Dreamtime a Cresciano per Niccolò Ceria
Dopo anni a girovagare, ripetendo alcuni dei blocchi più difficili al mondo, la settimana scorsa Niccolò Ceria ha ripetuto forse il boulder più famoso in assoluto , Dreamtime a Cresciano. Il primo boulder al mondo gradato 8C, liberato nel 2000 da Fred Nicole. Ecco le sue impressioni.
Niccolò cos’è stato Dreamtime per te in questi anni?
È sempre stato un mito. Sin da quando ho iniziato a sentir parlare della scalata su roccia, Dreamtime è una pietra miliare del bouldering. Salirlo è sempre stato un po’ nei miei sogni grazie al suo fascino; così come Cypher, Ammagamma, Mandala... erano passaggi di cui avevo i poster appesi in casa. Anche la prima volta che lo vidi fu speciale visto che aspettavo quel momento da parecchio tempo.
La storia cambiò un po' da quando si ruppe la presa: perse un po' di fascino, con quella piccola macchia scura a metà muro. Feci qualche sporadica sessione negli anni successivi e poi abbandonai per un po’ il Ticino. Così anche l’idea di provare Dreamtime non trovò più un tempo o significato prioritario rispetto ai viaggi che facevo e alle altre linee che volevo salire o cercare. Ma era solo una questione di tempo e di priorità: non ho mai accantonato il "sogno" di Dreamtime, così come la scalata in Svizzera. Pensavo sempre con piacere al fatto che fosse ancora lì... che forse un giorno sarei tornato su quella collina.
Ora tornarci è stato un po’ come saltare indietro di qualche anno. Salirlo dopo un intervallo di tempo così ampio mi ha fatto ricordare tanti momenti legati a questo particolare angolo di Cresciano e ha fatto emergere parecchi aspetti che sono cambiati in me come scalatore. Malgrado ci sia un po’ di degrado attorno l’intero sasso, la linea riesce a rappresentare ancora oggi un’icona granitica! E viene sempre da pensare a Nicole che lo saliva nell’anno 2000…
Qual è stata la prima volta che l’hai provato?
Credo fosse nel 2009. Quel giorno provai soltanto la parte alta e riuscii a salirla a fine pomeriggio. Poi come ho detto, la rottura della presa cambiò un po’ la situazione, tornai a provarlo un’altra manciata di volte sporadicamente, ma nel mentre i desideri facevano spazio ad altri pezzi di roccia.
Nel video sembra quasi una passeggiata...
Forse è la modalità del video che inganna e che porta a valutazioni un po’ illusorie. I video non tagliati, e che filmano solo la salita, mostrano la semplice esecuzione, senza considerare tutto ciò che c’è dietro, anche in termini di tempo e di dedizione, e ciò che si è fatto per arrivare a scalarlo in quel modo e in quel determinato momento. È vero che quello è stato il primo giro dopo anni, ma questo non vuol dire che sia stata una passeggiata.
Inoltre non bisogna mai considerare solo l’aspetto fisico di una salita e quest’ultima è l’unica componente che viene mostrata in un video del genere, che intendevo lasciare nudo e crudo. Tutto il resto non viene per niente riportato. Poi spesso queste considerazioni sono frutto di paragoni con altri passaggi conosciuti o con altri climber che lo hanno salito, il che porta secondo me a conclusioni un po’ prive di senso. Diversi movimenti sono spesso presi di schiena tra l’altro, ulteriore aspetto che cela alcune espressioni. Aggiungo inoltre che sono un po' rari i video con il silenzio attorno e che, a volte, l’assenza di parole o di incitamenti toglie un po' di suspense, il tutto potrebbe far sembrare la questione più semplice di ciò che è in realtà.
La mia salita potrà anche essere stata non estrema nel senso stretto del termine, ma i due minuti che appaiono nel video non mostrano tutto il resto. Inclusi gli undici anni che ci sono stati prima, in cui penso di averlo scalato qualche centinaio di volte… seppur non fisicamente.
Perchè l'hai fatto "solo" adesso?
Perché non ho mai creduto che ci fosse un tempo entro il quale fare determinate linee o considerarle come un dovere imposto da chissà chi o chissà cosa. Per fortuna non siamo ancora in grado di sdoppiarci e quindi abbiamo ancora il dovere di scegliere senza avere il potere di fare tutto. Perciò fino a questo momento ho scelto di dare priorità ad altro.
Premesso che Dreamtime fosse una linea a cui tenevo e che sarei tornato in Ticino ad un certo punto per provarlo, non ho mai percepito nessuna influenza esterna e quindi ho preferito non sceglierla per anni. Credo sia giusto lasciare che il tempo crei le situazioni appropriate al fine di apprezzare i diversi aspetti nel migliore dei modi e se questo tempo non arriva o non lo si sente, piuttosto che rovinare le sensazioni, è meglio lasciar perdere. Questo non vuol dire non essere motivati o entusiasti, dico solo che sentivo più coinvolgimento verso altro e non ho mai percepito una "scadenza" per fare ciò che mi piace.
Ultima domanda: cosa rappresenta questo blocco al giorni di oggi?
Da una parte rappresenta sempre un mito come tanti anni fa. E’ sempre lui diciamo. Ma forse un po' meno rispetto la prima volta che l’ho visto.
Purtroppo attorno al sasso la scena che si trova è ben cambiata. C’è un atterraggio abbastanza grande, credo sia stato costruito di recente, che secondo me non ha molto a che fare con la sicurezza, ma è più legato alla comodità. Di solito creare nuovi atterraggi su passaggi già saliti da tempo era considerata una cosa non proprio bella, ma evidentemente non va più così. Più che altro questa nuova base rende la partenza originale più difficile da rispettare perché è più scomoda... tant’è che a tanti viene da partire con una presa più in alto e quindi saltare un movimento.
Poi ci sono una decina di pad lasciati sotto il retro del sasso, incatenati con dei lucchetti e legati con delle catene insieme ad un paio di ventilatori. Non la cosa più bella che vuoi vedere quando ti avvicini ad un sasso del genere. Infine, purtroppo un po' di conseguenze naturali hanno cambiato l’atmosfera… la rottura della presa e gli alberi caduti.
Ma a parte queste piccole cose, la faccia di Dreamtime esprime ancora grande fascino, con quelle rampe perfette ed uno stile di scalata visionario per il tempo in cui è stato liberato.