Una montagna di cambiamenti climatici: ambiente e natura protagonisti al Trento Film Festival 2020
"Nella lotta al cambiamento climatico o vinciamo tutti o perdiamo tutti", ha esordito il meteorologo Luca Mercalli il primo giorno del Trento Film Festival. In questa edizione sono molti i film che esplorano l'impatto dell'uomo sull'ecosistema che lo circonda, e che si interrogano su come l'ambiente modificato condizioni a sua volta le possibilità di sopravvivenza degli esseri umani e il loro stile di vita.
A partire da North di Leslie Lagier, ritratto del leggendario Yukon canadese, tra il boom della corsa all’oro di un tempo, e le macerie sociali e ambientali lasciate dallo sfruttamento delle risorse oggi. Oppure On the verge di Robin Munshaw, il racconto di un piccolo gruppo di arrampicatori che ha trascorso decenni aprendo nuove vie su alcune delle più grandi pareti di granito canadesi. Mentre gli ultimi alberi secolari di queste valli sono minacciati dal disboscamento, la comunità degli arrampicatori affronta l'incerto futuro di un luogo venuto a definire la loro vita e identità.
E di futuro delle foreste parla anche Padenti – Foresta di Marco Antonio Pani, ambientato nella foresta di Is Pranus in Sardegna Orientale, sull'origine di una filiera che contribuisce a fare dell'ecosistema delle sugherete del mediterraneo un grande polmone verde e un filtro naturale per l'aria che respiriamo.
Il bosco cresce in silenzio e a ritmo della musica di Stefano Volcan, invece, documenta gli effetti della furia distruttiva della tempesta Vaia in Trentino, intervistando testimoni ed esperti e realizzando un evento pubblico che coinvolge la popolazione, con la partecipazione straordinaria del musicista Angelo Branduardi.
Il cambiamento climatico è una grave minaccia anche per i ghiacciai: gli scenari mozzafiato di Paradice di Daniel Bleuer, girato sulle Alpi ghiacciate potrebbero non esistere più in pochi anni. E potrebbe non essere più possibile ripetere l'avventura straordinaria di Alaska, cercatori di avventure di Gabriele Carletti, in cui i protagonisti sono alle prese con una traversata invernale di 1100 chilometri in Alaska, dormendo in tenda per 55 giorni su un fiume ghiacciato.
Natura al centro della sezione MUSE.Doc curata in collaborazione con il MUSE - Museo di Scienze di Trento che propone il meglio dei documentari naturalistici internazionali sulla fauna e l’ambiente. Due film che ci portano incredibilmente vicini agli animali selvaggi che vivono sulle nostre montagne: Le plus beau pays du Monde: Le sanctuaire del francese Frédéric Fougea celebra la tenacia e bellezza della fauna europea d’alta montagna, mostrandoci che non sempre è il più forte a sopravvivere, ma chi è capace di adattarsi e aiutare le altre specie; con un budget molto minore, ma risultati ugualmente spettacolari, Tomaso Baldassarra affronta gli stessi ambienti estremi in La vallata della pernice bianca, racconto attraverso le stagioni della vita in montagna dal punto di vista della fauna che, da tempi immemori, è riuscita ad adattarsi al rigore dell’ambiente alpino.
Dalle Alpi alla Scandinavia per l’omaggio al paesaggio finlandese di Nature Symphony, in cui riprese naturalistiche spettacolari si uniscono all’armonia della musica: il compositore Panu Aaltio ha composto molto più che una colonna sonora, e il regista Marko Röhr ha messo letteralmente in scena la Vantaa Pops Orchestra, un coro di 40 elementi e la cantante Johanna Kurkela, per interagire con lo scorrere delle immagini e delle stagioni, tra laghi e foreste.
Tutti i film citati in questo articolo (oltre che tutti i film del Festival) sono disponibili in streaming sul sito online.trentofestival.it
Di Eleonora Forti
- Scarica il programma completo del Trento Film Festival 2020
Tutte le info su www.trentofestival.it