Alp&Ism Trento Film Festival: ritratti di uomini e di montagne
Alp&Ism è la sezione del Trento Film Festival dedicata al meglio dell'alpinismo, dell'arrampicata e dell'avventura. Quest'anno, le storie che propone sono spesso incentrate su uomini che dell'avventura in montagna si sono resi protagonisti, ispirando generazioni intere e anticipando a volte il corso stesso della storia.
È il caso di Armando Aste, omaggiato dal documentario di Massa e Azzetti, Il cercatore d'Infinito. Aste – scomparso nel 2017 – fu uno dei massimi esponenti dell'alpinismo italiano nel dopoguerra: arrampicatore di finissima eleganza, ha aperto sulle Dolomiti itinerari di estrema difficoltà, veri e propri capolavori di intuito ed intelligenza alpinistica. Dotato di una fede religiosa incrollabile, Aste avvicinava le montagne con un animo quasi mistico e un'audacia impressionante, tanto da cimentarsi in alcune prime solitarie di straordinario valore.
La stessa fede incrollabile emerge nel ritratto che di Didier Berthod fa Fissure, documentario di Christophe Margot, incentrato sulla vita del fuoriclasse francese, vero e proprio maestro dell'arrampicata in fessura che, dopo un serio infortunio, decide di seguire una strada diversa, consacrandosi a vette più elevate e diventando prete.
La vetta più elevata di questa Terra è invece protagonista, insieme a chi per primo l'ha scalata, del film Ocean to the Sky, dove Michael Dillon ci mostra Edmund Hillary intento ad avventurarsi in un'estrema spedizione che dalla foce del Gange lo porta alle sue sorgenti himalayane, poco dopo la tragica morte di moglie e figlia in un incidente aereo. La pellicola è un ritratto davvero intimo di Hillary, come intima è anche la festa ricca di ricordi che la famiglia di Dee Molenaar ha in serbo per i suoi cent'anni.
L'alpinista e pittore americano è al centro di My friends were mountaineers, resoconto – firmato Eric Becker – della vita stupefacente di questo ranger e guida statunitense, protagonista in varie spedizioni sui massicci di tutto il pianeta: dal tentativo americano al K2 alla prima salita del Mount Kennedy.
Anche la storia dello slovacco Peter Hàmor è stupefacente, non soltanto per il numero impressionante di imprese narrate nel documentario Attraction of heights di Rastislav Hatiar, quanto soprattutto per le rinunce e i sacrifici che Hàmor stesso ha scelto di compiere in nome della montagna e dell'amore che ad essa, indissolubilmente, lo lega. Un amore del tutto simile a quello che caratterizzava anche Giuliano “Sten” Stenghel, tra i protagonisti del documentario Valle della Luce, ultimo lavoro di Lia Beltrami. Scomparso pochi giorni fa nella sua amata Sardegna, Sten è fra i testimoni di una storia incredibile: quella che trasformò la Valle del Sarca in un paradiso del free climbing e gli uomini che ne scoprirono le potenzialità in vere e proprie leggende viventi.
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