Montanità al Trento Film Festival: vivere la montagna con conoscenza e sobrietà

Trento Film Festival 2020: Il dialogo al MUSE sulla montanità con protagonisti il Presidente Generale del CAI Vincenzo Torti, il climatologo Luca Mercalli e lo scrittore Mauro Corona.
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Mauro Corona al MUSE durante il Trento Film Festival 2020
Michele Purin

La montanità, ha detto Vincenzo Torti, va intesa come una dimensione più consapevole e sostenibile di vivere la montagna, fatta di attenzione alle culture e alle tradizioni ma anche di equilibrio tra l’ambiente montano, le persone che abitano le montagne e quelle che le visitano. Un equilibrio che può essere raggiunto solo con una maggiore consapevolezza dei limiti. In primo luogo i limiti di ogni persona che si avventura in montagna, per viverla con più sicurezza. In secondo luogo i limiti e le fragilità dei territori montani e l’impatto che ogni persona, abitante o visitatore, imprime nell’ecosistema montano: dal traffico automobilistico, all’inquinamento atmosferico e acustico passando per la gestione dei rifiuti e la consapevolezza dello squilibrio tra località montane congestionate e quelle abbandonate.

Idee condivise anche da Luca Mercalli, secondo il quale al centro della montanità ci sono conoscenza e permeabilità culturale: l’incontro e la contaminazione tra diversi ambiti del sapere come scienza, tecnologia, politica ed esperienza delle persone che abitano le montagne. Un confronto che include quello tra dottori forestali e boscaioli per uno sfruttamento sostenibile delle risorse boschive, tra politici nazionali e amministratori dei paesi di montagna per comprendere come le leggi nazionali che regolano la montagna debbano necessariamente adattarsi ai contesti specifici.

Lo scrittore Mauro Corona ha sottolineato l’importanza dell’educazione al rispetto per la montagna come elemento base del concetto di montanità. Un’educazione che parte dai giovani all’interno delle scuole grazie a figure come le guide alpine, i contadini, gli artigiani, "i montanari veri, che non hanno venduto la montagna", persone in grado di trasmettere ai giovani l’affetto per la montagna e, più in generale, per la natura.

Luca Mercalli ha offerto infine una riflessione sulla montanità tutta rivolta al futuro la quale, a causa dei cambiamenti climatici, diventerà un tema centrale del nostro tempo. “Nei prossimi dieci anni assisteremo ad una migrazione verticale delle persone, una migrazione verso le montagne causata dai cambiamenti climatici, che trasformerà la vita e le occupazioni nelle montagne. Vedremo dei ‘nuovi montanari’ provenienti dalle città popolare alcune aree delle montagne italiane, ‘montanari per scelta’ che riscopriranno i benefici sulla salute e sulla qualità della vita del vivere in montagna”, ha detto Mercalli. Per questo montanità significa anche uscire dai luoghi comuni che vedono la dicotomia tra ‘il montanaro doc’ e ‘il cittadino ignorante’, perchè è attraverso la conoscenza, e non il luogo di nascita e di residenza, che si diventa montanari. Un superamento degli stereotipi che implica anche aprirsi all’idea che le occupazioni della montagna non sono limitate all’agricoltore, all’allevatore, al boscaiolo, alla guida alpina e al maestro di sci dal momento che il ripopolamento delle zone montane coinciderà con nuove opportunità di lavoro remoto.

E’ una riflessione importante quella di Vincenzo Torti, Luca Mercalli e Mauro Corona sulla Montanità: una filosofia sostenibile e lungimirante per le montagne italiane, che mette al centro conoscenza, sobrietà, e la necessità di togliere; un po’ come togliere del peso dallo zaino prima di partire per una camminata in montagna, per arrivare sempre più in alto, sempre più lontano.

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