha possibilità quasi infinite. Ci hanno accompagnato Apostolos Dianellos, guida di canyoning, e Nicoleta Martou, climber e accompagnatrice di media montagna. Non sciano, ma la passione che hanno dentro per la montagne è forte almeno quanto la nostra. Sono arrivati con noi all’apice degli impianti e orgogliosamente ci hanno mostrato le catene montuose che ci circondavano con lo stesso sentimento di un genitore verso i propri figli. Sci in spalla, siamo saliti quindi lungo la cresta per scendere uno dei canali che solcano il versante. Le nostre tavole hanno gioito della polvere bianca in cui lasciavano la loro traccia sinuosa. Sono seguite altre discese fra pini neri dalle larghe fronde, alberi che raccontavano, con la grandezza del loro tronco, dei tanti anni vissuti fra queste montagne. Apostolos e Nicoleta ci hanno portato quindi in una stupenda trattoria del paese di Spileo, un luogo benedetto dagli dei per l’abbondanza di possibilità di attività all’aria aperta: lunghe falesie per arrampicare, canyon da scendere, boschi senza fine da attraversare, un mondo selvaggio per cui varrebbe la pena di passare qui tutto il tempo a disposizione.
Oggi però, prima di portare le ruote dell’auto sulla rampa d’acceso del traghetto dove concluderemo il nostro viaggio, abbiamo ancora una meta da visitare. Varchiamo così l’ingresso del Santuario di Dodona, dedicato a Zeus, dove risiedeva l’Oracolo più antico di Grecia, secondo per importanza solo a quello di Delfi. Percorriamo il sentiero che passa davanti al grande teatro, al tempio di Afrodite, a quello di Herakle e ci fermiamo davanti a un bacile di pietra il cui fondo è coperto da monete. Dietro, le fronde della sacra quercia dal cui stormire venivano tratti gli auspici e le profezie. Lasciamo l’obolo di una moneta e a bassa voce formuliamo la domanda da porre all’Oracolo: “Riusciremo a tornare su questa montagne che ci hanno rubato il cuore?”
In silenzio, aspettiamo che il vento muova le foglie per darci la risposta che il nostro cuore aspetta.
Si ringrazia per il supporto a questo progetto: RRTREK, K2skis
E in collaborazione con:
✔Παννεληνια Ομοσπονδια Ξενοδοχων ΠΟΞ
✔Famissi Hotel - Kalambàka ✔Hotel Olympos Mediterranean – Litohoro ✔ Hotel Kastoria - Kastoria
✔VisitWestMacedonia
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SCHEDA: Monte Lemos - Monte Smolikas, Grecia