L'intervista a Hannes Puman dopo 'The Nose' in libera con la variante Schnaz

L'intervista al climber svedese Hannes Puman dopo 'The Nose' in libera con la variante Schnaz
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Hannes Puman e Jamie Lowther su 'The Nose' in libera lungo la variante 'Schnaz' su El Capitan in Yosemite, dicembre 2024
Hannes Puman archive

Verso la fine dell'anno scorso, lo svedese Hannes Puma ha ripetuto in libera di The Nose su El Capitan nello Yosemite. La salita del 26enne si è distinta per due motivi: prima di tutto, perché le salite in libera della più famosa big wall al mondo sono rare, e in secondo luogo, perché a differenza di tutti gli altri  prima di lui, ha evitato il famoso tiro Changing Corners e ha scelto invece la Schnaz. Questa variante si sviluppa a sinistra, passando attraverso una serie di piccolissimec tacche prima di ricongiungersi alla linea principale. Fu originariamente spittata da Brooke Sandahl e Dave Schultz durante i loro tentativi di liberare The Nose nel 1992. Anche Lynn Hill aveva provato questa variante prima della sua storica prima salita in libera nel 1993, ma la scartò per le prese troppo distanti.

La Schnaz, come è stata chiamata, ha guadagnato attenzione negli ultimi anni tra i local di Yosemite, ma è stato Puman a portarla alla ribalta internazionale. Questo recente  sviluppo sulla più vecchia big wall di El Capitan - aperta nel 1958 da Warren Harding, Wayne Merry e George Whitmore dopo 47 giorni in parete - è molto probabilmente destinato ad aprire la strada a più salite in libera in futuro.

Hannes, The Nose: complimenti! Questa salita, dobbiamo ammetterlo, ci ha colti di sorpresa! Siamo abituati a vederti nel circuito delle competizioni da almeno un decennio. Come è saltata fuori quindi l’idea di andare nello Yosemite?
Prima o poi bisogna andare a scalare in Yosemite e, in tutt’onestà, credo di fare più vie di più tiri di quanto si possa pensare. Quando Matilda Söderlund mi ha parlato dei suoi piani e mi ha detto che potevo unirmi a lei, non ho potuto dire di no!

Qual è stata la tua prima reazione quando sei entrato nella valle? E quali erano i tuoi piani?
Siamo arrivati da San Francisco, e per gran parte del viaggio il paesaggio si presta piatto, con solo erba gialla. Questo ci ha sorpresi. Invece quando siamo entrati nella valle, l’abbiamo trovata come ce l’aspettavamo. Dato che qui tutto è su scala più grande — gli alberi, i boulder — le pareti mi sono apparse più piccole di quanto fossero in realtà. In realtà sono enormi, e ci vuole un’eternità per scalarle. Quello che volevo fare principalmente in questo viaggio era ripetere molte vie classiche, farmi un’idea dell’arrampicata qui, approfondire la storia e le tradizioni del luogo, e semplicemente godermi una vacanza.

Hai iniziato con Freerider, che al giorno d’oggi sembra essersi affermata come un’introduzione "classica" alle big wall su El Cap. Com’è andata? E cosa pensi del flash di Babsi?
Freerider è andata piuttosto male. Era la prima volta che Jakob e io passavamo diversi giorni in parete e il nostro materiale non era il massimo. Non sapevamo davvero cosa portare, e non avevamo un haulbag adeguato. Abbiamo iniziato ad arrampicare il giorno dopo una tempesta. Nei primi giorni grandinava, e la maggior parte delle fessure erano bagnate o comunque umide. Quando siamo arrivati ai nostri haulbag nascosti, ci siamo resi conto che i topi ci erano passati, banchettando alla grande con la nostra roba. Abbiamo pensato di scendere: avevamo circa 15 tagli freschi sulla nostra seconda corda, e il nostro serbatoio dell’acqua era pieno di buchi. Abbiamo passato gran parte del secondo giorno a ragionare su cosa fare e a riparare le cose con il nastro adesivo. Siamo anche scesi di alcune lunghezze fino alla Heart Ledge per riempire la tanica con l’acqua dalla cascata. Cosa che non consiglio perchè abbiamo avuto mal di stomaco dopo aver bevuto quell’acqua. Detto questo, lo rifarei sicuramente se necessario.

A parte queste difficoltà logistiche, l’arrampicata è andata piuttosto bene. Siamo caduti su tre tiri e abbiamo salito tutto il resto al primo tentativo. Jakob e io abbiamo fatto un po’ di boulder in passato, quindi per noi i passaggi chiave non sono stati così difficili. La parte più complicata è stata la grande quantità di camini e off-width. In generale, la definirei un’esperienza divertente e istruttiva. Avevamo pianificato tre giorni, invece abbiamo avuto bisogno di cinque.

Il fatto che Babsi abbia flashato Freerider è incredibile — ci sono molte sezioni in cui l’arrampicata è rischiosa ed è facile scivolare. Mantenere alta la concentrazione su ogni tiro è davvero impressionante.

Poi un breve riposo. Solo due giorni! Come mai così poco?
Dato che Freerider ha richiesto più tempo del previsto, non avevo molto tempo per riposare. Inoltre, mi sono reso conto che un tentativo su The Nose avrebbe probabilmente richiesto alcuni giorni.

Prima del tentativo, avevi fatto una Dolt run e una sessione sia su Schnaz che su Changing Corners. Raccontaci di più.
Inizialmente, volevo fare The Nose dal basso, ma mi hanno convinto a provare prima Changing Corners. Siamo saliti a piedi e ci siamo calati dall'alto. Dopo aver capito i movimenti su Changing Corners e aver fatto alcuni collegamenti, ho controllato alcune prese e provato una parte della variante Schnaz. Changing Corners sembrava fattibile nella sessione successiva, ma non sarebbe stato sorprendente se avesse richiesto più tempo. Ero piuttosto sicuro invece che avrei fatto Schnaz abbastanza rapidamente.

Hai scalato The Nose con Jamie. Avevi già arrampicato con lui prima d'ora?
No, era la prima volta che Jamie ed io ci legavamo insieme. Una delle cose più memorabili di questa salita per me resta come la nostra relazione si sia evoluta durante il tempo passato in parete. Inoltre, dato che ero un po’ stanco mentalmente dopo Freerider, è stato interessante seguire il mio percorso emotivo. Il primo giorno non è andato molto bene: avevamo un flow piuttosto scarso, ed abbiamo fatto un po' di confusione alle soste. Ma già il giorno dopo, abbiamo trovato un buon equilibrio, e la maggior parte delle cose ha funzionato abbastanza bene!

Stile della salita? Chi ha salito cosa da primo? E, più in generale, com'è andata?
Ho salito ogni tiro in libera e la maggior parte della via da capocordata. Jamie ha arrampicato in libera il più possibile e ha salito da primo i tiri che lo motivavano. Rispetto a Freerider, tutto è andato molto meglio.

Hai salito uno dei tiri chiave, The Great Roof, quando era bagnato!
Scorreva acqua dalle fessure su The Great Roof. All’inizio è stato abbastanza scoraggiante, ma dopo averci provato un po’ e asciugato le prese con uno straccio, collegare i movimenti non è stato così male. Tuttavia, le prese bagnate erano meno sicure; ho fatto molti tentativi in cui semplicemente scivolavo via. Era anche complicato perché, anche se asciugavo le prese, erano nuovamente bagnate quando ci arrivavo dalla sosta. Dopo un buon primo giorno, mi sentivo speranzoso, ma il secondo giorno è andato sempre peggio. Anche se avevo perso le speranze ho continuato a provare e, con mia grande sorpresa, alla fine ce l’ho fatta!

Poi sei arrivato alla variante Schnaz. Non è particolarmente famosa, come l'hai scoperta?
È stato Thomas Huber a parlarmene per la prima volta, quando l’ho incontrato poco prima del viaggio. In quel momento non ci avevo dato molto peso, ma in questa stagione alcune persone ci stavano provando. Con i segni di magnesite sulla parete, era molto allettante provarci. Si inizia come su Changing Corners, ma invece di andare a destra nelle fessure, si sale leggermente a sinistra sulla parete liscia, prima di raggiungere la sosta. Tutto si concentra in una sezione molto breve di arrampicata difficile. Il boulder inizia su una placca dove si passa da minuscole tacche molto affilate, per due dita, ad una sezione da fare in dulfer, con alcuni movimenti molto potenti prima che diventi più facile. Gli appoggi per i piedi non sono particolarmente piccoli, ma possono essere piuttosto scivolosi.

Durante la tua libera, sapevi già cosa volevi fare, Changing Corners o Schnaz?
In un mondo ideale, avrei voluto fare entrambe, Schnaz e Changing Corners, ma visto che The Great Roof mi aveva portato via molto tempo ed energia, ho dovuto sceglierne solo una. Ho optato per Schnaz perché non era mai stata fatta prima, e inoltre sembrava più probabile riuscirci in fretta rispetto a Changing Corners. Siamo arrivati al Camp 6 nel pomeriggio, abbiamo cenato, montato il campo e aspettato condizioni più fredde. Sono salito una volta sul tiro per ripassare i movimenti e spazzolare le prese. Ho fatto un buon primo tentativo in cui ho superato la parte più difficile, ma sono caduto sull’ultimo movimento difficile. Ho fatto una pausa e poi l’ho chiusa al tentativo successivo.

Da lì sei proseguito verso la cima.
Ho completato Schnaz intorno a mezzanotte; siamo andati a dormire e ci siamo svegliati all’alba per finire presto. Eravamo un po’ stanchi e impacciati. Jamie ha fatto cadere il telefono nella fessura al Camp 6, e abbiamo passato mezza giornata a recuperarlo con la corda e un cavanut. Dal Camp 6 ci sono alcuni tiri belli e facili. Uno di queste è uno splitter da Friend #1; avevamo solo un #1, perché avevo distrutto l’altro durante la salita, ma è andata bene comunque. Siamo arrivati all’ultimo tiro, un 5.12c con un passo chiave in placca, mentre si faceva buio. Non è facile da fare a-vista, e sono caduto. Jamie ed io eravamo entrambi piuttosto stanchi e volevamo solo arrivare in cima, quindi non ero troppo contento di essere calato e riprovarci. Ma credo sia stato bello avere l’esperienza completa.

Come ci si sente ad averla salita tutta in libera, con questa variante?
Ci si sente piuttosto bene! È bello perché ora grazie alle due varianti sui tiri chiave, aumentano anche le possibilità di salire The Nose in libera.

Pensi che tornerai per provare a salire The Nose passando da Changing Corners?
Changing Corners è un tiro incredibile che voglio assolutamente fare in libera. Ma ci sono altre vie che mi piacerebbe fare; ce ne sono più di quante potrei mai fare in vita mia. Quindi, per risparmiare tempo per altre vie, potrei accontentarmi di farlo solo come monotiro diciamo, non salendo tutta la via dal basso. Vedremo cosa mi riserva il futuro.

 

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