Chris Sharma, intervista dopo La Dura Dura
Chris, congratulazioni. Finalmente!
Si, grazie. Questa via è stata un viaggio davvero emozionate e molto lungo! Completarla è stato un processo importante per me. Sai, ho spittato la via quattro o cinque anni fa e già questo è stato un grande lavoro, nonostante tutta la roccia che c'è qui in Catalogna non è facile trovare la via giusta, non è qualcosa che si può dare per scontato. Se vuoi investire così tanto tempo su una via, deve veramente valerne la pena ed è difficile trovare qualcosa che è al tuo limite e che, allo stesso tempo, si adatta anche al tuo stile.
Però in un primo momento sembrava che fosse oltre il tuo limite!
Inizialmente non mi piacevano le tacche piccole in partenza, così le sono stato lontano. Ma l'anno scorso Adam è arrivato, abbiamo iniziato a provare i movimenti insieme e mi sono reso conto che effettivamente riuscivo ad utilizzare quelle prese. Può sembrare strano, ma questa via mi ha riportato a fare boulder perché la prima sezione ha una sezione di 8B+ boulder. E’ stato molto divertente e anche qualcosa di molto diverso provare una via con piccole tacche, al posto delle prese di una via di resistenza come faccio solitamente.
Nel mese di febbraio sei riuscito a liberare un 9b a Santa Linya.
Sì, questo è stato importante perché poi mi ha completamente liberato la mente per La Dura Dura. Uno dei problemi qui in Catalogna infatti è trovare il focus giusto per dedicarsi ad un progetto soltanto. C'è così tanta roccia qui, moltissimi progetti che vorrei fare e a volte si rischia di non mettere le cose a fuoco, ci si perde, si rischia di investire un anno intero per poi non riuscire a fare nulla.
Quindi, dopo la via a Santa Linya, sei tornato a tentare quella terribile sezione nella parte bassa di La Dura Dura.
Devo aver provato la parte bassa, quei 15 movimenti, per un anno intero. Farlo è stato un processo molto lungo, difficile mentalmente, perché c'è un movimento molto difficile dove continuavo a cadere e poi, quando finalmente l'ho fatto, sono caduto più in alto. E’ passato un altro mese e mezzo di tentativi per raggiungere questo punto nuovamente... Avevo le dita fredde, i piedi scivolavano, ero di ghisa - è stato un processo molto lungo, progressi, passi indietro, piccoli progressi ancora. Sembrava mi mancasse quel pizzico di fortuna!
E cominciava a diventare una corsa contro il tempo
Sì, è arrivata la primavera e sarebbe stato brutto dover aspettare un'altra stagione. Soprattutto perché le sensazioni erano molto buone: ero riuscito a salire in alto ma poi mi è scivolato via il piede. Il giorno successivo sono caduto in basso ancora una volta e ho cominciato a temere che sarei rientrato nuovamente in quella fase dei passi indietro. Avevo avuto alcune importanti finestre di opportunità, ma ora in falesia cominciava a fare caldo.
Quante volte potevi tentare la via?
Solo due tentativi buoni al giorno. Seguiti da un giorno di riposo, a volte di più. Quindi sì, ho cominciato a chiedermi se ci sarei riuscito.
Sabato invece l’hai fatta! Come te lo spieghi?
Non lo so, davvero. Forse ho lavorato la via così tanto che l’ho potuta dominare! Come ho detto, in passato ho avuto le mie possibilità, ma ero stato sfortunato. Quindi nel frattempo sono diventato molto forte, non ho commesso alcun errore e quando l'ho finalmente chiusa sentivo di non essere complettamente al mio limite.
Alt. Questo significa che con la fortuna e questa forma, forse c'è addirittura spazio per qualcosa di più...
Mettiamola così: ora che ho fatto La Dura Dura, riesco ad immaginare che anche cose più difficili possano essere possibili. Ci sono alcuni progetti che sarebbero interessanti, ma non sono sicuro se il mio obiettivo nei prossimi cinque anni sarà la difficoltà pura. Forse sarò più attratto dalle vie di più tiri. Chi lo sa? Di sicuro, ora come ora sono felice di non avere più questo impegno enorme, di essere totalmente libero di arrampicare e divertirmi come voglio.
Cioè?
Beh, per riuscire sulla via, per raggiungere questo stato di forma ho dovuto diventare più un atleta, essere più strategico nelle mie scelte. Lasciarmi andare meno, essere meno spontaneo. Ecco perché è così gratificante: avere un’idea precisa, seguirla per tanto tempo, e poi riuscirci.
Adam aveva suggerito il grado 9b+. La tua rotpunkt sarebbe la prima ripetizione di un via di questa difficoltà. Che cosa ci puoi dire a proposito?
Se Adam pensa che la via meriti il 9b+, allora probabilmente lo è, lui probabilmente ne sa più di chiunque altro di queste difficoltà quindi sono sicuro che lui abbia ragione. Ha così tanta esperienza, è una cosa incredibile! Mi piacerebbe provare alcune delle mie vie, ad esempio First Round First Minute a Margalef, per vedere come mi sembra ora, perché quando l'ho liberata due anni fa l’avevo tentata così tanto che ho rischiato di perdere la prospettiva giusta. Ma se ci penso bene, La Dura Dura è probabilmente più difficile, sì.
Si è parlato molto di chi sarebbe riuscito per primo, tu o Adam. Noi avevamo scritto che si trattava di una situazione positiva per tutti, per te, Adam ed anche per l’arrampicata sportiva in generale. Come lo vedi adesso?
Non c'è dubbio, per me è stato davvero bello arrampicare con Adam. Sai, per molti anni ho sempre provato soltanto le vie dure spittate da me, e se fai così, rischi di perderti nel tuo mondo. Avere quindi il punto di vista di Adam è stato importante. Come dicevo, avevo praticamente abbandonato la via e quando abbiamo deciso di tentarla insieme me l’ha riportata in vita. E' stato un sano processo per entrambi, ci siamo motivati a vicenda e grazie a lui credo di essere diventato un arrampicatore migliore. E poi conosco Adam da quando era giovane, l’ho visto migliorare di anno in anno e alla fine è anche bello pensare che una delle mie vie è un passo importante nella sua crescita di climber.
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