Un’ora per acclimatarsi: al 72° Trento Film Festival il racconto quotidiano di una montagna in continuo cambiamento

Qual è il profilo dei nuovi abitanti delle terre alte? Come raccontarne le rasformazioni adeguandole anche ai linguaggi dei social? Quali sono le potenzialità di un fenomeno come il cicloturismo? E davvero esistono luoghi "incontaminati" da tutelare? Queste ed altre domande saranno al centro di Un’ora per acclimatarsi, rubrica che, per il secondo anno consecutivo, accompagnerà il pubblico del Festival nell’ora dell’aperitivo.
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Pietro Lacasella al Trento Film Festival insieme al gruppo di '"Un'ora per acclimatarsi'
archivio Trento Film Festival

Anche quest'anno torna al Trento Film Festival Un'ora per acclimatarsi, la rassegna promossa da Il Dolomiti e l'AltraMontagna, in collaborazione con Alto Rilievo, blog curato da Pietro Lacasella, Ci sarà un Bel Clima, progetto dedicato alla sensibilizzazione in merito al cambiamento climatico e ai suoi impatti, e POW - Protect Our Winters, community impegnata nella tutela del clima e dell’ambiente.

Già qualche mese fa, dalla collaborazione fra il Trento Film Festival e l’AltraMontagna era nato il podcast Un quarto d'ora per acclimatarsi, format settimanale dedicato alla comprensione delle crisi ambientali e sociali attualmente in atto nelle terre alte, attraverso le voci di coloro che ogni giorno le sperimentano, le studiano e s’impegnano per contrastarle. Scritto e condotto da Sofia Farina, meteorologa e divulgatrice scientifica, il podcast è curato dal giornalista e dottore forestale Luigi Torreggiani, con il supporto redazionale di Pietro Lacasella, Michele Argenta e Luca Pianesi.

Tornando alla rubrica prevista durante questo 72. Trento Film Festival, Un’ora per acclimatarsi, essa rappresenta un'opportunità imperdibile per affrontare in maniera analoga le tematiche cruciali legate ai cambiamenti climatici, approfondendone i nessi con la montagna. Lo si farà ogni giorno, nel corso dei dieci appuntamenti quotidiani previsti alle 19 in Piazza Cesare Battisti, un’occasione preziosa di dibattito e confronto fra e con i principali studiosi di queste tematiche.

Oggi, 26 aprile, toccherà a Luigi Dall’Armellina (gestore di Malga Cere), Erica Balduzzi (reporter freelance) e Andrea Membretti (professore di Sociologia del territorio all'università di Pavia) inaugurare questo spazio, dialogando sul tema Nuovi montanari. Qual è il profilo dei nuovi montanari? Chi ha voglia, oggi, di trasferirsi nelle valli, di riempire i vuoti sociali causati dallo spopolamento, anche se i servizi sono scarsi? Con la crisi climatica, la montagna diventerà nuovamente protagonista dell'abitare contemporaneo. Storie di chi resta e di chi torna, accompagnate da uno sguardo accademico e da esperienze strutturate in montagna.

Il racconto delle terre alte e dei suoi abitanti sarà anche al centro del secondo incontro di domani, sabato 27 aprile. In Racconto è montagna, montagna è racconto, Marco Albino Ferrari (giornalista e sceneggiatore) e la giornalista Camilla Valletti si interrogheranno sul ruolo che ha avuto – e ha tuttora – la componente narrativa nel processo di costruzione degli immaginari montani.

Il terzo appuntamento, Incontaminato non esiste, previsto per domenica 28 aprile, vedrà Mauro Varotto (professore di Geografia all'Università di Padova) ed Irene Borgna (scrittrice e divulgatrice) ragionare sull’importanza di alcuni territori "contaminati", sul mito della wilderness e sul destino delle montagne più antropizzate del mondo: Alpi e Appennini.

Il legame tra ecosistemi naturali e umani occuperà invece il quarto appuntamento della rassegna: Wood-punk, in programma lunedì 29 aprile. Partendo dal popolare podcast Ecotoni, si cercherà di capire lo stato di salute dei boschi italiani attraverso la voce di chi nei boschi stessi vi lavora, ma anche quella di chi li racconta. Un viaggio in compagnia di Luigi Torreggiani (giornalista, scrittore e dottore forestale), Francesca Locatin (prima boscaiola della Val di Fassa) e Riccardo Rizzetto (dottore in scienze forestali).

Sport, ambiente e lotta ecologica saranno i temi al centro del quinto appuntamento, martedì 30 aprile. Gli atleti Lorenzo Barone (cicloviaggiatore), Eline Le Menestrel (climber) ed Eleonora Delnevo (paraclimber), insieme alla fotografa Elisa Bessega dialogheranno sul tema Pedalare nella crisi climatica. Qui è la bicicletta a diventare protagonista: un mezzo formidabile per frequentare le montagne, prestando al contempo attenzione alle esigenze ambientali del presente.

Il sesto appuntamento, mercoledì 1° maggio, sarà dedicato al tema Ecologia politica e/in montagna. Un dialogo tra attivisti climatici, chi vive la montagna e chi ha visto cambiare irrimediabilmente il proprio territorio: le ricercatrici Francesca Talamini, Alice Dal Gobbo e Anna Castiglione, insieme allo scrittore Fabio Deotto, si interrogheranno su cosa freni la transizione ecologica e su come comunicare, anche attraverso gli eventi storici, una rivoluzione di tale portata.

Giovedì 2 maggio, nel settimo appuntamento della rubrica, enti scientifici locali e strutture provinciali si uniranno per affrontare il tema Agricoltura ed eventi estremi: come adattarsi. Lavinia Laiti (APPA), Matteo Bortolini (Sant’Orsola), Loris Bonato (ITAS) e Alessia Felicetti (Felicetti) di confronteranno sull'importanza di collegare la scienza all'esperienza concreta di chi lavora sul territorio: gli agricoltori, per esempio, protagonisti delle recenti proteste che hanno animato l’Europa intera.

La necessità di mantenere una comunicazione al passo con i tempi sarà invece al centro dell’ottavo appuntamento. Gli influencer Giselda Torresan, Valentina Ciprian, Luca Baz e Carlo Budel, gestore fra l’altro della Capanna Punta Penia in Marmolada, si confronteranno venerdì 3 maggio nell’incontro dal titolo Influencer: la montagna su Instagram. A fare da sostrato alla discussione, una domanda cruciale: le Alpi e i montanari si possono raccontare senza stereotipi anche attraverso i social network?

Nel nono incontro, sabato 4 maggio, si affronterà il tema della Memoria collettiva: il caso Vajont. Parteciperanno Cristina Da Rold, giornalista, Irma Visalli, assessora provinciale a Belluno, e Marcello Mazzucco, testimone diretto della tragedia, affrontando una discussione incentrata sulle modalità attraverso cui mantenere viva la memoria della tragedia che ha colpito i borghi di Erto e Casso, sessant'anni dopo e nonostante l'evoluzione delle forme di comunicazione e dell'interpretazione storica.

Nel decimo e ultimo appuntamento, domenica 5 maggio, spazio ad un dibattito sul presente e futuro degli Appennini, attraverso esempi virtuosi di chi l’Appennino lo vive e lo racconta. Lo scrittore Sandro Campani, il responsabile di LAMA Alessandra Zagli, Andrea Barzagli di Fogliatonda e Marco Tamarri, responsabile del Settore Cultura e Turismo dell'Unione Comuni Appennino Bolognese, saranno le Voci dall’Appennino che discuteranno, fra le altre cose, su come lo spopolamento abbia inciso sulla "spina dorsale" d’Italia.

di Luca Zumerle

Info: www.trentofestival.it




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