Stefano Ghisolfi racconta il suo Perfecto Mundo a Margalef

Intervista a Stefano Ghisolfi dopo la ripetizione di Perfecto Mundo, il 9b+ di Margalef in Spagna considerato una delle vie d’arrampicata sportiva più difficili al mondo. Dopo Adam Ondra, Chris Sharma e Alexander Megos, il 25enne climber torinese è soltanto il quarto climber ad aver superato queste difficoltà.
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Stefano Ghisolfi su Perfecto Mundo a Margalef in Spagna. Con questo 9b+ Ghisolfi è diventato soltanto la quarta persona a raggiungere queste difficoltà dopo Adam Ondra, Chris Sharma e Alexander Megos.
Enrico Veronese

Venerdì 7 dicembre Stefano Ghisolfi ha chiuso i conti con Perfecto Mundo, il 9b+ nel settore di Racò De la Finestra a Margalef chiodato anni fa, prima ancora che esistesse questa difficoltà, da Chris Sharma e liberato dal tedesco Alexander Megos nel maggio di quest’anno. Com’è noto Ghisolfi, Sharma e Megos avevano provato il progetto insieme in una "rock session" d’altissima difficoltà, e dopo aver salito ben quattro 9b in precedenza, Ghisolfi è ora la quarta persona al mondo che è riuscita a salire un 9b+, seguendo le orme di Adam Ondra, Chris Sharma e Alexander Megos. Per la cronaca, attualmente esiste soltanto una via più difficile, il 9c di Silence a Flatanger in Norvegia, mentre dopo La Dura Dura a Siurana Perfecto Mundo è solo il secondo 9b+ ad essere ripetuto ed aver il grado confermato.

Stefano, per chi non ha visto la via di persona fatica a comprendere quanto è immenso e strapiombante questo viaggio. Tu cos’hai pensato quando l’hai visto per la prima volta?
L'ho visto per la prima volta in video ed è vero, non ti rendi conto dell'immenso strapiombo, si realizza solo quando si è lì sotto, quanto è largo e inclinato il muro, fa impressione. Sembra un ampio pannello strapiombante creato apposta per essere scalato, con molti buchi, ma solo pochi che sono tenibili. Chris Sharma mi ha raccontato che aveva intuito la linea mentre stava provando Gancho perfecto, ha visto da lontano le prese e ha pensato che avrebbe voluto chiodare e provare quella linea. Come sempre dove mette le mani lui esce fuori qualcosa di strepitoso e fantastico, le sue vie sono sempre le migliori.

La via era caduta un po’ nel dimenticatoio fino al dicembre 2017 quando hai iniziato a provarla.
Sia io che Alex Megos avevamo chiesto a Chris di poter provare la via, sapevamo che era un suo progetto ma che non lo provava da molto tempo, e Chris ci ha detto di sì e che sarebbe stato anche molto felice di provarlo con noi. A dicembre ho iniziato da solo, avevo come riferimento soltanto il video di Chris da cui ho preso spunto per alcuni metodi, ma ho dovuto inventarne altri per alcune sezioni e adattare i metodi al mio stile e alla mia altezza.

Poi la rock session con Alexander e Chris
Quando è arrivato Alex gli ho spiegato i miei metodi, ne ha usati alcuni ed elaborati altri, entrambi abbiamo preso poi spunto l'uno dall'altro per trovare la giusta sequenza che si adattasse meglio ad ognuno. In quei giorni è passato anche Chris a riprovarla e mi ha stupito di quanto sia ancora fortissimo, dopo anni che non la provava è riuscito a fare una sequenza che io e Alex ancora non avevamo fatto.

Quanto è stato importante questo provare la via con loro?
Ognuno è stato fondamentale per gli altri: Chris ha chiodato la via e immaginato la linea e i movimenti, anni fa, prima che fossero liberati i primi 9b+ del mondo. Dettaglio importante. Alex ha fatto la prima salita e ha dimostrato che ciò che provavamo era possibile. E io a dicembre dell'anno scorso ho riscoperto questa via e le ho dato le giuste attenzioni che meritava, dopo essere stata abbandonata per anni.

32 giorni a Margalef... Quanto era diventato un gioco mentale, e quanto fisico?
Entrambi gli aspetti erano messi sotto stress ai massimi livelli. A livello fisico per la difficoltà e per il rischio di farsi male al dito, il crux è su un monodito che in un certo momento diventa l'unico contatto con la parete. E anche per la pelle, a Margalef è facile tagliarsi, e con i tagli o il nastro diventava impossibile per me riuscire a passare. Per la mente è stato difficile mantenere costante la motivazione, nella stessa giornata passavo da essere super motivato a voler lasciare perdere. È stato difficile capire se fosse davvero possibile oppure se era sopra il mio limite e quindi solo una perdita di tempo. Questo è il dubbio che avevo sempre.

Dal video dei tentativi sembrava che passeggiassi la parte bassa. Ma fino al passaggio chiave si parla di un bel 8c+…
Ho cronometrato le varie sezioni per capire lo sforzo e riprodurle in allenamento, ci mettevo circa 3 minuti per arrivare ad un riposo dove riposavo per 2 minuti. Da quando ripartivo ci mettevo un minuto per arrivare al passo chiave, quindi era una scalata stancante di circa 6 minuti per arrivare al passo chiave, dove ovviamente cercavo di arrivare più fresco possibile.

Quante volte potevi affrontare questo sforzo al giorno?
Dopo essermi scaldato, facevo sempre un giro sulla via a sezioni per ripassare i movimenti e spazzolare le prese, e dopo riuscivo a fare 2 tentativi per tentare di chiuderla, tra un tentativo e l'altro riposavo più di un’ora. Dopo due tentativi il mio corpo era KO, e anche se ero un po' più stanco, il giorno successivo facevo altri due tentativi.

Cadevi sempre nello stesso punto?
È stato difficile vedere dei miglioramenti sulla via, già dopo la prima settimana arrivavo al crux, ma senza la minima speranza di passare. Gli unici miglioramenti che c'erano erano nelle sensazioni, dovevo arrivare al crux sempre meno stanco e meno ghisato. Nel tentativo in cui sono passato ero meno stanco, perché avevo metabolizzato alla perfezione tutta la parte precedente. In realtà anche il passo chiave, provato come singolo, non mi veniva sempre. All’inizio mi riusciva una volta su tre, poi circa la metà delle volte, e i giorni prima di fare la via comunque la percentuale di riuscita del singolo era più o meno di 4 volte su 5. Provandolo come singolo, senza tutta la parte bassa.

Anche la placca sopra non è facile, giusto?
Dopo il passo chiave c'è ancora una sezione difficile fino ad un riposo, e l'ultimo passo duro è ribaltarsi dallo strapiombo alla placca. Chris si aspettasse che fosse naturale superare il crux e poi cadere sul ribaltamento, ma alla fine fortunatamente non è successo né a me né ad Alex! La placca finale non è difficile, basta non fare errori e non si dovrebbe cadere lì.

Avevi fatto diversi viaggi appositamente, spesso infatti le condizioni non erano giuste…
Quando ho iniziato a provarla nel dicembre 2017 forse era troppo freddo, ad aprile e maggio le condizioni erano buone con il vento, ma senza la brezza diventava troppo caldo, così come a ottobre. Le temperature migliori le ho trovare a novembre, ma ha piovuto troppo e la via era sempre per metà bagnata. In quel viaggio non sono riuscito a fare tentativi fino all'ultimo giorno, probabilmente se non fosse stata bagnata ero già abbastanza in forma per fare la via in quel periodo. Sono tornato ad inizio dicembre e cominciava a essere freddo, non troppo ma il giusto per scalare, la via era asciutta e al secondo giorno di questo viaggio sono riuscito a farla!

Quattro 9b, adesso 9b+… in compagnia solo di Adam Ondra, Chris Sharma e Alexander Megos
Questa è una di quelle cose che non avrei mai pensato di raggiungere quando ho iniziato a scalare nel 2004. Mi pongo sempre degli obiettivi, ma sinceramente questo mi sarebbe sembrato troppo ambizioso.

Come fa Stefano Ghisolfi a migliorarsi ulteriormente?
Conosco bene i miei punti deboli, la flessibilità e la tecnica in placca. Migliorando queste due cose, che tra l’altro sono anche collegate, penso di poter fare un grande passo avanti.

Il 2018 è stato un anno importante per te
Tutto sembra che si sia incastrato nel migliore dei modi, ogni tassello è andato al suo posto e ha permesso a quello successivo di sistemarsi. L'anno è iniziato con la salita di La Capella a Siurana, subito dopo il trapianto di Sara ha cambiato la nostra vita. Poi la Coppa del Mondo è andata bene, ma poteva andare ancora meglio, e alla fine Perfecto Mundo, che è stata una liberazione. È un buon momento e ora sono pronto per provare progetti.

Appunto, prima hai detto che te piace sempre fissare dei traguardi. Quale sono le vie che vorresti fare adesso?
All'inizio di quest'anno avevo fatto un collage di foto dove indicavo i progetti che avrei voluto salire nel 2018. Tra questi c'erano La Capella, Pure Dreaming ad Arco e Perfecto Mundo, che sono riuscito a fare, quelli invece che mi rimangono sono Dreamcatcher a Squamish, Action Directe in Frankenjura e il boulder Gioia a Varazze, ma quest'anno, essendomi concentrato su perfecto mundo, non sono riuscito ad andarli a provare. Sono riuscito a provare però un'altra via ad Arco, la Queen Line, che penso sarà il mio progetto futuro. È un 9b liberato da Adam Ondra, che però ha la possibilità di una variante, la King line appunto, che potrebbe essere anche più dura di Perfecto Mundo


Link: FB Stefano GhisolfiInstagram Stefano GhisolfiLa SportivaCamp

Stefano Ghisolfi 

08/2014 - Le moustache qui fâche 9a+, Entraygues, Francia
03/2015 - Demencia Senil 9a+, Margalef, Spagna
06/2015 - Biographie, 9a+, Céüse, Francia
11/2015 - Lapsus 9b, Andonno, Italia
04/2016 - Goldrake 9a+, Cornalba, Italia
10/2016 - Jungle Boogie, 9a+, Ceuse, Francia
12/2016 - Ultimatum 9a+, Massone, Italia
01/2017 - First Round, First Minute, 9b, Margalef, Spagna
01/2017 - First Ley 9a+, Margalef, Spagna
03/2017 - La Rambla, 9a+, Siurana, Spagna
05/2017 - One Punch, 9a+, Laghel, Arco
11/2017 - One Slap, 9b, Laghel, Arco
01/2018 - La Capella, 9b, Siurana
12/2018 - Perfecto Mundo, 9b+, Margalef, Spagna

Le vie sportive più difficili del mondo
2012 Change 9b+, Flatanger , Norvegia. Prima libera: Adam Ondra
2013 La Dura Dura 9b+, Oliana Spagna. Prima libera: Adam Ondra. Prima ripetizione: Chris Sharma, 2013
2013 Vasil Vasil 9b+, Sloup, Repubblica Ceca. Prima libera: Adam Ondra
2017 Silence 9c Flatanger, Norvegia. Prima libera: Adam Ondra
2018 Perfecto Mundo 9b+, Margalef, Spagna. Prima libera: Alexander Megos. Prima ripetizione: Stefano Ghisolfi 2018




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